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Riassunto – Vengono esaminati i resti di bisonte rinvenuti nel greto del fiume Oglio. Le caratteristiche del cranio sono tipiche di Bison priscus Bojanus, 1827.
Viene data descrizione dettagliata del materiale in studio che è confrontato con altro della stessa specie e con quello di Bos primigenius.
La buona conservazione dei reperti ha permesso di evidenziare alcune caratteristiche tipiche di questa specie.
ARMIRAGLIO S., GENTILI R., BARONI C.
Prunus padus L. in valle dell’Avio (Alta Valle Camonica, Brescia). Caratteri morfologici della popolazione, aspetti geobotanici e fitogeografici della nuova stazione
Riassunto – Con il presente studio vengono illustrate le caratteristiche ambientali di una nuova stazione di Prunus padus, recentemente rinvenuta in Valle dell’Avio. La stazione è stata studiata analizzandone le caratteristiche geoambientali dell’area, la diffusione della popolazione, l’entità di quest’ultima e la sua sinecologia.
La stazione di Prunus padus è posta in Valle dell’Avio, sul cono composto di Malga Caldea, nel tratto centrale del cono, zona di sovrapposizione tra gli accumuli detritici e i depositi di debris flow.
La popolazione individuata è probabilmente di recente insediamento, diffusa in un’area ridotta del cono di Malga Caldea, pari a circa 15.000 m2, ed è costituita da soli quattro nuclei di crescita.
Le popolazioni di Prunus padus sono presenti all’interno di cespuglieti ad Alnus viridis e Betula pendula. Sotto il profilo fitogeografico, la stazione considerata si colloca in diretta continuità con le popolazioni E-alpine di questa specie.
ANDREIS C., ARMIRAGLIO S., CACCIANIGIA M., BORTOLAS D., BROGLIA A.
Pinus cembra L. nel settore sud-alpino Lombardo (Italia settentrionale)
Riassunto – È stata condotta un’indagine sulla distribuzione, la consistenza e la sociologia del pino cembro (Pinus cembra L.) nel settore Sud-Alpino lombardo (Alpi Orobie, Passo del Mortirolo, massiccio dell’Adamello, province di Bergamo, Brescia e Sondrio), al limite meridionale di distribuzione nelle Alpi centro-orientali.
La ricerca si è articolata nella mappatura delle popolazioni di cembro, in uno studio sulla loro demografia e struttura e in una fase di rilevamento fitosociologico. E’ stata inoltre condotta un’indagine bioclimatica per valutare le potenzialità della specie, legata a climi continentali. I dati climatici e distributivi considerati hanno consentito di realizzare un modello di distribuzione in funzione della continentalità climatica. La mappatura delle stazioni di Pinus cembra ha permesso di tracciare una distribuzione più ampia di quanto riportato in letteratura, soprattutto sul versante orobico settentrionale, con ritrovamenti di popolazioni non note in precedenza.
Lo studio demografico ha rivelato che le popolazioni sono stabili o con tendenza dinamica all’espansione, con una rilevante percentuale di individui giovani. Le fitocenosi a Pinus cembra rilevate sono solo in parte (in particolare quelle del Passo del Mortirolo e dell’Adamello) simili a quelle centroalpine. Le stazioni più meridionali presentano aspetti particolari dove il cembro è spesso associato ad arbusteti a pino mugo. La maggior parte delle vegetazioni rilevate è relegata in aree impervie. Altre fitocenosi sono invece stadi di ricolonizzazione di aree precedentemente pascolate dove il cembro dimostra una buona competitività, con numerosi individui giovani.
Riassunto – La variabilità delle temperature negli ultimi 700 anni ricostruita da una cronologia di anelli degli alberi delle Alpi Centrali. Nel presente articolo viene usata una cronologia di anelli annuali proveniente dalla Val Ventina (Alpi Centrali), formata da numerosi esemplari di larice (Larix decidua Mill.) eccezionalmente longevi, per testare un nuovo metodo per calcolare gli indici degli anelli e per ricostruire le temperature della regione.
La standardizzazione è basata su una trasformazione esponenziale dei dati grezzi, effettuata prima del detrending allo scopo di stabilizzare la varianza producendo serie temporali omoscedastiche. In un secondo tempo vengono calcolati gli indici come scostamenti della funzione originale dal trend dell’età modellizato sulla serie proveniente dalla trasformazione. La cronologia così ottenuta contiene un forte segnale comune e mostra una correlazione significativa con le temperature massime estive (ottenute facendo la media dei mesi di Giugno e Luglio) della stazione meteorologica di Milano.
Il modello usato per la regressione è basato solo sul periodo 1778-1950 dato che la relazione matematica tra il clima e la crescita degli alberi si indebolisce negli ultimi 30 anni.
La serie delle temperature ricostruite riproduce sia la variabilità ad alta frequenza sia quella a bassa frequenza. Il periodo di temperature inferiori alla media corrispondente alla Piccola Età Glaciale è bene evidente nella ricostruzione e si estende approssimativamente dal 1575 all’inizio del 19imo secolo. Le temperature estive del ventesimo secolo si collocano all’interno della naturale variabilità degli ultimi 700 anni.
RONCAGLIO P., BORSANI G.
Analisi della struttura di popolazione del mollusco bivalve Dreissena polimorpha (Pallas, 1771) nel Sebino (Lombardia, Italia settentrionale)
Riassunto – In questo lavoro vengono riportati i risultati dell’analisi della struttura di popolazione di Dreissena polymorpha (Pallas, 1771) negli anni 2002-2003 nel Sebino. I dati ottenuti dai campionamenti mensili sono stati confrontati con quelli relativi ad un analogo studio risalente agli anni 1990- 1991. Tale confronto evidenzia una sostanziale diminuzione della densità di questo mollusco; ciò è da attribuirsi principalmente all’aumento della predazione da parte di numerose specie acquatiche.
Riassunto – Gli autori presentano i dati inediti desunti dalle proprie ricerche sui lepidotteri notturni effettuate fino al 2003 e da quelli derivati dallo studio del materiale depositato presso il Museo di Scienze Naturali di Brescia e dalla Collezione Clerici G. (acquistata dal primo autore).
Riassunto – Diabrotica virgifera virgifera LeConte è considerata una delle maggiori avversità del mais negli Stati Uniti. Il suo ritrovamento in Europa ed in Italia rappresenta una grave minaccia per le nostre coltivazioni. La presenza in provincia di Brescia è stata rilevata nel 2002 e confermata nel 2003. L’affermarsi delle popolazioni e l’espansione continua dell’insetto destano giustificate preoccupazioni per la nostra agricoltura.
BRICHETTI P., GARGIONI A.
Atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (Italia settentrionale)
Riassunto – La presente indagine ha permesso di affinare le basi delle conoscenze scientifiche dell’avifauna nidificante nella bassa pianura lombarda, di approfondire le tematiche ambientali e di pianificazione territoriale attraverso l’individuazione di aree meritevoli di particolare tutela.
Per l’indagine è stata scelta una porzione di territorio compreso tra le province di Brescia, Cremona e Mantova, per una superficie totale di circa 1081,25 km2, ritenuta sufficientemente rappresentativa della realtà ambientale della Pianura Padana centrale.
L’area, caratterizzata da un elevato grado di antropizzazione, comprende 50 comuni, con una popolazione complessiva di 165.463 abitanti, pari a 153 abitanti/km2. L’area considerata, compresa tra 80 e 30 m s.l.m., si trova nella cosidetta “Regione Padana” ed è caratterizzata da un clima temperato- subcontinentale e da forte componente vegetazionale di origine artificiale o antropica, a scapito di quella naturale o semi-naturale; il territorio comprende molte aree eterogenee, che possono essere incluse in tre diversi distretti:
a) valle dell’Oglio bresciano-cremonese;
b) bassa pianura bresciana o pianura fluviale;
c) media pianura bresciana-mantovana o pianura fluvioglaciale e fluviale.
Circa l’8% del territorio considerato, pari a circa 9000 ha, è costituito da territorio protetto, rappresentato dai Parchi Regionali dell’Oglio nord e dell’Oglio sud e da quattro parchi locali di interesse sovracomunale. L’area di studio è stata suddivisa in 170 unità di rilevamento (U.R.), corrispondenti a quadrati di circa 2,5 km di lato, ricavati dalla suddivisione delle Tavolette I.G.M. in scala 1:25.000. Alla ricerca hanno partecipato 21 rilevatori appartenenti alle tre province interessate.
L’indagine ha permesso di raccogliere interessanti informazioni sulla distribuzione e consistenza di alcune specie ornitiche, nonchè sulla loro dinamica di popolazione e stato di conservazione. Nei sei anni della ricerca (1994-99) sono stati raccolti 4441 dati utili, con un grado di copertura del territorio pari al 100% ed una media di 2,6 uscite per U.R. Complessivamente sono state rilevate 85 specie, di cui 37 non-Passeriformi e 48 Passeriformi, con una ricchezza media di 24,8 specie per U. R. Dal punto di vista corologico vie è una netta prevalenza di specie cosmopolite (36%), paleartiche (32%) ed euroasiatiche (22%), con una discreta componente di specie europee (18%), a conferma di un marcato grado di continentalità della Pianura Padana. Dal punto di vista conservazionistico, 20 specie (23,8%) rientrano nella Lista Rossa degli uccelli italiani, di cui 13 sono considerate a più basso rischio, 4 vulnerabili, 2 in pericolo e 1 in pericolo in modo critico. Di queste, il 55% è legato agli ambienti umidi e il 25% raggruppa rapaci diurni e notturni.
LEO R., BERTOLI R.
Il Gufo reale (Bubo bubo) in un’area delle Prealpi bresciane (Lombardia, Nord-Italia)
Riassunto – Sono presentati i risultati di un censimento, durato cinque anni, condotto in una zona prealpina della provincia di Brescia di 540 km2. Tramite ascolto del canto spontaneo sono stati rilevati 6 territori di cui solo tre occupati da coppie che si riproducono in modo regolare. La densità (1,45 cp./100km2) e il successo riproduttivo della specie (2,14 giovani/ coppia di successo) sono risultati in linea con quanto già noto per le Alpi italiane. Si è anche appurato che l’impatto con le linee aeree è la principale causa di mortalità extra-naturale per la specie. Si ipotizza, come già stimato in altre zone prealpine, un processo di emigrazione da aree source a sink. Questo processo dovrebbe permettere alla specie di essere presente anche in zone ad alta mortalità e basse potenzialità trofiche.
BERTOLI R., LEO R.
Prima indagine sulla distribuzione in provincia di Brescia (Lombardia, Italia settentrionale) del Re di quaglie (Crex crex)
Riassunto – Vengono esposti i risultati di uno studio preliminare, fatto negli anni 2001 e 2002, sulla distribuzione, in una zona prealpina della provincia di Brescia, del Re di quaglie (Crex crex).
E’ stato indagato un territorio di circa 570 km2, posto tra bassa Valle Camonica, Valle Trompia ed entroterra del lago d’Iseo. Durante 22 uscite notturne in 37 località, da fine maggio a inizio luglio, abbiamo rilevato la presenza di 8 maschi cantori della specie.
Prima del presente studio la specie era nota per la provincia solo come di doppio passo. Per l’anno 2000 si erano già raccolte altre tre segnalazioni in differenti aree, di cui una in pianura.
GRATTINI N., INVERSI C.
Censimento invernale di Albanella reale (Circus cyaneus), Poiana (Buteo buteo) e Gheppio (Falco tinnunculus), in un’area della bassa pianura mantovana (Italia settentrionale)
Riassunto – Nella bassa pianura mantovana la presenza invernale di rapaci diurni, nel corso degli ultimi anni, risulta aumentata. In particolare la Poiana e il Gheppio, più irregolarmente l’Albanella reale.
GRATTINI N.
Gli uccelli acquatici svernanti in alcune cave artificiali del mantovano (Italia settentrionale)
Riassunto – Vengono presentati i risultati dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti in alcune cave di origine artificiali nella provincia di Mantova, relativi al periodo 2001-04. Le specie censite nei tre inverni sono risultate 26. Le cave del Parco San Lorenzo con vincolo di protezione, hanno fatto registrare il massimo numero di specie (69,2%) e di individui; le presenze rilevate nell’inverno 2003-2004, di Airone guerdabuoi (51 ind.) e di Airone bianco maggiore (78 ind.) sono rispettivamente il 6,3% e il 2,0% della popolazione svernante in Italia.
GROPPALI R.
Osservazioni sull’avifauna di frutteti e vigneti in ambienti planiziali (Pavia, Italia settentrionale)
Riassunto – Sono state studiate le comunità ornitiche di un frutteto e di un vigneto nella Pianura Pavese. A tale scopo sono state osservate e confrontate mensilmente, per l’intero corso di un anno, le specie ornitiche di due aree ampie 0,1 km2, elaborando alcuni indici di carattere faunistico ed ecologico. Nel vigneto sono state osservate 23 specie con 298 esemplari, nel frutteto 18 con 180. Lo studio definisce quindi le problematiche di conservazione ornitologica della pianura coltivata a livello intensivo.
TRIZIO I., PREATONI D., CHIRICHELLA R., MATTIROLI S., NODARI M., CREMA S., TOSI G., MARTINOLI A.
First record of the Alpine long-eared bat (Plecotus macrobullaris Kuzjakin, 1965) in Lombardy (Northern Italy), revealed by DNA analysis
Riassunto – Prima segnalazione in Lombardia (Nord-Italia) di Orecchione alpino Plecotus macrobullaris, KUZJAKIN, 1965 determinato mediante analisi genetica. Viene riportata la prima segnalazione per la Lombardia della specie Plecotus macrobullaris recentemente descritta, mediante l’impiego di tecniche genetiche, utilizzando anche campioni di animali provenienti dalla provincia di Trento, che rappresentano la prima segnalazione della specie per l’Italia.
Il genere Plecotus include, per l’Italia, quattro specie sorelle: oltre a P. macrobullaris sono contemplate anche P. austriacus, P. auritus, P. sardus, la sola specie di chirottero endemica dell’Italia. Per l’esatta determinazione delle specie è necessario quindi ricorrere a tecniche genetiche in quanto non sono state ancora messe a punto funzioni discriminanti basate su parametri biometrici, sebbene siano state identificate alcune caratteristiche morfologiche utili per la distinzione. Nel presente lavoro sono riportate le biometrie di base della specie.
Per la determinazione della specie, nel presente lavoro è stato utilizzato il metodo del sequenziamento di una regione del DNA mitocondriale, analizzando 50 campioni di tessuto di animali provenienti da Lombardia e Trentino Alto Adige. Sul totale dei campioni analizzati il 55% è risultato appartenere alla specie P. macrobullaris. Sono stati individuati, inoltre, 4 rifugi riproduttivi della specie che, in relazione ai dati attualmente a disposizione, sembra preferire rifugi presso edifici mentre non ne è mai stata segnalata la presenza in grotta, a differenza di P. auritus.
La presenza di questa nuova specie in Lombardia dovrebbe indurre ad un monitoraggio a larga scala, per definire in dettaglio la distribuzione della specie e le preferenze di habitat, finalizzate anche alla definizione dello status delle popolazioni presenti.
FORMENTI S., ARMIRAGLIO S.
Gli erbari e gli appunti di farmacologia dei medici della famiglia Montini di Concesio (Brescia)
Riassunto – In questo contributo vengono illustrate le caratteristiche di tre erbari e di alcuni appunti di farmacologia della famiglia Montini di Concesio, recentemente donati dalla famiglia stessa al Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia. Nel corso di questo studio si è cercato di attribuire la paternità agli scritti farmacologici e a una raccolta di exsiccata, contenuti nella collezione oggetto di indagine. Per questa operazione sono state confrontate le grafie degli scritti e dei cartellini d’erbario con quelle di alcune lettere e ricette autografe appartenenti a Ludovico Montini e a Giuseppe Montini, consultate presso l’Istituto Paolo VI di Brescia. I quaderni contenenti appunti di farmacologia probabilmente appartengono a Lodovico Montini e sono stati redatti quando era studente di Medicina a Pavia. Gli erbari appartengono rispettivamente a Giuseppe Montini, Pietro Ceroni e a Lodovico Montini. Le raccolte sono state riordinate e per gli exsiccata è stata rivista la nomenclatura.
ZANOTTI E., BONA E.
Bibliografia botanica delle piante vascolari nel bresciano primo aggiornamento. Addenda ed emendanda 1993-2003
Riassunto – La presente raccolta di indicazioni bibliografiche fa seguito al lavoro pubblicato su Natura Bresciana n.28 (FENAROLI, FRATTINI, ZANOTTI e PEDRINI,1993). Oltre ai lavori pubblicati a partire dal 1993 fino a tutto il 2003 compreso, sono qui aggiunti quelli involontariamente omessi (quindi antecedenti l’anno 1993) ed emendate citazioni bibliografiche scorrette (contrassegnate da un asterisco fra parentesi quadre) nella pubblicazione sopra ricordata. In ordine alla redazione dell’elenco seguente si fa riferimento a quanto premesso nella citata bibliografia. Ringraziamo vivamente Ismaele Pedrini per aver pazientemente curato la prima bozza dell’aggiornamento bibliografico e per i preziosi suggerimenti ed il prof. Renato Ferlinghetti per il prezioso aiuto nella revisione delle bozze.
RESOCONTI E SEGNALAZIONI
NASTASIO P.
Una nuova stazione di Linnaea borealis in provincia di Brescia
GARGIONI A., GUERRINI M.
Resoconto ornitologico Bresciano 2000
Riassunto – prosegue nel 2000 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate.
GARGIONI A., GUERRINI M.,
Resoconto ornitologico Bresciano 2001
Riassunto – prosegue nel 2001 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate.
GARGIONI A., GUERRINI M.
Resoconto ornitologico Bresciano 2002
Riassunto – prosegue nel 2002 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate.
GARGIONI A., GUERRINI M.
Resoconto ornitologico Bresciano 2003
Riassunto – prosegue nel 2003 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate.
LONGHI D., GRATTINI N.
Resoconto ornitologico del Gruppo Ricerche Avifauna Mantovano 2001-2002
Riassunto – Vengono presentate le osservazioni più interessanti raccolte dal Gruppo Ricerche Avifauna Mantovano, relative agli anni 2001-2002. Sono escluse le segnalazioni già pubblicate sulle riviste specialistiche. Le specie segnalate sono 26 di cui 19 Non-Passeriformi (compresa Gru coronata) e 7 Passeriformi.
LEO R.
Rinvenimento di Mustiolo Suncus etruscus nel Parco delle Colline di Collebeato
Riassunto – Prima segnalazione di Mustiolo, Suncus etruscus, nel “Parco delle Colline di Brescia”