Indice degli articoli
FORTI P. e MARCHESI G.
Concrezionamenti della Miniera Regina (Brescia, Lombardia).
Riassunto – Durante una breve visita alla Miniera Regina (Prealpi Bresciane) è stato possibile studiare morfologicamente e mineralogicamente alcuni speleotemi osservati in una zona abbandonata da oltre cinquant’anni. Nel presente lavoro, dopo aver inquadrato geograficamente e geologicamente l’ambiente della miniera, vengono descritti i principali speleotemi e minerali secondari di grotta osservati, per i quali viene anche accennata un’ipotesi genetica. Tra questi particolarmente interessante è risultata una piccola cannula di materiale organico derivante dalla percolazione di polpa di legno da gallerie minerarie sovrastanti.
Riassunto – Risultati preliminari sul paleomagnetismo delle arenarie del Permiano Superiore del Verrucano Lombardo e delle Arenarie di Val Sabbia del Triassico Superiore della Val Brembana (Alpi Meridionali).Questo articolo riguarda alcuni 1isultati preliminari sul paleomagnetismo delle arenarie del Permiano Superiore del Verrucano Lombardo (due siti, 29 campioni, Val Camonica) e delle Arenarie di Val Sabbia di età Carnico inferiore-medio (tre siti, 34 campioni, Val Brembana). L’autore è consapevole che il limitato numero di siti/campioni non permette di tarane alcuna conclusione definitiva. Ciononostante, è interessante osservare che il Polo Magnetico Virtuale (VGP) calcolato dalla componente caratteristica isolata nelle arenarie del Verrucano Lombardo (Lat.=46.2, Long.=237.0, A63=14.3, K=56, N=2) è in stretto accorcio con i dati relativi al Permiano Superiore delle Alpi Meridionali e cade sulla porzione Permiana della Curva eli Migrazione Apparente dei Poli (APWP) dell’«Africa» e dell’Europa ruotata in coordinate Africane. D’altro canto, il VGP ottenuto dalla componente caratteristica isolata nelle Arenarie di Val Sabbia (Lat.=S6.6, Long.=203.0, A63=8.l, K=44, N=3) cade ad Ovest della porzione triassica superiore dell’APWP dell’«Africa» e dell’Europa. Viene infine proposto e discusso un APWP per le Alpi Meridionali per l’intervallo eli tempo compreso tra lo Stefaniano (Carbonifero Superiore) e I’Anisico superiore (Triassico Medio).
Riassunto – Vengono descritti e analizzati alcuni casi di deformazione di versante riscontrati nelle Alpi Meridionali a sud dell’Adamello e cioè sul M. Stalletti, M. Pergua, M. Campello, M. Tigaldine, Dosso Alto, M. Bagoligolo. A giudizio dell’Autore i fenomeni sono riconducibili alla tipologia della sackung.
Riassunto – Lo studio dei sistemi carsici delle Alpi Apuane, e dei loro rapporti con l’assetto morfologico, ha permesso di ipotizzare un quadro evolutivo in grado di dare un ulteriore contributo alla storia morfotettonica plioquaternaria di questo settore di Appennino.
GROTTOLO M .. COTTA RAMUSTNO M. e VENTURINT P.
La qualità delle acque dei fontanili compresi tra il fiume Mella ed il Naviglio di San Zeno (Brescia, Lombardia).
Riassunto – Nel corso del 1993 sono stati studiati i fontanili dell’area compresa fra il fiume Mella e il Naviglio di San Zeno, dei comuni di Flero, San Zeno e Poncarale.
In ognuna delle 12 stazioni individuate sono stati effettuati tre campionamenti per la ricerca di parametri microbiologici, fisici, chimici e delle popolazioni di macroinvertebrati.
Al fine di valutare la qualità delle acque, anche per i parametri rnicrobiologici e chimici, sono state create cinque classi; i risultati così ottenuti sono stati messi a confronto con i dati elaborati tramite il metodo E.B.l., ottenendo, alla fine, un indice sintetico.
Lo studio ha permesso di mettere in evidenza una grave situazione di inquinamento, in modo particolare lungo le aste, e che di fatto dovrebbe impedire l ‘uso di queste acque per qualsiasi scopo.
Spesso si osserva la presenza di metalli pesanti direttamente alla testa dei fontanili, il che dimostra che l’inquinamento è già a livello di falda.
RAVAZZl C.
Esempi di vegetazione litofila xerofila isolata dall’Olocene antico in Val Fosca (Prealpi Lombarde).
Riassunto – In Val Fosca (Bassa Val Brembana, Prealpi Lombarde, BG) sono state individuate stazioni isolate di Pinus mugo ed Euphrasia tricuspidata legate a lembi di vegetazione xerofila e litofila. Le stazioni primarie sono situate in aree regolitiche presso scarpate di linea di faglia, tuttora soggette ad attiva morfogenesi. L’esame dell’evoluzione geomorfologica e della storia della vegetazione dell’area suggerisce che l’espansione di foreste decidue nell’Olocene antico abbia determinato l’isolamento delle stazioni e che la loro sopravvivenza sia connessa all’erosione attiva di scarpate di linea di faglia durante tutto l’Olocene.
A seguito della deforestazione nell’Olocene superiore, Pinus mugo si è espanso ed ha occupato stazioni secondarie su versanti soggetti a demolizione in massa.
Anche Pinus sylvestris è indigeno in Val Fosca, ma non vi sono elementi per sostenere l’antichità del suo insediamento.
SOLDANO A.
Un rango specifico per la Centaurea endemica del Biellese-Valsesia: Centaurea bugellensis.
Riassunto – L’Autore procede alle elevazione a rango specifico di Centaurea uniflora Turra subsp. bugellensis Soldano, taxon presente in una limitata zona delle provincie di Biella e Vercelli, ove cresce su un substrato cristallino metamorfosato. Centaurea bugellensis è prossima ad un’altra endemica, legata al calcare, C. rhaetica Moritzi, da cui morfologicamente differisce in special modo per la mancanza di peluria ragnatelosa. Vengono inoltre tipificati Centaurea flosculosa Willd., un nome prioritario su C. nervosa Willd., e Centaurea austriaca Willd. var. ensifolia Rota (= C. rhaetica var. ensifolia).
DE CARLI C. e TAGLIAFERRI F.
Tilia plathyphyllos Scop. nel Bresciano (Lombardia).
Riassunto – Sono segnalate le località del territorio bresciano nelle quali è stato rinvenuto Tilia plathyphyllos Scop. Per ogni stazione si è rilevata la vegetazione arborea ed arbustiva compresente a Tilia.
DE CARLI C. e NASTASIO P.
Sulla presenza di Ulmus glabra Hudson nella provincia di Brescia (Lombardia).
Riassunto – Sono indicate le località nel territorio della provincia di Brescia dove si è osservata la presenza di Ulmus glabra Hudson. Nei luoghi di rinvenimento sono stati effettuati rilievi sulla flora arborea ed arbustiva.
ZANOTTI E.
Flora della pianura bresciana centro-occidentale. II Aggiornamento.
Riassunto – Viene aggiornato il censimento floristico della pianura bresciana centro-occidentale (ZANOTTI, 1991 e 1993) con segnalazioni di reperti nuovi o risultanti da revisioni d’erbario.
GRUPPO BRESCIANO DI RICERCA FLORISTICA
Segnalazioni floristiche per il tenitorio bresciano: 154-196.
TAGLIAFERRI F.
Segnalazioni floristiche per la Val di Scalve: 17-20.
GROPPALI R. e PESARINI C.
I Ragni (Arachnida Araneae) di aree con vegetazione arborea e arbustiva di tipo mediterraneo presso la sponda occidentale del lago di Garda (provincia di Brescia).
Riassunto – Le raccolte araneologiche effettuate nel 1992 e nel 1993 in 8 aree-campione caratterizzate da vegetazione di tipo mediterraneo sulla sponda occidentale del lago di Garda consistono in 21 specie di Ragni, 12 delle quali nuove per la provincia di Brescia se ci riferisce al lavoro più recente nella zona di indagine (COSTANTlNI 1965).
SCIAKY R. e GROTTOLO M.
A new subgenus and a new genus of Putczeysius from Peru (Coleoptera Carabidae Trechinae).
Riassunto – Un nuovo sottogenere e una nuova specie del Perù del genere Putzevsius (Coleoptera Carabidae Trechinae). Viene qui descritto Trichopzazeysius, nuovo sottogenere di Putzeysius del Perù. Questo sottogenere comprende solamente la nuova specie P. caecus e si distingue da Putzetysius s str. per il corpo dorsalmente pubescente, gli occhi completamente assenti, il triangolo apicale completo e le strie elitrali superficiali.
SCIAKY R.
Circinatus new subgenus and three new species of Pterostichus from China (Coleoptera Carabidae).
Riassunto – Circinarus nuovo sottogenere e tre nuove specie di Pterostichus della Cina (Coleoptera Carabidae). Viene qui descritto Circinatus, nuovo sottogenere di Pterostichus della Cina. Questo sottogenere comprende P. baenningeri, pohnerti e liciniformis, finora inclusi incertae sedis nel genere Prerostichus, e le nuove specie P. zoiai, P. beneshi e P. subtilissimus del Sichuan. aui descritti e raffigurati. Il suo areale distributivo complessivo è limitato alle regioni del Sichuan e dello Yunnan.
SCIAKY R.
Pterostichus fallettii nuova specie della Corea (Coleoptera Carabidae).
Riassunto – Pterostichus (Petrophilus) fallettii n. sp. della Corea del Sud viene qui descritto e raffigurato. Questa specie è caratteristica per la colorazione debolmente metallica delle elitre e per la forte e breve sinuatura prebasale del pronoto.
TOLEDO M. e MAZZOLDI P.
Two new Dytiscidae from south-westem China.
Riassunto – Due nuove specie di Ditiscide dal sud-ovest della Cina. Due nuove specie di Dytiscidae, Rhantus pederzanii n. sp. e Hydroporus nanpingensis n. sp., provenienti dalla provincia del Sichuan, Cina, vengono descritte e confrontate con le specie vicine. Vengono identificati caratteri che consentono di separare le nuove specie da Rhantus yessoensis Sharp, Hydroporus uenoi Nakane e Hydroporus ijimai Nilsson & Nakane.
GIACHINO P.M. e GUÉORGUIEV V.B.
Il genere Radevia Knirsch, 1925 (Coleoptera Cholevidae Leptodirinae).
Riassunto – Gli Autori ridescrivono Radevia lzanusi Knirsch, 1925, Leptodirinae specializzato proveniente da alcune grotte site nel distretto di Vraca (Stara planina occidentale). Il genere si distingue da tutti gli altri della linea filetica di Sophrochaeta per i seguenti caratteri: corpo di dimensioni medio grandi. appiattito, presenza di uno sperone sulle protibie, forma peculiare dell’edeago e del sacco interno. Il genere sembra, invece, strettamente correlato a Beskovia bulgarica Guéorguiev, 1960. Inoltre, definiscono in linea filetica di Radevia con osservazioni ecologiche e zoogeografiche.
GENTILI A., SCALI S. e ZUPPI M.
Conferma della presenza di Pelobates fuscus insubricus Cornalia, 1873 in provincia di Varese (Amphibia Anura Pelobatidae).
Riassunto – Gli autori confermano la presenza di Pelobates fuscus insubricus in provincia di Varese fornendo una breve descrizione del sito e alcuni dati ecologici e biometrici sugli esemplari catturati. La popolazione in oggetto è la più settentrionale tra quelle attualmente conosciute.
Riassunto – È stato studiato l’accrescimento larvale e lo svernamento delle larve di S. salamandra salamandra (L.) in un torrente sui Colli di Bergamo. Le osservazioni avvenute negli anni 1991-93 confermano la presenza di due tipi di larve: quelle svernanti (autunnali) e quelle primaverili, che presentano accrescimento differente. Le prime hanno una durata della vita larvale di circa 6 mesi con un rallentamento della crescita nel periodo in cui la temperatura è minore di 6.4 o c.
Quelle primaverili invece presentano una fase larvale di 3-4 mesi senza interruzioni.
GROPPALI R. e BERTOCCHI B.
Contenuti stomacali ed alimentazione di cinque specie di Charadriiformes in Italia.
Riassunto – La determinazione dei contenuti stomacali di cinque specie di Caradriiformi italiani ha permesso di studiare la loro alimentazione, in particolare insettivora.
Le specie esaminate sono: Piovanello pancianera, Combattente, Beccaccino, Pittima reale e Pantana.
GARGIONI A. e BUSETTO M.
Resoconto ornitologico bresciano 1993.
Riassunto – Prosegue nel 1993 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate e che riguardano le nidificazioni. Le specie segnalate sono 36.
TRUFFI G.
Bibliografia ornitologica ligure. Aggiornata al 1992.
Riassunto – Vengono acriticamente elencati tutti i lavori ornitologici reperiti contenenti notizie riguardanti il territorio ligure, indicando per ogni singola specie i testi in cui la stessa è menzionata. Sono inoltre precisate le specie che, se pure citate, sono escludibili dall’ avifauna regionale per mancanza o inadeguatezza di riscontri.
CATTANEO CASSANO A.
L’abitato dell’Antica Età del Bronzo di Milzanello (Brescia).
Riassunto – A Milzanello, in provincia di Brescia, nel 1990 è stato scavato un interessante sito archeologico, individuato nei pressi del F. Mella. La stratigrafia ha rivelato la presenza di un unico strato di frequentazione, caratterizzato dalla presenza di numerose buche di palo: purtroppo non è stato possibile identificare buche di palo sicuramente allineate tra loro; non è d’altro canto sicuro che possano appartenere tutte allo stesso momento. In un’area separata è stata seguita per alcuni metri una trincea. Anche la ceramica appartiene ad un unico periodo di frequentazione; molti confronti con i materiali di Lavagnone 4 e Fiavè 3 sembrano dimostrare che l’abitato di Milzanello può essere datato alla fase recente dell’antica età del Bronzo.
Tra i frammenti ceramici, uno dei più interessanti appartiene a una grossa ciotola sul cui fondo è applicata una ruota a quattro raggi in rilievo. Poiché questo tipo di ruota è considerato più adatto a carri trainati da cavalli piuttosto che da buoi, questa rappresentazione potrebbe essere una delle più antiche testimonianze delle prime attestazioni del cavallo in Italia. A Milzanello, come in altri si ti di pianura come Ostiano, Cella Dati, Sospiro non sono mai stati trovati materiali appartenenti alle prime fasi dell’antica età del Bronzo; la stessa scarsità di ceramica decorata nello “stile di Barche di Solferino’” sembra un’ulteriore prova del fatto che Milzanello fosse parte di una sorta di dipartimento occidentale sorto per emanazione da quello orientale, sito nel cuore dell’anfiteatro morenico del Garda, dove sono stati trovati siti di maggiore antichità e più ricchi di ceramica decorata.