Indice degli articoli
SCHIROLLI P.
Il valore geologico e paleontologico dell’area dell’eridio (provincia di Brescia, Italia)
Riassunto – Il presente lavoro riassume lo stato delle conoscenze sull’assetto geologico del territorio situato tra il Lago d’Idro e il Lago di Garda, al fine di far emergere l’importanza di un geosito, quale quello dell’alta Valvestino, che è sede di un patrimonio geologico e paleontologico da salvaguardare e valorizzare. Una ricca e differenziata associazione faunistica a invertebrati e vertebrati marini caratterizza i depositi bacinali norici affioranti in quest’area. Tale contenuto paleontologico fu scoperto alla fine degli anni ’60 a seguito di ricerche sostenute dal Museo di Scienze Naturali di Brescia, ove attualmente sono depositati i reperti.
Durante il Norico (Triassico Superiore) un complesso sistema di faglie sinsedimentarie frammentò l’ampia e omogenea piattaforma carbonatica della Dolomia Principale, originando limitate aree bacinali intra-piattaforma, nelle quali si depositarono le facies eteropiche della Dolomia Principale e il Calcare di Zorzino (“Gruppo dell’Araralta” sensu JADOUL, 1986). In queste due formazioni, oltre che nella soprastante Argillite di Riva di Solto, risiedono livelli fossiliferi principalmente a crostacei e pesci.
SCHIROLLI P.
Studio macroscopico dei materiali lapidei locali impiegati nelle epigrafi bresciane di età alto-medievale
Riassunto – L’esame macroscopico del supporto lapideo utilizzato nelle epigrafi alto-medievali rinvenute sul territorio bresciano (SGARZI, 2005) ha permesso di mettere in evidenza l’uso dal V al IX secolo d.C. di litotipi calcarei riconducibili non solo alla formazione calcarea della Corna, localmente nota come “pietra di Botticino” (o commercialmente come “marmo di Botticino”), diffusamente impiegata nella Brixia romana e riconosciuta in una sola delle epigrafi oggetto di studio, ma anche a calcari posti in posizione stratigrafica soprastante la Corna, appartenenti ad un’unità formalizzata come «Encrinite di Rezzato», una formazione di recente istituzione (SCHIROLLI in DELFRATI et al., 2002), attribuita al Giurassico inferiore e affiorante nell’area di Botticino, Virle e Rezzato, nei dintorni orientali della città di Brescia. Già peraltro dall’età romana è noto l’utilizzo di tale intervallo stratigrafico e del soprastante «Corso Rosso di Botticino» (anch’esso di recente formalizzazione; SCHIROLLI in DELFRATI et al., 2002) congiuntamente alla Corna (SCHIROLLI e DEL PIETRO, 2004).
L’uso dei marmi (di natura metamorfica) prevale nettamente su quello dei calcari (di natura sedimentaria), con tipologie saccaroidi, generalmente a grana media, che vanno dai marmi di colore bianco omogeneo a quelli venati. Data la nota complessità relativa allo studio dei molteplici marmi bianchi usati nell’antichità, l’osservazione a livello macroscopico effettuata sulle epigrafi oggetto di studio non poteva certo avere la presunzione di giungere alla determinazione degli ambiti di provenienza. Essa ha però messo in luce, almeno per talune lastre, una notevole somiglianza con il locale marmo di Vezza d’Oglio, cavato in alta Val Camonica sino agli anni ’60 del secolo scorso. Tale litotipo risulta scarsamente considerato dagli AA. che in precedenza si sono occupati delle epigrafi citate in questa nota. Questo nuovo dato, sebbene necessiti del conforto di analisi più approfondite, almeno di livello microscopico, costituisce certamente uno stimolo alla ricerca sui materiali lapidei cavati nel territorio bresciano durante l’antichità e sembrerebbe introdurre anche il “Vezza d’Oglio” nello spettro dei marmi bianchi e venati conosciuti per il valore estetico e la lavorabilità. La scoperta della statua romana di Cividate Camuno (ROSSI, 2005), avvenuta contemporaneamente allo studio delle epigrafi descritte in questa nota, e la sua attribuzione al marmo venato di Vezza d’Oglio (POGGI in ROSSI, 2005) parrebbe accreditare i risultati emersi dall’analisi macroscopica dei supporti lapidei impiegati nelle epigrafi alto-medievali bresciane considerate in questo studio.
GALLINARI A., GILIANI G.
Censimento della micoflora del colle Sant’anna (Provincia di Brescia, Italia Settentrionale)
Riassunto – Gli autori forniscono i dati relativi al censimento della flora micologica reperita sul colle Sant’Anna, elevazione di modesta entità posta all’estrema periferia ovest della città di Brescia. Dopo un inquadramento dell’area di studio, dei metodi utilizzati e dei risultati, sono elencate le specie rinvenute, con grafici riguardanti la ripartizione dei gruppi tassonomici, la presenza delle Agaricales, le tavole identificative dei mesi di raccolta.
BRUSA G., RAIMONDI R., CERABOLINI B.
La flora briologica della riserva naturale “lago di Biandronno” (Lombardia, Italia Settentrionale): note autoecologiche e fitosociologiche
Riassunto – è stata studiata la ripartizione di 5 specie di epatiche e 27 specie di muschi in relazione ai gradienti di falda d’acqua e di pH nella torbiera della Riserva Naturale “Lago di Biandronno”. Il gradiente di falda, stimato tramite la microtopografia, mostra una distribuzione unimodale, che indica la prevalenza di stadi di interramento ad opera di vegetazioni di Phragmiti-Magnocaricetea; il gradiente di pH evidenzia una distribuzione bimodale, con valori di elevata acidità associati alla presenza di comunità dominate da Sphagnum spp.
Le uniche formazioni vegetali fisionomicamente caratterizzate da briofite sono quelle in cui prevalgono Riccia fluitans o Sphagnum spp. Per ciascuna specie viene discussa la distribuzione in relazione al gradiente di pH e di falda. Di particolare interesse è la presenza di briofite microtermiche a bassa quota, come Scorpidium scorpioides e Calliergon giganteum.
BOLPAGNI R., ROBERTI A., TOMASELLI M.
La Paül di Lemprato, un ambiente umido relitto nel territorio comunale di Idro (Valle Sabbia)
Riassunto – Vengono di seguito presentati i risultati della caratterizzazione della vegetazione acquatica e riparia della Paül di Lemprato, una zona umida relittuale posta nella porzione NE della provincia di Brescia, nel territorio comunale di Idro. La classifi cazione dei 32 rilievi eseguiti secondo il metodo di Braun-Blanquet ha portato all’individuazione di 14 distinte fi – tocenosi, ricondotte a quattro classi di vegetazione: Potametea, Phragmito-Magnocaricetea, Artemisietea vulgaris e Salicetea purpureae. Le unità vegetazionali dominanti sono rappresentate dalle comunità elofi tiche ripariali ascrivibili all’alleanza Phragmition communis, in particolare Phragmitetum australis. La maggior quota della diversità vegetazionale è comunque conservata nei popolamenti idrofi tici del biotopo.
L’analisi delle componenti principali condotta sul dataset conferma la stretta dipendenza della successione vegetazionale descritta con il gradiente di idro-igrofi lia. Il biotopo rappresenta un nodo centrale nella complessa rete di relazioni ecologiche dell’alta Valle Sabbia, in virtù dell’eccezionale valore conservazionistico valutato sulla base delle formazioni descritte e delle specie faunistiche di particolare interesse segnalate (Nycticorax nycticorax, Alcedo atthis, Sylvia nisoria, Triturus carnifex, ecc.), alcune delle quali rientrano negli allegati della Direttiva 92/43/CEE. Il presente lavoro cerca di colmare una parte delle lacune conoscitive sul valore ambientale del biotopo chiedendo l’istituzione di un consono livello di protezione.
BARLUZZI F., ARMIRAGLIO S.
Indagine floristica sui principali ambienti del colle di Sant’Anna (Brescia, Italia settentrionale)
Riassunto – Il colle di S. Anna è un modesto rilievo conglomeratico, la cui superficie ricade interamente nel Comune di Brescia. In tale area, in cui si svolgono anche attività ricreative e didattiche, nel corso degli anni 2000-2003 sono state svolte indagini floristiche al fine di redigere un elenco floristico il più possibile aggiornato del Colle, valutando la distribuzione della flora in relazione ai diversi ambienti indagati e l’influenza delle specie esotiche presenti in questi ultimi.
L’indagine floristica ha riguardato l’intera collina, fatta eccezione per le proprietà private non accessibili e recintate.
La distribuzione della flora è stata valutata in 30 aree fisionomicamente omogenee, raggruppate successivamente in sette “categorie ambientali”: boschi, arbusteti, poste da caccia e zone aride, prati e coltivi, ripe o scarpate, zone umide e sentieri. Sono stati individuati 615 taxa diversi, su un totale di 11084 segnalazioni. Le entità avventizie e naturalizzate rappresentano il 3,3%, quelle sinantropiche poco più del 30% della flora totale.
Le entità protette, considerate a rischio, sono localizzate nei lembi di prati aridi rimanenti e nelle aree prospicienti gli appostamenti temporanei da caccia. In questi ambienti, dove si concentra il geoelemento eurimediterraneo, l’inquinamento floristico ad opera di entità aliene è attualmente ancora contenuto.
La tendenza opposta si osserva invece lungo i sentieri e gli ambienti soggetti a disturbo antropico, i quali costituiscono un corridoio d’ingresso di entità esotiche, il cui contenimento è possibile solo riducendo la frammentazione degli habitat.
NARDI G., NIERO I., BRACCIA A.
Nota sui vitrinidae (gastropoda, pulmonata) viventi in provincia di Brescia
Riassunto – Sino ad oggi, in base ai dati pubblicati nella letteratura scientifica, erano note con certezza, per la provincia di Brescia, tre specie differenti di Vitrinidae: Vitrina pellucida (O.F. Müller, 1774), Eucobresia diaphana (Draparnaud, 1805) e Vitrinobrachium breve (Férussac, 1821). Una quarta specie, Vitrinobrachium tridentinum Forcart, 1856, era stata segnalata da MAASSEN (1987) e da EIKENBOOM (1996), dopo aver raccolto solo le conchiglie ed omesso la citazione di V. breve, specie molto comune nel territorio indagato. Tutte le informazioni disponibili sono apparse dunque inattendibili, poiché datate e basate sui soli caratteri esterni dell’animale (forma del guscio e colore del mollusco).
L’analisi di numerose popolazioni di Vitrinidae, individuate negli ultimi anni in provincia di Brescia, studiate anche sotto il profilo anatomico (apparato riproduttore), ha permesso di aggiornarne l’elenco per quest’area. Si conferma la presenza di V. pellucida, E. diaphana e V. breve; sono nuove le seguenti specie: Eucobresia nivalis (Dumont & Mortillet, 1852), Semilimax kotulae (Westerlund, 1883) e Vitrinobrachium tridentinum Forcart, 1956. Quest’ultima entità, descritta come endemica del Trentino-Alto Adige e della valle del fiume Brenta, viene censita anche per la Lombardia, pertanto è ora possibile definire meglio il suo areale di distribuzione. Infine, in quattro stazioni, sono state individuate popolazioni che presentano un apparato genitale parzialmente diverso da V. breve. Le sei specie sino ad oggi censite per la provincia di Brescia vengono descritte e raffigurate. Vengono inoltre esposti i dati ecologici emersi dalle raccolte effettuate.
CIUTTI F., GIROD A., MARIANI M.
Considerazioni su una popolazione di Corbicula Fluminea (müller, 1774) nel lago di Garda sud-orientale (Italia)
Riassunto – Si analizza la struttura di una popolazione di Corbicula fulminea, presente nel bacino meridionale del Lago di Garda, sia da un punto di vista della correlazione tra altezza e lunghezza dei nicchi sia dal punto di vista della probabile età degli animali.
GOBBI M., GROPPALI R., SARTORI F.
La cenosi a Coleotteri Carabidi (Arthropoda, Insecta) del bosco Siro Negri (parco regionale del Ticino, Lombardia)
Riassunto – Nel presente lavoro viene analizzata la carabidocenosi di un bosco planiziale (Bosco Siro Negri, Parco del Ticino Lombardo, Pavia). La ricchezza di specie, la morfologia alare e il regime alimentare delle specie sono state utilizzate per confrontare la comunità del Bosco Negri con quelle di altri 11 boschi planiziali della Pianura Padana. La morfologia alare e il regime alimentare delle singole specie risultano autocorrelate e ottimi bioindicatori in grado di separare i boschi in due gruppi e di descriverne il differente grado si stabilità. Il Bosco Negri non si posiziona chiaramente in nessun gruppo manifestando una condizione intermedia di stabilità che viene discussa.
Riassunto – È stata condotta una ricerca quadriennale quinquennale (2000-2004) sulla biologia riproduttiva di una popolazione di Saltimpalo nidificante nella pianura Padana, nel comune di Borgo San Giacomo (Brescia). Il lavoro si basa su un campione di 106 nidi totalmente ubicati in canali di irrigazione. La deposizione delle uova è avvenuta tra il 22 febbraio e il 17 luglio. Considerando solo la prima covata, il 9,4% delle coppie ha deposto le uova in febbraio, l’81% in marzo e il 9,6% nei mesi seguenti. I nidi erano orientati nel 41,5% dei casi a nord, nel 24,5% ad est, nel 17,9% ad ovest e nel 16% a sud. L’altezza media dei nidi dal suolo (fondo dei canali) è risultata di 0,72 m (D.S. 0,31; range 0,2-2,2 m.; n = 106). La distanza media da strade carrabili è risultata di 25,2 m, (D.S 35,5; range 1-150 m; n=106). La dimensione media delle covate è risultata di 5,4 (D.S. 0,5; range 4-7; n=106). Le misure delle uova sono risultate: lunghezza 17,25 mm (D.S. 0,58; range 16,1-20; n=577); larghezza 13,97 mm (D.S. 0,36; range 12,4-14,9; n=577); peso 1,79 g (D.S. 0,13; range 1,3-2,2; n=577). La durata media dell’incubazione è stata di 12,9 giorni (D.S. 1; range 11-16; n=91). Il numero medio delle uova schiuse è risultato di 4,85 (D.S. 0,97; range 1-7; n=91), con un tasso di schiusa del 76,7% . Il periodo medio di allevamento dei pulli è stato di 14,6 giorni (D.S. 1,1; range 13-17; n=88). Il numero medio dei giovani involati è risultato di 4,5 (D.S. 1,1; range 1-7; n=88), con relativo tasso d’involo dell’89,8%, e un successo riproduttivo del 61,8%.
GARGIONI A.
Distribuzione ed espansione della Taccola (Corvus Monedula) in provincia di Brescia (Lombardia)
Riassunto – Viene esaminata l’attuale distribuzione della Taccola in provincia di Brescia e la sua evoluzione in seguito al fenomeno di espansione e inurbamento in atto dagli anni ‘950 nell’Italia settentrionale. La popolazione attuale è stimata in 60-70 coppie, suddivisa in tre nuclei principali.
LEO R.
Lupi e loere a Polaveno (Brescia, Italia): indagine preliminare
Riassunto – Sono descritte le risultanze di una indagine effettuata nel comune di Polaveno (Bs) su antiche fosse realizzate per la cattura di lupi dette localmente loere. In mancanza di fonti documentali dirette l’articolo ipotizza i movimenti locali e le tecniche di cattura utilizzando la tradizione orale e fonti storiche. Il periodo di costruzione si presume sia antecedente ai primi decenni del 1800. Le fosse sono descritte con rilievi dal vero, la loro struttura generale è sostanzialmente in linea con quanto già noto. Alcune di esse presentano però alcuni elementi costruttivi originali in quanto poste su versanti molto acclivi. Il numero di trappole scoperte, quindici ad ora, è decisamente elevato, non trovando riscontro in altre realtà nazionali.
GHIDOTTI R.
Un’inedita ascia martello dal territorio di Ghedi (Brescia)
Riassunto – Si dà notizia di un’ascia – martello proveniente da Ghedi (Brescia) ed attribuibile all’antica Età del Bronzo. Detto reperto testimonierebbe la produzione locale di questo tipo di arma e la sua probabile destinazione votiva.
VERDE S., ANDREIS C.
Bibliografia geobotanica Lombarda (‘900-2006)
Riassunto – Il presente lavoro elenca 535 riferimenti bibliografici inerenti la letteratura geobotanica sintassonomica e biogeografica relativa alla regione Lombardia.
ZANOTTI E.
Flora della pianura bresciana centro-occidentale V aggiornamento
Riassunto – Viene aggiornato il censimento floristico della pianura bresciana centro-occidentale (ZANOTTI, 1991, 1993, 1996, 2000, 2003) con segnalazioni di reperti nuovi o risultanti da revisioni d’erbario.
GARGIONI A.
Prima nidificazione di garzetta egretta garzetta in provincia di Brescia (Lombardia)
Riassunto – viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia della Garzetta Egretta garzetta, in una garzaia all’interno del raccordo autostradale di Bresciacentro.
LEO R., CAPELLI S.
Accertata nidificazione di Gufo Reale (Bubo Bubo) in una cava in comune di Rezzato (Brescia, Italia)
Riassunto – viene segnalato un sito di nidificazione del gufo reale nelle Prealpi.
LONGHI D., GRATTINI N., NOVELLI F.
Resoconto ornitologico del gruppo ricerche avifauna mantovano 2003-2004-2005
Riassunto – Vengono presentate le osservazioni più interessanti raccolte dal Gruppo Ricerche Avifauna Mantovano relative agli anni 2003, 2004 e 2005. Le specie segnalate sono 99.
GALASSO G., CEFFALI G.
Segnalazioni floristiche per il territorio Bresciano