Indice degli articoli
BERRUTI G.
Le deformazioni di versante del Monte Maniva (Brescia, Lombardia).
Riassunto – L’Autore descrive il complesso di deformazioni riscontrate sia lungo la zona del crinale della culminazione che su entrambii versanti della stessa. La deformazione principale consiste nello sdoppiamento multiplo del crinale, mentre i versanti presentano una successione discontinua di trenches e scarpatine di slittamento in contropendenza. A giudizio dell’Autore i fenomeni sono da inquadrare nella tipologia della sackung.
BOSCHI D., GUGLIELMIN M., SMIRAGLIA C.
Il ghiacciaio Changri Nup, un Debris Covered Glacier nel massiccio dell’Everest (Himalaya, Nepal). Studio dello spessore e della struttura della copertura detritica mediante prospezioni geoelettriche.
Riassunto – Si riportano i risultati della campagna di sondaggi elettrici verticali (SEV) condotta durante la Spedizione Ev-K2-CNR 96 nella regione del Khumbu Himal, Nepal, sul Ghiacciaio Changri Nup, un debris covered glacier nel massiccio dell’Everest. I sei sondaggi eseguiti avevano lo scopo di ottenere dati sullo spessore del detrito superficiale e sulle variazioni areali dello spessore stesso. Un altro stendimento è stato eseguito su un rock glacier situato nei pressi del ghiacciaio con lo scopo di determinare l’eventuale presenza di ghiaccio al suo interno. Cinque dei sei sondaggi sul ghiacciaio hanno raggiunto l’interfaccia ghiaccio-detrito rivelando uno spessore del detrito sopraglaciale, nella zona medio-bassa della lingua, compreso tra 0,90 e 3,75 m. con un aumento dello spessore verso valle. I valori di resistività del ghiaccio di ghiacciaio sono risultati mediamente inferiori ai valori riportati in letteratura, e sono stati quindi interpretati come riconducibili alla presenza eli acqua liquida e detrito nel ghiaccio stesso. In due casi l’interpretazione ha rivelato la presenza di permahost. Il sondaggio eseguito sul rock glacier ha evidenziato la presenza di uu livello di permafrost ricco in ghiaccio di circa 6 m, al di sotto di uno strato attivo di circa 1 m.
ASSI I., BARCELLA M., BISCHETTI G .B., COMOLLI R., FOLLADORI L., PREVITALI F.
Suoli e ambiente della Val Grosina (Sondrio).
Riassunto – Nel presente lavoro vengono descritti quattro ambienti, dotati di elevata rappresentatività fisiografica di una tipica valle alpina, situati nel bacino del torrente Roasco Orientale (Val Grosina, Sondrio). Ogni sito viene descritto negli aspetti geolitologici e geomorfologici, climatici, pedologici. vegetazionali e antropici. Vengono inoltre esaminate alcune delle interrelazioni esistenti tra i principali fattori della pedogenesi.
AGOSTI M., SCIAKY R.
Carabidocenosi dei vigneti: rapporti con le zone limitrofe ed evoluzione nel tempo.
Riassunto – Vengono prese in considerazione le carabidocenosi di alcuni vigneti della Franciacorta (Lombardia, provincia di Brescia) nei loro rapporti con le zone boschive circostanti e nella loro evoluzione temporale. Le osservazioni fatte permettono di concludere che non esiste passaggio di specie dai boschi circostanti ai vigneti, in quanto la composizione della fauna carabidologica è completamente differente tra i due ambienti. Inoltre, la carabidofauna che si insedia in un vigneto di nuovo impianto è inizialmente molto povera e semplice, composta prevalentemente da specie fitofaghe, e rimane tale se il terreno viene periodicamente fresato. Viceversa, il passaggio all’inerbimento peemanente porta a un progressivo arricchimento e a una diversificazione delle cenosi carabidologiche.
CASALE A., GIACHINO P.M., JALZIC B., VAILATI D.
Reicheiina nuovi o poco noti dell’area meditenanea orientale ( Coleoptera Carabidae Scaritinae).
Riassunto – Gli Scaritinae edafobionti e endogei del Mediterraneo orientale sono ancora scarsamente conosciuti; in particolare, pochi, isolati generi e specie sono noti della Catena Dinarica e della Penisola Balcanica. Nel presente contributo vengono descritti per la prima volta i genitali maschili e femminili di Spelaeodytes mirabilis. Vengono inoltre ridescritti e illustrati i caratteri esterni di questo raro e enigmatico elemento sottenaneo conosciuto riginariamente su un singolo esemplare proveniente da una grotta non identificata dell’Erzegovina, e mai più ritrovato. Un maschio e una femmina di questa specie, perfettamente corrispondenti al tipo, sono stati raccolti recentemente in una grotta della Croazia meridionale; l’esame di questi esemplari ha permesso di escludere qualsiasi relazione filetica diretta (transadriatica) con Italodytes stammeri Muller, elemento troglobio delle grotte pugliesi. Vengono inoltre riportate nuove località di raccolta di Reicheidius frondicola (Reitter) e di Reicheadella bischoffi Meschnigg e descritte due nuove specie di Reicheadella Reitter di Grecia: R. imathiae n. sp. degli Oros Pieria (lmathia) e R. xanthina dei dintorni di Xanthi. Questi reperti allargano considerevolmente l’areale distributivo del genere Reicheadella, e conseguentemente anche dei Reicheiina, nell’area Egeica.
GIACHINO P.M.
Una numa Bathysciola del Caucaso (Coleoptera Cholevidae: Leptodirinae).
Riassunto – Viene descritta Bathysciola caucasica n. sp. (loc. typ.: Batumi Armenia mssa), strettamente affme a B. suramensis Jeannel, 1930. Vengono inoltre discussi alcuni dati relativi alla sistematica e alla zoogeografia del genere Batlzysciola Jeannel, l 91O.
GIACHINO P.M., VAILATI D.
Albanodirus trezzii. Nuovo genere nuova specie di Leptodirinae dell’Albania settentrionale (Coleoptera Choleviclae).
Riassunto – Gli Autori descrivono Albanodirus trezzii n. gen. n. sp. (Coleoptera Cholevidae Leptodirinae) della Grotta dei Monti Didja e Hali Salites (Oroshi, N-Albania). Vengono inoltre chiarite le affinità del nuovo taxon con il genere Leptodirus Schmidt, 1832, discusse la validità di alcuni caratteri e l’importanza zoogeografica del nuovo ritrovamento.
Riassunto – Viene ridescritto il taxon Orostygia tibialis Paoletti, 1979. Designato originariamente dall’Autore come sottospecie di O. moczarskii Muller, viene riconosciuto, nella presente nota, come buona specie, distinta e ben differenziata da O. moczarskii per una serie di caratteri, sia esterni sia interni, che vengono analizzati e discussi. Vengono altresì fomite alcune note sinecologiche sulla popolazione studiata.
ALBORALl L., BONI P.
Descrizione di un episodio di foruncolosi in una popolazione naturale di coregoni ( Coregonus sp.) del Lago Moro.
Riassunto – Viene descritto un episodio di foruncolosi che ha interessato una popolazione di coregoni del Lago Moro. La malattia è comparsa nel mese di settembre con temperatura dell’acqua in superficie di 18 °C ed ha colpito solamente coregoni adulti causando elevata mortalità. I soggetti colpiti hanno presentato anemia branchiale, emorragie cutanee ed oculari e all’apertura splenomegalia, degenerazione epatica ed emorragie alla vescica natatoria. Da fegato, rene, milza e cervello sono state isolate colonie batteriche identificate come Aeromonas salmonicida subsp. salmonicida. L’ipotesi dell’arrivo della patologia con l’introduzione di salmonidi provenienti da allevamenti infetti propone il problema sanitario del materiale ittico utilizzato per il ripopolamento delle acque pubbliche.
FERLINI F., FERLINI R.
Biologia della Folaga Falica atra in periodo riproduttivo nell’Oltrepò Pavese.
Riassunto – Negli anni 1996 e 1997 si è studiata la biologia della Folaga in periodo riproduttivo nelle cave d’argilla dell’Oltrepò Pavese. Su d’una superficie di 26,62 ha si è rilevata una densità di 3 coppie/ettaro. Il 18.9% degli adulti non ha tentato la riproduzione.
La dimensione media dei territori è risultata di 1.744 m2. con andamento decrescente nel corso della stagione.
La distanza media fra i nidi è stata di 45, l (l 0,5-144) m mentre le loro dimensioni medie sono state: diametro esterno 35,2 (30-45) cm, diametro interno 19.9 (18-24) cm, profondità della coppa 6,6 ( 4-9) cm, altezza del bordo dall’acqua 23.8 (16-48) cm.
In media sono state deposte 6,6 (4-1 0) uova per covata, con andamento decrescente nel corso della stagione. Per le uova si sono rilevate dimensioni medie di 52,7 x 36,4 mm.
La durata della cova è stata di norma di 23-24 giorni, con un solo caso di 25 giorni.
Il l 0,7% delle coppie ha effettuato una seconda deposizione.
In media si sono schiuse 5 uova per covata e si sono in volati 3.7 giovani per nucleo familiare.
Il tasso di schiusa è stato del 65,4%, mentre il tasso di involo è stato del 25,8% rispetto alle uova deposte e del 39,5% rispetto alle uova schiuse. Complessivamente il successo riproduttivo è stato di l ,98 giovani per coppia.
FRAISSINET M., CONTI P., PICIOCCHI S., MILONE M.
Analisi degli andamenti numerici delle popolazioni di Podicipediformi (Podicipediformes) in Campania.
Riassunto – Viene presentato uno studio sull’andamento delle popolazioni di tre specie di svassi presenti regolarmente nelle zone umide interne della Campania nel corso dell’ultimo decennio: 1984-1994 per il periodo riproduttivo e 1984/1985 – 1994/1995 per il periodo dello svernamento. Le tre specie studiate sono: Svasso piccolo, solo svernante, Tuffetto e Svasso maggiore presenti sia con popolazioni nidificanti che svernanti.
Le tre specie mostrano complessivamente una tendenza all’incremento, più accentuata nel periodo invernale.
Il solo Svasso maggiore manifesta, oltre a un incremento numerico, anche un leggero incremento nel numero di aree colonizzate. Per la stagione riproduttiva relativa al 1994 sono risultate circa 30 coppie di Tuffetto e circa 40 coppie di Svasso maggiore, nell’inverno 1994/1995 sono stati censiti invece 56 Tuffetti, 51 Svassi maggiori e 40 Svassi piccoli.
GARGIONI A., GROPPALI R., PRIANO M.
Avifauna della Pianura Padana interna: andamenti settimanali del ciclo annuale delle comunità in un’area presso il Fiume Chiese (Calvisano, Brescia, Lombardia).
Riassunto – Abbiamo eseguito, nel 1992, un’indagine sull’avifauna di un’area di ha 101,4 prevalentemente adibita a coltivi e piuttosto banale dal punto di vista naturalistico situata presso il fiume Chiese nel comune di Calvisano (provincia di Brescia).
Lungo percorsi perimetrali e interni alla zona sono stati annotati, con cadenza settimanale da gennaio a dicembre, tutte le specie ornitiche contattate visivamente e acusticamente che hanno frequentato tale ambiente. Le specie individuate, tenendo conto anche dei rilievi eseguiti nel 1991 anche se in modo non sistematico e organico. sono risultate 95.
La comunità di uccelli dell’area è stata studiata utilizzando una serie di parametri ecologici che hanno consentito la valutazione della struttura della biocenosi ornitica. E stato possibile, grazie anche ai dati settimanali a disposizione. tracciare un quadro fenologico attendibile per le specie dominanti legate all’area.
GROPPALI R.
Alimentazione insettivora di venti specie di uccelli non Passeriformi italiani.
Riassunto – Dalla determinazione dei contenuti stomacali è stata studiata l’alimentazione insettivora di venti differenti specie di Uccelli non Passeriformi di provenienza italiana: Tuffetto e Svasso maggiore (Podicipediformi), Tarabusino (Ciconiiformi), Alzavola e Marzaiola (Anseriformi), Falco pecchiaiolo e Poiana (Accipitrifom1i), Quaglia (Galliformi), Porciglione, Voltolino, Schiribilla, Re di quaglie e Gallinella d’acqua (Gruifmmi), Cuculo dal ciuffo (Cuculiformi), Assiolo, Civetta e Allocco (Strigiformi), Rondone (Apodifonni), Gruccione (Coraciiformi) e Torcicollo (Piciformi).
GROPPALI R.
Contenuti stomacali e alimentazione insettivora di dodici specie di Caradriiformi italiani.
Riassunto – Dalla determinazione dei contenuti stomacali è stata studiata l’alimentazione insettivora di dodici differenti specie di Caradriiformi di provenienza italiana: Coniere piccolo. Corriere grosso, Piovanello pancianera, Combattente, Beccaccino, Beccaccia, Pittima reale, Totano moro, Pettegola, Pantana. Gabbiano comune e Mignattino.
RUGGERO A.
Contributo alla conoscenza della fauna dell’altopiano tempiese (Gallura, Sardegna settentrionale).
Riassunto – Si riporta un elenco schematico dei Vertebrati terrestri stanziali e periodici censiti in un periodo di 11 anni nel territorio circostante la città di Tempio Pausania, nella Gallura interna (Nord Sardegna).
GROTTOLO M., BONVICINI E., COTTA RAMUSINO M.
L”inquinamento del Sebino e gli apporti dei suoi affluenti. Aspetti chimici. microbiologici e biologici.
Riassunto – Al fine di conoscere lo stato d’inquinamento del lago d’Iseo, in relazione soprattutto alla sua balneabilità, sono stati studiati i suoi principali immissari.
I diciotto corsi d’acqua sono stati quindi controllati dal punto di vista microbiologico, chimico e biologico, attraverso tre campagne di rilevamento, che si sono svolte rispettivamente nell’ottobre ’94, nel marzo e luglio ’95.
Come parametri microbiologici sono stati ricercati gli indici della fecalizzazione e la presenza di microrganismi patogeni, quali le salmonelle, mentre per quelli chimici e chimico-fisici sono stati valutati 45 parametri, tra cui tutti i metalli tossico-nocivi tipici dell’inquinamento industriale.
Per la valutazione biologica si è utilizzato l’Extended Biotic Index (E.B.I.), che prevede l’analisi delle comunità macrobentoniche fluviali. Anche per i parametri microbiologici e chimici, in analogia con quanto previsto dal metodo dell’E.B.I., sono state individuate cinque classi di qualità.
I corsi d’acqua presi in esame sono stati, quindi, classificati e suddivisi in classi di qualità secondo i parametri esaminati.
La ricerca ha evidenziato l’alto tasso di inquinamento di tutti i corsi d’acqua, in particolare per quanto riguarda la componente microbiologica.
Significativo è, comunque, che tutti i tipi di indagine hanno prodotto, in linea di massima, lo stesso giudizio di qualità. Dai dati conclusivi risulta che lo stato di stress ambientale ed igienico-sanitario del lago dipende quasi esclusivamente dagli apporti delle acque degli immissari, anche se possono avere una certa rilevanza altre variabili, quali quelle climatiche e di configurazione (correnti, profondità).
REGGIANI P., SANGIORGI A.
Mandibola di mammut recuperata nei sedimenti fluviali dell’ Oglio in localitàAcqualunga (Borgo San Giacomo, Brescia).
Riassunto – Nel presente lavoro viene descritta una mandibola di mammut proveniente dal fiume Oglio, in località Acqualunga. Le caratteristiche del molare sono quelle del tipico Mammuthus primigenius. Il reperto conservato a Padernello viene riferito ad una femmina morta ad una età compresa fra 20 e 24 anni.
Riassunto – L’esame delle associazioni malacologiche denota una buona copertura arborea con bosco deciduo a latifoglie, con un’alternanza di spazi con vegetazione diradata di tipo eliofilo-mesofilo. Retinella olivetorum è specie dominante mentre Pomatias elegans ha una presenza modesta rispetto a quella di altre zone della Pianura Padana appartenenti però a facies più tarde.
STARNINI E.
Nuovi dati sul gruppo culturale del Vhò dagli scavi dell’insediamento di Isorella (Brescia).
Riassunto – Nel presente lavoro vengono illustrati i risultati preliminari degli scavi archeologici effettuati nel 1997 nel sito del Neolitico Antico scoperto in località Cascina Bocche, in Comune di Isorella. L’insediamento è stato attribuito, sulla base delle caratteristiche dei reperti della cultura materiale, al Gruppo del Vhò.
L’abbondante ceramica recuperata mostra forme inedite e un forte influsso della limitrofa Cultura di Fiorauo. La struttura scavata, una macchia lenti colare di circa 20 m’, ha restituito caratteristica industria litica, fauna, industria su osso e vari oggetti d’ornamento, tra cui un frammento di anellone in pietra levigata e un bracciale di Spondylus, il primo conosciuto per il Neolitico Antico della Val Padana.
Sono state effettuate indagini archeometriche di cui vengono presentati i risultati disponibili. Vengono infine discussi i dati raccolti alla luce delle attuali conoscenze sul Gruppo del Vhò.
STARNINI E.
Un’ascia in pietra verde dalla sponda occidentale del Lago di Garda.
Riassunto – Viene presentata un’ascia in pietra verde raccolta in superficie presso Bogliaco (Garda occidentale), attribuibile al Neolitico, che testimonia la diffusione di manufatti in eclogite, roccia metamorfica i cui affioramenti sono situati esclusivamente nelle Alpi occidentali.
GARGIONI A., PEDRALIA.
Resoconto ornitologico bresciano 1994.
Riassunto – Prosegue nel 1994 la raccolta delle segna1azioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate. Le specie segnalate sono 36.
GARGIONI A., PEDRALI A.
Resoconto ornitologico bresciano 1995.
Riassunto – Prosegue nel 1995 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate. Le specie segnalate sono 28.
GARGIONI A., PEDRALI A.
Resoconto ornitologico bresciano 1996.
Riassunto – Prosegue nel 1996 la raccolta delle segnalazìoni ornitologiche più interessanti per la provincia dì Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate. Le specie segnalate sono 37.
BERTOLI R., LEO R.
BERTOLI R., LEO R., MAZZOTTI F., MAZZOTTI S.
Prima nidificazione accertata di Lodolaio (Falco subbuteo) nella provincia di Brescia (Lombardia).
MAZZOTTI S.
Prima nidificazione di Falco di palude ( Circus aeruginosus) nella provincia di Brescia (Lombardia).
MAZZOTTI S.