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Natura Bresciana 2019 – Volume 42

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Indice degli articoli

GHEZA G.
I licheni terricoli delle praterie aride planiziali del fiume Serio: situazione attuale e ricostruzione della situazione storica

Riassunto – Le praterie aride sono ambienti molto importanti per le crittogame terricole nell’area planiziale padana. Alcune di queste praterie sono ancora presenti lungo la porzione planiziale del corso del Fiume Serio (Provincia di Bergamo, Lombardia). In quest’area sono stati studiati i licheni terricoli, con il rilevamento di 11 specie. Sulla riva orientale sono presenti tre specie di Cladonia considerabili ruderali, che costituiscono generalmente popolamenti monospecifici anche estesi, mentre sulla riva occidentale, più ricca in substrati calcarei, sono presenti prevalentemente specie a tallo squamuloso, tipiche di situazioni meno antropizzate. I ritrovamenti sono stati confrontati con gli exsiccata dell’erbario lichenico di Emilio Rodegher, in cui sono presenti 6 specie raccolte nei medesimi ambienti a fine Ottocento. Alcune specie sono scomparse dall’area tra l’Ottocento ed oggi, mentre alcune specie assenti dall’erbario probabilmente non erano state individuate all’epoca.


PEDERSOLI D., & FANTI F.
Omalisus victoris Mulsant, 1852 (Coleoptera Elateridae Omalisinae): distribuzione e note ecologiche

Riassunto – Viene riportata nel dettaglio la distribuzione nota di Omalisus victoris Mulsant, 1852 basandosi anche su numerosi nuovi reperti. Inoltre vengono forniti nuovi dati ecologici e biologici e i metodi più proficui di rinvenimento e cattura. La specie è risultata più largamente diffusa di quanto finora noto ed è risultata essere nuova per la Croazia e per la Lombardia e il Veneto in Italia. Omalisus luczoti Bourgeois, 1882 è un nomen nudum.


GRATTINI N., NIGRELLI G., BELLINTANI S., NOVELLI F., CREMA M. & MANTOVANI C.
Distribuzione e consistenza della popolazione nidificante di picchio verde, Picus viridis, in provincia di Mantova nel periodo 2000-2017 (Lombardia, Italia Settentrionale)

Riassunto – Viene analizzata e descritta la distribuzione e la consistenza della popolazione di picchio verde, Picus viridis, nidificante in Provincia di Mantova nel periodo 2000-2017. L’indagine ha appurato un’evidente espansione territoriale, un maggior numero di siti occupati rispetto ai decenni precedenti, quando la specie nel periodo 1983-1987 era presente con certezza soltanto in 3 località, oltre ad una maggiore consistenza numerica. Nel periodo 2000-2010 la specie è risultata presente in 44 siti con un incremento percentuale del 1,36%, mentre nel periodo 2011-2017 in 74 siti, con un aumento percentuale del 68,19% rispetto alla fase di studio 2000-2010.


FERRI V. & SOCCINI C.
I chirotteri dei parchi urbani e corsi d’acqua di Brescia: dati sulla distribuzione e problemi di conservazione

Riassunto – La distribuzione e situazione dei chirotteri al di fuori delle aree protette della Provincia di Brescia è quasi sconosciuta, anche a causa delle difficoltà che comporta effettuare ricerche su tali specie. Questo studio è un primo contributo sulla distribuzione di questi mammiferi nei parchi urbani e lungo i corsi d’acqua della Città di Brescia. Nel 2018 sono state condotte 24 sessioni di rilevamento bioacustico in 8 aree urbane. Sono state registrate e accertate 9 specie di pipistrelli: tra esse Hypsugo savii e Pipistrellus kuhlii sono risultate le specie più frequenti e ubiquitarie nelle aree studiate. Per favorire la conservazione dei chirotteri in generale nei parchi urbani indagati si dovrebbero evitare eccessive e inutili potature degli alberi e l’irrorazione di biocidi per il contenimento degli insetti. La riduzione degli habitat di foraggiamento e delle principali prede può avere un’influenza critica sull’abbondanza relativa dei pipistrelli presenti.


GARGIONI A., BRICHETTI P. & SOTTILE F.
Resoconto ornitologico bresciano 2017, 2018

Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative al 2017 e 2018.


GHEZA G.
Aggiunte alla flora lichenica della Val Camonica

Riassunto – A dispetto delle sue elevate potenzialità dal punto di vista lichenologico, la Val Camonica è stata investigata solo in modo limitato. In questo contributo vengono riportate nuove segnalazioni relative a 92 taxa lichenici. Di questi 27 sono riportati per la prima volta in Val Camonica, mentre gli altri 65, già noti per l’area, sono però riportati da località nelle quali non erano stati indicati in precedenza. Tra le specie di particolare interesse, in quanto rare sul territorio nazionale, si segnalano Cladonia bellidiflora, Cladonia crispata, Cladonia decorticata, Nephromopsis laureri, Stereocaulon dactylophyllum e Umbilicaria nylanderiana. Vengono infine brevemente discussi alcuni spunti per approfondire le conoscenze lichenologiche in Val Camonica.


BRUSA G. & BONA E.
Presenza accertata di una specie del gruppo Azolla caroliniana/A. Cristata (Salviniaceae, Pteridophyta) recentemente trovata spontaneizzata in Italia

Riassunto – In Italia sono attualmente accertate almeno due specie del genere Azolla in ambienti naturali: A. filiculoides, di cui si conosceva già la presenza; e una specie del gruppo A. caroliniana/A. cristata, la cui presenza è stata più volte messa in dubbio oppure è stata considerata come estinta, ma ora viene definitivamente annoverata nella flora esotica italiana tramite le popolazioni accertate sul Lago di Varese. Non è stato però possibile determinare la specie tra A. caroliniana/A. cristata, in quanto non sono stati osservati sporocarpi. Sono inoltre riportate considerazioni sulle modalità di introduzione e sullo stato di neofita naturalizzata/invasiva.


SOCCINI C.
Prima segnalazione di Staurophora celsia (Linnaeus, 1758) per la provincia di Brescia (Lombardia, Italia Settentrionale) e per il parco regionale dell’Adamello

Riassunto – Si riporta la prima segnalazione per la provincia di Brescia e per il Parco regionale dell’Adamello del Noctuidae Staurophora celsia (Linnaeus, 1758). L’osservazione è stata effettuata, nel comune di Cedegolo, in Valle Camonica. La falena malachite è una specie a corologia trans-paleartica rilevata con popolamenti molto localizzati a Sud delle Alpi.


GARGIONI A.
Prima nidificazione di marangone minore Microcarbo pygmaeus in provincia di Brescia (Lombardia)

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la Provincia di Brescia del Marangone minore Microcarbo pygmaeus, in una ex cava.


BORTOLOTTI L.
Api e impollinazione: l’importanza della biodiversità per la produzione agricola e la conservazione degli ecosistemi

Riassunto – In Italia esistono circa mille specie di api selvatiche, una cifra che rappresenta circa la metà dell’intero patrimonio apistico europeo. Queste specie presentano caratteristiche biologiche molto diversificate per livello di socialità (da solitarie a eusociali), modalità di nidificazione (nel terreno, in cavità preesistenti, in nidi auto-costruiti) e soprattutto nel rapporto con i fiori e la flora spontanea e coltivata. Quest’ultimo aspetto dipende da alcune caratteristiche morfologiche dell’ape in rapporto alla dimensione e forma del fiore: la lunghezza della ligula, la taglia e la robustezza dell’insetto, la localizzazione delle strutture per la raccolta del polline.
Il rapporto delle api con la flora è di primaria importanza per il loro ruolo di impollinatori: le api generaliste, come l’ape da miele, visitano molte piante, ma in modo non specifico, mentre le api specialiste visitano in modo preferenziale una determinata specie botanica, della quale sono impollinatori molto efficienti. Questo ha portato allo sfruttamento commerciale di alcune specie di api per l’impollinazione delle colture (es. il bombo per il pomodoro), il cui commercio a livello globale ha però creato problemi di inquinamento genetico. Anche l’ape da miele, per la sua grande versatilità e per la facilità di allevamento e trasporto, è stata sempre più sfruttata per impollinare le colture, soprattutto nelle aree dove vi è carenza di api selvatiche. Questa consuetudine ha comportato un indebolimento delle famiglie di api, a causa dei lunghi trasporti e dell’inospitalità dell’ambiente agricolo.
Questi aspetti, assieme all’aumento di patogeni e parassiti esotici, ai cambiamenti climatici, all’uso di pesticidi e altro ancora, hanno portato a quel fenomeno di moria delle api, anche noto come CCD. Studi recenti hanno dimostrato che la biodiversità degli impollinatori è importante per un buon servizio di impollinazione, oltre che per il mantenimento della stabilità ambientale. Pertanto le ultime indicazioni dell’Unione Europea indirizzano verso la salvaguardia degli impollinatori nel loro complesso, mediante azioni di ripristino ambientale, piuttosto che verso il loro sfruttamento nel servizio di impollinazione. Anche l’ambiente urbano è un serbatoio importante di biodiversità per gli impollinatori selvatici; ognuno di noi nel suo piccolo può attuare misure per la tutela delle api selvatiche, come la creazione di giardini bee-friendly e di “hotel per le api”.


CERIOLI M., TIRONI M., VITALE N., NASSUATO C., FARIOLI M., AVISANI D., ZANONI M. & BELLINI S.
La mappatura degli apiari in regione Lombardia

Riassunto – La mappatura degli alveari è uno strumento molto utile per la gestione degli apiari sia da un punto di vista produttivo che da un punto di vista sanitario. Utilizzando i dati provenienti da diverse banche dati e sfruttando le potenzialità del Sistema Informativo Geografico (G.I.S.) sono stati forniti degli esempi sull’impiego della mappatura degli alveari in Regione Lombardia. In particolare sono state illustrate le mappe sulla distribuzione geografica degli apiari. La relazione tra le fioriture e le postazioni degli apiari è stata indagata attraverso le mappe di utilizzo del suolo. Si è poi utilizzata la mappatura degli apiari per la gestione/valutazione di aspetti sanitari ottimizzando cosi l’attività di monitoraggio da svolgere verso alcuni agenti patogeni es. Aethina Tumida e cercando di analizzare il fenomeno degli spopolamenti.


BRUSA G., DALLE FRATTE M., ARMIRAGLIO S., CERIANI R. M., ZANZOTTERA M. & CERABOLINI B. E. L.
Flora e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43 CEE) in Lombardia: sintesi della distribuzione e importanza di conservazione

Riassunto – La Direttiva Habitat protegge alcune specie vegetali e alcuni habitat nell’Unione Europea, anche grazie all’istituzione di Siti della Rete Natura 2000. Nel presente studio viene riassunta la distribuzione di questa flora e di questi habitat di interesse comunitario presenti in Lombardia, con lo scopo di confrontarla con la presenza dei Siti Natura 2000; inoltre, per ciascuna specie e habitat viene definita un’importanza relativa di conservazione. I risultati evidenziano la presenza di importanti aree per la conservazione sia nella regione biogeografica alpina (Alpi Orobie e Prealpi Bergamasche, Bresciane e Gardesane) che in quella continentale (parte occidentale della Lombardia). Tuttavia questi hot-spot sono soltanto parzialmente coincidenti con Siti Natura 2000. Tra le specie e gli habitat con maggiore importanza di conservazione prevalgono quelli in condizioni ecologiche di elevata disponibilità idrica, spesso con accumuli di torba, o non strettamente igrofile ma la cui dinamica è comunque collegata ai corsi d’acqua. Sarà opportuno orientare primariamente le azioni di gestione, conservazione e monitoraggio a questi particolari specie e habitat.


DIGIOVINAZZO P. & COMINI B.
Progetto LIFE IP GESTIRE 2020, reti ecologiche e ruolo dell’entomofauna per la conservazione della connettività

Riassunto – Il progetto LIFE IP GESTIRE 2020, che nasce per favorire la conservazione di habitat e specie di flora e fauna nei Siti Natura2000 in Lombardia, contribuisce anche a diffondere la sensibilità rispetto agli effetti positivi della conservazione della biodiversità per la sostenibilità in agricoltura. Una cospicua serie di azioni del progetto LIFE, infatti, prevede il supporto per gli stakeholders (es. aziende agricole, amministrazioni pubbliche, enti gestori di aree protette) riguardo alla presentazione di progetti aventi come scopo la connessione ecologica e il miglioramento degli ecosistemi del paesaggio agro-forestale. In tal modo si auspica di favorire anche il mondo dell’entomofauna, in particolare di quella impollinatrice, fondamentale per l’agricoltura così come per gli ecosistemi naturali.


BERTOCCHI M. & COMINI B.
Biodiversità, connettività ecologica e produttività agricola: le misure agroambientali del programma di sviluppo rurale della regione Lombardia

Riassunto – La Politica Agricola Comune (PAC) rappresenta da decenni lo strumento economico per il mantenimento e lo sviluppo dell’attività agricola europea. Da qualche tempo, le politiche comunitarie hanno integrato la loro visione con una più ampia panoramica che include, oltre alle tematiche produttive ed economiche, anche quelle strutturali ed ambientali. Con il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), ciascuna regione è in grado di mettere a disposizione risorse volontarie utili per la crescita del settore agricolo ma anche per la tutela ambientale e la salvaguardia della biodiversità. In questo articolo verranno illustrate le potenzialità del PSR di Regione Lombardia e verranno evidenziate le opportunità offerte dal progetto LIFE IP GESTIRE 2020 per un utilizzo efficiente delle risorse al fine di favorire la conservazione di specie di flora e fauna dentro e fuori i siti di Rete Natura 2000.


Natura Bresciana 2015 – Volume 39

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Indice degli articoli

ARMIRAGLIO S., SCHIROLLI P., MANTOVI A., COSTA A., DI BELLA S.
L’attività editoriale del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia

Riassunto – “Natura Bresciana” è l’Annuario del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia dal 1965. Nasce come rivista divulgativa ma sin dai primi numeri i contributi scientifici originali sono prevalenti.
Natura Bresciana è una rivista multidisciplinare, che ha come scopo la pubblicazione di articoli scientifici riguardanti le Scienze Naturali, con particolare riguardo ai contributi riferiti alla provincia di Brescia, al territorio padano, prealpino, alpino e alle aree biogeograficamente pertinenti.
Il Museo Civico di Scienze Naturali pubblica anche le “Monografie di Natura Bresciana” e “le Chiavi della Natura”. Natura Bresciana è stata realizzata dal Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia in collaborazione con il Centro Studi Naturalistici Bresciani, associazione composta da ricercatori naturalisti prevalentemente volontari. Il ruolo del CSNB è sempre stato decisivo per la rivista, tanto che ciascuno dei volumi pubblicati sino a oggi contiene raramente un numero di articoli proposti dai soci inferiore al 50% del totale di ciascun volume.


MARTINI F. (Ed.), BONA E., FEDERICI G., FENAROLI F., PERICO G.
Aggiunte e integrazioni alla “Flora vascolare della Lombardia centro-orientale”

Riassunto – Vengono presentate le aggiunte e le integrazioni alla “Flora vascolare delle Lombardia centro-orientale”. Si tratta di 1156 nuovi dati, di cui 891 osservazioni in campo, 217 dati d’erbario, 31 segnalazioni bibliografiche recenti e 17 derivate da revisioni di erbari storici. Sono stati registrati due generi nuovi per la Flora, ambedue esotici: Phyla e Sesamum. I taxa nuovi o redivivi a livello specifico e infraspecifico sono nel complesso 21. Fra questi Campanula martinii e Sempervivum soculense risultano nuovi per la scienza e uno, Hieracium dolichaetum, redivivo per il territorio considerato.


MANGILI F., TAMPUCCI D., CACCIANIGA M.
Alcune osservazioni sull’ecologia di Saxifraga presolanensis Eng. (Saxifragaceae) su substrati non carbonatici

Riassunto – Questo lavoro segnala il ritrovamento di una nuova stazione di Saxifraga presolanensis su substrato non carbonatico in Val Sanguigno (Alpi Orobie). Si tratta del quarto ritrovamento al di fuori degli affioramenti carbonatici prealpini delle alpi bergamasche, di cui la specie era ritenuta esclusiva. I risultati riepilogano le informazioni sulla distribuzione di questa policy species, con particolare riferimento alle

stazioni su substrati non carbonatici e sulle loro implicazioni biogeografiche e geobotaniche.


AUGUSTINUS B. A., GUARINI M. F., COLOMBO F., CITTERIO S., SCHAFFNER U., MüLLER-SCHäRER H., GENTILI R.
Diffusione di Ambrosia artemisiifolia L. e Ophraella communa LeSage in Valtellina (Alpi Centrali, Lombardia)

Riassunto – La presente nota riporta le nuove stazioni della specie esotica invasiva Ambrosia artemisiifolia L. (Asteraceae) e del suo nemico naturale Ophraella communa LeSage, 1986 (Coleoptera; Chrysomelidae) in Valtellina, Lombardia (Italia settentrionale). Mentre la presenza della pianta in Valtellina era già stata supposta sulla base dei monitoraggi pollinici e da dati bibliografici riferiti alla Provincia di Sondrio (Valchiavenna), la presenza dell’insetto può essere interpretata come segno di una prima graduale colonizzazione di questa valle.


GIUPPONI L., ANDREIS C., GIORGI A.
Caratteri floristico-vegetazionali ed ecologici di una comunità vegetale con Lupinus polyphyllus Lindl. in un̓area della Val di Scalve interessata da interventi di ingegneria naturalistica

Riassunto – Viene segnalata la presenza di Lupinus polyphyllus Lindl. (specie aliena) in un̓area della Val di Scalve (Comune di Azzone, BG) in cui sono state realizzate opere di ingegneria naturalistica e vengono riportati i caratteri floristico-vegetazionali ed ecologici della comunità vegetale di cui è parte.


NARDI G.
Gli endemiti della fauna malacologia bresciana

Riassunto – In questo lavoro vengono analizzati i molluschi endemici della provincia di Brescia, sia esclusivi, sia condivisi con province o regioni limitrofe italiane. Non sono state invece considerate quelle specie endemiche, presenti nelle Prealpi e Alpi centrali, conosciute anche per alcune stazioni estere (Canton Ticino, Svizzera). La fauna malacologica endemica del bresciano è pertanto composta da 24 taxa: 10 specie, 14 sottospecie.
Di queste entità 19 sono terrestri (una sola ipogea) e 5 vivono nelle acque dolci: Cochlostoma (Dalfreddia) porroi gredleri (Westerlund, 1879), Acicula beneckei (Andreae, 1883), Iglica concii (Allegretti, 1944), I. vobarnensis (Pezzoli & Toffoletto), 1968), Paladilhiopsis virei (Locard, 1903), Islamia ruffoi Bodon & Cianfanelli, 2012, Eupaludestrina spinellii (Gredler, 1859), Zospeum globosum Küscer, 1928, C. megacheilos avenoides (Westerlund, 1874), C. megacheilos frassineiana Nardi, 2009, C. megacheilos toscolana (Schröder, 1913), C. multidentata multidentata (Strobel, 1851), Argna valsabina (Spinelli, 1851), Vitrinobrachium tridentinum Forcart , 1956, Deroceras (Deroceras) planarioides (Simroth, 1910), Charpentieria itala lorinae (Gredler, 1869), C. itala trepida Käufel, 1928, C. itala triumplinae Nardi, 2011, Clausilia (Strobeliella) umbrosa gardonensis Nardi & Nordsieck, 2013, C. (S.) umbrosa umbrosa Käufel, 1928, Chilostoma (Cingulifera) cingulatum baldense (Rossmässler, 1893), C. (C.) cingulatum colubrinum (De Cristo fori & Jan, 1832), C. (C.) cingulatum gobanzi (Frauenfeld, 1867) e C. (C.) frigidum frigidissimum (Paulucci, 1881).
Per ciascuno dei 24 taxa esaminati vengono forniti: i dati delle località di raccolta storiche, presenti nella letteratura scientifica; l’elenco dei materiali di recente acquisizione, analizzati dall’autore; informazioni di carattere ecologico, l’areale di distribuzione, note tassonomiche e nomenclaturali. Si conclude con considerazioni generali di tipo sistematico, ecologico e biogeografico circa la fauna endemica della provincia di Brescia.


GROTTOLO M.
Boldoriella (Insubrites) pedersolii nuova specie delle Prealpi Bergamasche (Coleoptera Carabidae Trechinae)

Riassunto – Nella presente nota viene descritta Boldoriella (Insubrites) n. sp. di una grotta del sebino bergamasco (Stampa dei Pagà n°1370 Lo BG). La nuova specie risulta facilmente distinguibile e ben diversificata per la conformazione dell’habitus e dell’organo copulatore maschile, infatti, presenta una morfologia esterna caratterizzata dalla forma leggermente ellittica delle elitre e dall’assenza di angolo omerale e l’edeago allungato, sottile ed uncinato non trova riscontro nelle altre specie conosciute.


MONZINI V.
Allegrettia pavani orobiensis, nuova sottospecie delle Alpi Orobie, simpatrica e sintopica con Allegrettia comottii Monguzzi 2011 (Coleoptera Carabidae Trechini)

Riassunto – L’autore descrive Allegrettia pavani orobiensis, nuova sottospecie ampiamente diffusa in cavità naturali e artificiali delle Alpi robie tra i Monti Secco-Arera-Grem e l’altopiano di Clusone, nella media Val Seriana in provincia di Bergamo (Lombardia). In quasi tutte le stazioni il taxon convive in simpatria e sintopia con un’altra specie congenere: Allegrettia comottii Monguzzi 2011. Allegrettia pavani orobiensis si differenzia da tutte le altre sottospecie note di Allegrettia pavani per i seguenti caratteri: capo largo con tempie arrotondate, elitre molto convesse sul disco, lucidissime con strie superficiali, e per la diversa struttura dell’edeago.


GROTTOLO M., PEDERSOLI D.
I cerambici della Valle Camonica. Primo contributo alla conoscenza della coleotterofauna della provincia di Brescia (Lombardia)

Riassunto – Nel presente lavoro vengono riportati i dati di località riguardanti i Cerambicidi della Valle Camonica: questi sono stati estrapolati dalle collezioni degli autori e da quelle di collezionisti attivi nella zona di studio, oltreché dalle fonti bibliografiche. È stata, quindi, analizzata la presenza o l’assenza delle specie ripartite nei tre settori della bassa, della media e dell’alta valle, confrontandola con la cerambicidofauna accertata nel resto della Provincia di Brescia. Lo studio corologico e lo spettro risultante è stato raffrontato con quello delle Province di Sondrio e della Valle d’ Aosta, territori dalle caratteristiche ambientali similari alla Valle Camonica per i quali sono disponibili studi approfonditi.
La ricerca ha portato al censimento di ben 120 specie di Cerambicidi, aumentando notevolmente il loro numero
conosciuto a livello provinciale; sono stati, inoltre, rinvenuti 5 taxa non ancora noti a livello regionale. L’analisi corologica ha mostrato una predominanza di elementi sibirico-europei ed europei, non mancando comunque una componente di tipo mediterraneo legata agli habitat xerotermi soprattutto del settore basso valligiano; infine, il confronto con gli spettri delle cerambicidofaune valtellinesi e valdostane, ha evidenziato come le ripartizioni percentuali tra i differenti corotipi siano, in regioni con condizioni ambientali paragonabili, sostanzialmente simili.


BENNATI R.
Colonizzazione e utilizzo di nuove pozze d’abbeverata da parte degli Anfibi

Riassunto – La colonizzazione da parte di Bufo bufo e Rana dalmatina di pozze di abbeverata di recente costruzione, dimostra come gli anfibi prediligono questi siti, più vicini al loro ambiente di vita terrestre, per riprodursi senza dover affrontare lunghi spostamenti per recarsi nei loro siti preferenziali.


TIBERTI R.
Herpetofauna of the Mount Guglielmo (Brescia, Italy)

Riassunto – L̓herpetofauna del M.te Guglielmo (Brescia, Italia). Il presente studio fornisce nuovi dati di distribuzione dell’erpetofauna della fascia montana del Monte Guglielmo (1957 m s.l.m.), a una quota superiore a 1000 m s.l.m. In 11 anni (2005-2015) di monitoraggi, sono state raccolte 726 osservazioni. Nell’area di studio sono state ritrovate cinque specie di anfibi (Salamandra salamandra, Triturus carnifex, Bombina variegata, Bufo bufo, Rana temporaria) e sette di rettili (Podarcis muralis, Lacerta bilineata, Anguis veronensis, Hierophis viridiflavus, Natrix natrix, Vipera aspis e Zamenis longissimus). Le mappe di distribuzione e alcune problematiche di conservazione relative all’erpetofauna locale vengono discusse all’interno dell’articolo.


GRATTINI N., BELLINTANI S.
Indagine ornitologica nella riserva naturale “Vallazza” Mantova (Lombardia) 2009-2014

Riassunto – Viene presentata e commentata in modo conciso la situazione attuale dell’avifauna della Riserva Naturale Vallazza nel periodo 2009-2014, integrata e confrontata con i dati pregressi disponibili dal 1970 al 2008. Vengono indicate anche alcune categorie di tutela (All. I Dir. 09/147/CE, SPEC). Le specie citate sono 160 (100 Non Pass. e 60 Pass.). Una specie è aufuga. Le specie nidificanti, comprese quelle irregolari e probabili, sono 66 (7 quelle pregresse); quelle svernanti comprese le irregolari 76 (1 specie pregressa). I migratori regolari esclusivi sono 131 (16 quelli pregressi), gli accidentali 15 (9 quelli pregressi). L’Indice di Valore Ornitologico calcolato su 54 specie nidificanti nel periodo 2009-2014 è pari al valore medio 41,48 ± 11,23 D.S..


CAPELLI S., FORLANI E., TROTTI P., BRICHETTI P.
Atlante degli uccelli svernanti nella città di Brescia 2006-2011

Riassunto – Vengono presentati i risultati dell’inchiesta sugli uccelli svernanti nella Città di Brescia svolta negli inverni dall̓1 Dicembre 2006 al 31 gennaio 2011. La città è stata suddivisa in 65 unità di rilevamento (U.R.), di 500×560 m, rispettando la griglia utilizzata per il censimento dei nidificanti. Il totale delle specie rilevate è 64 di cui 25 non-Passeriformi e 39 Passeriformi. Le specie più diffuse sono: passera d’Italia (Passer italie), merlo (Turdus merula) e pettirosso (Erithacus rubecula), presenti in tutte le U.R.; torno (Sturnus vulgaris) e cornacchia grigia (Corvus cornix), presenti nel 90% delle U.R.. Quelle più localizzate sono: anatra andarina (Aix galericulata), balestruccio (Delichon urbicum), barbagianni (Tyto alba), cormorano (Phalacrocorax carbo), corvo imperiale (Corvus corax), gabbiano reale (Larus michahellis), gufo comune (Asio otus), peppola (Fringilla montifringilla), picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), picchio verde (Picus viridis), pispola (Anthus pratensis), saltimpalo (Saxicola torquatus), smeriglio (Falco columbarius), tordo bottaccio (Turdus philomelos), zigolo muciatto (Emberiza cia), tutte specie segnalate in una sola U.R.. Il numero medio di specie per U.R. è 15,3 con un massimo di 31 e un minimo di 6. I valori di ricchezza specifica più alti si riscontrano nelle zone maggiormente diversificate dal punto di vista ambientale come il Parco Ducos e zone limitrofe, il corso dei fiumi Mella e Garza, il Colle Cidneo e le U.R. periferiche. I dati, raccolti da 28 rilevatori, sono complessivamente 1785.


LEO R., BERTOLI R.
Vent’anni di inanellamento alla stazione Passo della Berga (Bagolino, Brescia, Lombardia): primo contributo

Riassunto – Le Prealpi Bresciane sono un punto di notevole importanza per la migrazione autunnale specialmente per i Passeriformi. La stazione di inanellamento Passo della Berga, sita in comune di Bagolino (BS), si trova in una località ad elevatissima intensità di flusso migratorio. Nell’articolo sono illustrati i risultati di 20 anni di inanellamento. Dopo una fase iniziale esplorativa, con campionamenti in tutte le pentadi di migrazione autunnale, negli ultimi anni la ricerca si è concentrata esclusivamente sul passaggio dei Passeriformi migratori intrapaleartici durante il mese di ottobre. Oltre ai dati generali vengono evidenziati i primi risultati emersi come la cattura oraria, la ricchezza, la dominanza e le rotte di migrazione. Il Passo della Berga si conferma uno dei più importanti siti in Italia per la migrazione autunnale dei Passeriformi.


BIAGI P., STARNINI E.
Human settlement and environmental exploitation of Valcamonica Valtrompia watershed from the beginning of the Holocene to the Middle Ages

Riassunto – Il lavoro presenta una sintesi dei dati a disposizione riguardanti la frequentazione umana più antica delle alte quote alpine, con particolare riferimento allo spartiacque Valcamonica-Valtrompia. Le ricerche condotte negli ultimi 30 anni hanno messo in luce numerose testimonianze del passaggio dell’uomo a partire dalla fine del Paleolitico Superiore. Un maggior numero di frequentazioni è documentato a partire dall’inizio dell’Olocene, e testimonia l’attività venatoria stagionale da parte di gruppi di cacciatori-raccoglitori mesolitici, non appena le praterie alpine si erano liberate dalla coltre glaciale. Le alte quote vennero frequentate nuovamente a partire dall’età del Bronzo, come indicato principalmente da rinvenimenti di punte di freccia anche su sentieri attualmente ancora in uso, oltre che da una serie di datazioni radiocarboniche. Frequentazioni più recenti sono attestate per l’età del Ferro e il periodo Alto Medievale.


RESOCONTI E SEGNALAZIONI


CRETTI A., BONA E.
Una nuova stazione di Linnaea borealis L. sulle Alpi Orobie orientali

Riassunto – Si documenta il rinvenimento della Linnaea borealis L. sulle Alpi Orobie orientali, a quota modesta.


DE PASCALIS F., ILAHIANE L.
Presenza di Euplagia quadripunctaria (Poda, 1761) Nel Sic-Zps “Torbiere del Sebino”(Bs)

Riassunto – Riportiamo la prima segnalazione di Euplagia quadripunctaria per un SIC-ZPS della provincia di Brescia.


BERTOLI R.
Nidificazione di Rondone (Apus apus) in un nido di Balestruccio (Delichon urbicum) nel Comune di Pertica Bassa (Valle Sabbia) in Provincia di Brescia

Riassunto – Si presenta l’atipica nidificazione di una coppia di Rondoni in un nido di Balestruccio in provincia di Brescia.


TROTTI P.
Observation of Eagle Owl (Bubo bubo) predation on Alpine Swift (Apus melba)

Riassunto – Breve descrizione di un evento di predazione da parte di un Gufo reale su un Rondone maggiore.


Natura Bresciana 2013 – Volume 38

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Indice degli articoli

AGOSTINI L. e FIORETTI A.M.
Storia delle meteoriti Alfianello e Trenzano cadute nella Provincia di Brescia nella seconda metà del 1800.

Riassunto – Al museo di Scienze Naturali di Brescia sono custodite due meteoriti di notevole valore storico: Trenzano e Alfinello. Trenzano cadde il 12 Novembre 1856 a Trenzano (Brescia) mentre Alfianello cadde ad Alfianello (Brescia) il giorno16 Febbraio 1883. Entrambe prendono il loro nome dalla località dove sono cadute.
La prima aveva un peso di circa 9 kg, il peso della meteorite e dei frammenti si può solo ipotizzare facendo la somma del peso dei pezzi segnalati nei vari musei e da privati, la seconda invece di circa 200 kg.
Frammenti delle due meteoriti, tra la fine del 1800 fino a metà circa del 1900, furono venduti, o misteriosamente sparirono nelle collezioni di privati. Attualmente alcuni pezzi si possono trovare nei più grandi musei di scienze naturali.

In questo articolo è stata ricostruita la loro storia testimoniata da documenti e missive di notevole interesse scientifico in un periodo segnato da battaglie e moti rivoluzionari che porteranno all’unità d’Italia.


FIORETTI A.M., AGOSTINI L., DOMENEGHETTI M. e MOLIN G.
Studio petrografico-mineralogico delle meteoriti Alfianello e Trenzano cadute nella Provincia di Brescia nella seconda metà del 1800.

Riassunto – In concomitanza con una ricerca storica sulle due famose meteoriti bresciane Alfianello e Trenzano, si è ritenuto opportuno esaminare e caratterizzare anche dal punto di vista scientifico i campioni conservati presso il Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia. L’indagine storica, basata sui documenti ottocenteschi raccolti presso il museo di Brescia e il Museo Bombicci di Bologna, ha permesso di ricostruire in dettaglio sia le fenomenologie di caduta sia le vicissitudine di vari frammenti attualmente dispersi e conservati in numerosi musei in tutto il mondo. L’analisi mineralogico-petrografica ha confermato la classificazione della meteorite Alfianello riportata nel Catalogue of Meteorites (Graham et al., 1985) come condrite ordinaria L6, grado di shock S5 e alterazione W0. Lo studio della meteorite Trenzano ha invece messo in evidenza alcuni caratteri petrograficci incompatibili con la precedente classificazione ufficiale (H6) ed ha portato ad un lavoro di revisione terminato con la pubblicazione di un articolo (FIORETTI et al., 2007) in cui viene proposta la riclassificazione come condrite ordinaria H5, con grado di shock S2 e alterazione W0. Per questa meteorite lo studio cristallochimico condotto su cristalli di pirosseno ha permesso di stimare, sulla base delle reazioni di scambio intracristallino Mg-Fe, parametri fisici relazionabili

alla storia termica del corpo genitore.


SANTI G.
Sul significato dell’icnofauna del Permiano Inferiore del Bacino di Collio (Prealpi Bresciane).

Riassunto – La Formazione di Collio (Permiano inferiore) affiorante nel Bacino Trumplino (Prealpi Bresciane) è un ricco serbatoio di fossili composto da tracce di vertebrati ed invertebrati, resti di lamellibranchi, di vegetali (macropiante e pollini). In parte anche la “Pietra Simona”, membro del Conglomerato del Dosso dei Galli posta al top del “Collio s.s.” contiene icnofossili di invertebrati (Planolites e Palaeophycus) e orme di rettili attribuite al solo icnotaxon Dromopus didactylus. Con lo studio delle tracce degli invertebrati, insieme ai vertebrati la biodiversità originale è stata in gran parte definita nei suoi componenti fondamentali. Con i dati acquisiti sono state considerate le relazioni fra vertebrati ed invertebrati e sollevati diversi problemi che a tutt’oggi non hanno ancora ricevuto una soluzione definitiva.


ROSSI M. e SANTI G.
Studio Morfometrico e Morfodinamico di resti craniali, dentali e mandibolaridi Ursus Spelaeus dalla grotta del Buco del Frate e dall’altopiano di Cariadeghe (Brescia) nel quadro evolutivo degli orsi delle caverne.

Riassunto – Gli Autori propongono una prima analisi morfometrica e morfodinamica su resti cranio-mandibolari e dentali di Ursus spelaeus Rosenmüller, 1794 provenienti dalla Grotta del Buco del Frate e dall’Altopiano di Cariadeghe in Provincia di Brescia. Questa popolazione rientra nel range di variabilità tipico dell’orso delle caverne ma presenta, analogamente ad altre popolazioni italiane, un mosaico di caratteri evoluti e primitivi. In particolare, la morfodinamica dei P4/4 ha dimostrato un grado d’evoluzione medio del tutto simile a quello di altre popolazioni speleine italiane, ma inferiore a quello che caratterizza le popolazioni d’oltralpe. Questi elementi confermano la possibilità che in Italia le popolazioni di orso delle caverne siano andate incontro ad una evoluzione di tipo conservativo.


BONA F.
La Fauna Romana di Flero (Bs), Terreni Freddi – 2008 (Us 106).

Riassunto – La realizzazione del raccordo autostradale Ospitaletto-Poncarale-Montichiari ha richiesto una serie di indagini archeologiche di valutazione preventiva del rischio archeologico. Lo svolgimento dello scavo archeologico ha permesso di mettere in luce un esiguo deposito ma con peculiarità rilevanti. Il sito è polifasico e presenta testimonianze di frequentazione che vanno dalla presenza celtica, seguita dalla romanizzazione già dal I secolo a.C. fi no al VI secolo d.C.. A circa 20 metri dal limite sud dello scavo ed in posizione centrale è stata riconosciuta e scavata una buca di 2,75 x 2,65 m (US 266) all’interno della quale si trovavano i resti faunistici oggetto della presente relazione (US 106). Principalmente si trattava di scheletri di animali domestici in buona parte ancora in connessione anatomica. L’analisi archeozoologica ha permesso di evidenziare come nella fossa US 266 siano stati gettati 24-25 animali appartenenti a 2 ordini (Artiodactyla e Carnivora), 3 famiglie (Bovidae, Suidae e Canidae) e 5 specie: 6 Bos taurus, 2 Capra hircus, 10 Ovis aries, 5-6 Sus domesticus ed 1 Canis familiaris.


GALLINARI A. e FERRARI P.
Contributo alla conoscenza dei Myxomiceti Nivicoli della Provincia di Brescia.

Riassunto – Gli autori presentano il risultato di un lavoro di ricerca di Myxomicetes nivicoli, raccolti e studiati per la prima volta nel territorio bresciano. Sono state reperite e identificate 33 specie, e redatta una Check list compilata in ordine alfabetico. Tra le zone visitate, quelle più ricche di specie sono risultate essere la Val Salarno e il M. Maniva, mentre Diderma alpinum e Physarum vernum si confermano essere tra le specie più comuni di Myxomycetes nivicoli.


PAPETTI C., CHIARI M., FORTI P. e RESTELLI V.
Flora Micologica della Provincia di Brescia Ordine Boletales.

Riassunto – Sono presentati, opportunamente riuniti e sistematicamente ordinati, i taxa dell’ordine Boletales segnalati nel tempo in Provincia di Brescia attraverso le pubblicazioni: Bollettino del Circolo Micologico G. Carini, Natura Bresciana e Flora micologica dell’Agro Bresciano. Numerose entità sono anche conservate essiccate nell’Erbario Micologico Bresciano (HBBS).


BARLUZZI F., BONA E., MARTINI F. e PERICO G.
Il complesso di Carex Flava L.: (Cyperaceae) nella Lombardia centro-orientale (N-Italia).

Riassunto – Vengono presentati i risultati di una ricerca sul gruppo di Carex flava (Cyperaceae), nella Lombardia centro-orientale (province di Bergamo, Brescia e territori limitrofi ). In base a una cospicua raccolta iniziata nel 1984, rappresentata da 280 fogli d’erbario, sono stati individuati i seguenti taxa: C. flava L. s. str., C. flava L. var. alpina Kneucker, C. lepidocarpa Tausch, C. oederi Retz., C. tumidicarpa Anderss. nonchè la notospecie C. × alsatica (C. tumidicarpa x C. flava). Per ciascuno dei taxa sono discussi la diffusione locale (con carta distributiva) e gli aspetti ecologici fondamentali con riferimento alla valenza altitudinale.


TAMPUCCI D., DIGIOVINAZZO P. e ANDREIS C.
Serie dinamica del bosco a Rovere: il caso del parco nazionale Val Grande (Vco).

Riassunto – Viene ricostruita la serie dinamica del bosco a rovere nel Parco Nazionale Val Grande (VCO), quale caso di studio esportabile a tutta l’area prealpina occidentale suboceanica, per analogia di climae substrato. Sono state cartografate, in ambiente GIS, le aree di pertinenza della serie sulla base delle caratteristiche climatiche e fisiche del territorio. Entro tali aree sono stati effettuati 48 rilievi fitosociologici che hanno compreso tutti gli stadi serali della vegetazione, per poi procedere con l’analisi delle fitocenosi individuate e la loro interpretazione in chiave dinamica. Risultato dello studio è l’individuazione di sei fitocenosi, quattro delle quali (pteridieti, calluneti, betuleti, rovereti) fra loro collegate da un legame dinamico, suggerito da analisi floristiche quali-quantitative sull’abbondanza delle specie e dall’analisi dei parametri ecologico-stazionali tramite CCA.


LEO R. e GOBBINI M.
I Rapaci (Falconiformes) nidificati delle colline ad est di Brescia (Lombardia orientale).

Riassunto – Sono esposti i risultati di una ricerca triennale sui rapaci nidificanti nelle colline carsiche poste immediatamente a est di Brescia. Sono riportate informazioni su densità, trend di popolazione e aspetti specifici a scala locale.


MAESTRI F. e VOLTOLINI L.
Biologia riproduttiva della Tottavilla (Lullula Arborea) sulle Prealpi Bresciane e Gardesane.

Riassunto – Abbiamo studiato la riproduzione della Tottavilla Lullula arborea dal 2002 al 2004 in un’area all’interno della zona xerotermica e termofila del “Carso bresciano”. Abbiamo analizzato gli aspetti floristici e vegetazionali dell’area allo scopo dell’inquadramento ecologico della specie.


LEANDRI F.
Riproduzione di Oxygastra Curtisi (Dale, 1834) (Insecta, Odonata), presso il Lago Moro, Darfo Boario Terme (Bs).

Riassunto – Viene segnalato un nuovo sito di riproduzione di Oxygastra curtisi (Dale, 1834) (Insecta, Odonata) presso il Lago Moro (Darfo Boario Terme, BS, Lombardia). Si tratta di una specie endemica dell’Europa sud occidentale, che predilige ambienti naturali ben strutturati e, per quanto ne sappiamo, risulta molto localizzata in Italia. È segnalata come “quasi a rischio” nella Lista Rossa Europea, è segnalata nell’All. II e IV della Direttiva Habitat e nell’Appendice II della Convenzione di Berna. Attualmente non si posseggono sufficienti informazioni su O. curtisi in Lombardia, è necessario svolgere ulteriori ricerche sulla sua distribuzione e salvaguardare i siti in cui si riproduce.


GARGIONI A.
Prima Nidificazione di Cormorano Phalacrocorax Carbo Sinensis (Linnaeus 1758) in Provincia Di Brescia (Lombardia).

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia del Cormorano Phalacrocorax carbo siniensis in una garzaia all’interno del raccordo autostradale di Brescia centro.


GARGIONI A. e PIOTTI G.
Prima nidificazione di Smergo Maggiore Mergus Merganser (Linnaeus 1758) in Provincia di Brescia (Lombardia).

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia dello Smergo maggiore Mergus merganser nel tratto medio-alto del lago di Garda.


GARGIONI A. e SOTTILE F.
Resoconto Ornitologico Bresciano 2010, 2011, 2012.

Riassunto – Vengono accorpate, divise per anno, le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative agli anni 2010, 2011 e 2012.


BOLLINI E. e LEO R.
Prima segnalazione di Istrice Hystrix Cristata L. in Provincia di Brescia.

Riassunto – Si presenta la prima segnalazione di un Istrice nella provincia di Brescia.


ZANOTTI E.
In ricordo di Arturo Crescini (1933-2013).

Con i contributi di: GIUSEPPE BERRUTI, ENZO BONA, SERGIO DANIELI, CINZIO DE CARLI, SILVIO FORMENTI, FRANCO SOLINA, FILIPPO TAGLIAFERRI