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Natura Bresciana 1992 – Volume 28

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Indice degli articoli

BERRUTI G.
Note preliminari sulla tettonica recente nell’Austroalpino tra le linee di Pejo e del Mortirolo (Brescia, Lombardia).

Riassunto – Vengono descritte alcune dislocazioni e deformazioni di versante riscontrate dall’Autore nei terreni dell’ Austroalpino tra le Linee di Pejo e del Mortirolo (alta Val Camonica, Brescia). Le dislocazioni, interpretate come faglie normali o verticali e, in un caso, dubitativamente, trascorrente, sono inquadrabili, a giudizio dell’Autore, nella tetto genesi recente delle Alpi Centrali, con una presumibile riattivazione indotta dal sollevamento differenziale in atto dal Terziario superiore, mentre le deformazioni di versante sono attribuibili alla decompressione prodotta dal ritiro di ghiacciai pleistocenici.


MARCHETTI M.
Ricostruzione di dossi fluviali ad ampio raggio di curvatura tra Casalbuttano e Pavone del Mella (tra Brescia e Cremona).

Riassunto – Il presente lavoro analizza la geomorfologia dell’area circostante Quinzano d’Oglio, tra Casalbuttano e Pavone del Mella. In esso viene segnalata la presenza di alcune forme in rilievo sul «livello fondamentale della pianura». Tali forme sono attribuite a momenti di aggradazione del «livello fondamentale della pianura» stesso e classificate come «dossi» fluviali. La discussione dei dati ricavati dallo studio geomorfologico, con la relativa interpretazione morfogenetica di queste particolari forme fluviali, ha permesso la ricostruzione ambientale dell’area dal Pleistocene superiore ad oggi.


RESOLA S.
Indagini chimico-fisiche sui laghi di Garda, Iseo, Idro e Moro.

Riassunto – Vengono sinteticamente descritti i risultati di una indagine sui laghi bresciani Garda, Iseo, Idro e Moro condotta tra l’ottobre 1988 e l’aprile 1990 mediante quattro campagne di rilevamento. In quest’arco di tempo non sono mai stati osservati rimescolamenti profondi delle acque ed è stato confermato lo stato meromittico dei laghi Idro e Moro. I dati emersi permettono di ordinare i laghi secondo livelli di trofia crescente nella seguente maniera: Garda < Iseo ~ Moro < Idro.


GROTTOLO M.
Gli affluenti della sponda bresciana del lago d’Iseo. Aspetti microbiologici. 

Riassunto – Vengono analizzate, dal punto di vista microbiologico, le acque dei 17 affluenti della sponda bresciana del lago d’Iseo. Dai rilevamenti effettuati si nota che quasi tutti i corsi d’acqua superficiali presentano acque decisamente compromesse con alti indici di inquinamento fecale, influendo negativamente sulla qualità delle spiagge del lago stesso. Il bacino lacustre presenta anche segni evidenti di eutrofizzazione, non osservabili fino a pochi anni fa.


SOLDA NO A.
Il genere Oenothera L., subsect. Oenothera in Italia (Onagraceae).

Riassunto – L’Autore prende in considerazione la sottosezione tipica di Oenothera L. in Italia. Vi appartengono 16 entità, due delle quali, Oenothera adriatica ed Oenothera chicaginensis var. bartletti sono descritte come nuovi taxa. Nel contesto del lavoro viene impiegato il concetto di «specie eterogametica» sensu GRANT (1981), cui hanno fatto in effetti riferimento le ultime ricerche floristiche in Europa; esso si contrappone ai seguaci della scuola di Cleland che adottano un criterio restrittivo – recepito dal Med-Checklist (GREUTER et al., 1989) – nel quale, ad esempio, la classica Oenothera biennis L. viene inglobata nei gruppi citogenctici «biennis l» e «biennis 2», largamente presenti in Nordamerica, malgrado la specie di Linneo non sia stata finora rinvenuta nel Nuovo Mondo. Viene ribadita la singolarità citologica di quella specie. Per separare i due gruppi suddetti viene proposto anche un criterio morfologico basato sul grado di sviluppo dei tricomi ghiandolari, elemento di significato tassonomico anche fra le singole entità. È stata effettuata una revisione del materiale conservato nei più importanti erbari italiani e sono elencate altre raccolte inedite controllate dall’Autore. Vengono riportati alcuni dati citologici ottenuti alla meiosi. Una chiave dicotomica complessiva correda lo studio.


CRESCINI A. e TAGLIAFERRI F.
Matteuccia struthiopteris (L.) Tod. in provincia di Brescia (Pteridophyta Filicales Athyriaceae).

Riassunto – Gli Autori segnalano la distribuzione di stazioni note di Matteuccia struthiopteris (L.) Tod. in provincia di Brescia dandone sintesi cartografica.


ZANOTTI E.
Segnalazione di Solanum carofinense L. nel Bresciano.

Riassunto – Viene segnalato il rinvenimento di Solanum carolinense L., nuova avventizia nordamericana, infestante la coltura del mais in tre località della pianura bresciana centro-occidentale e ne viene data una sintetica descrizione corredata da una tavola originale, desunta dagli esemplari raccolti.


ZANOTTI E.
Flora della pianura bresciana centro-occidentale. Primo Aggiornamento.

Riassunto – In questo primo contributo l’Autore segnala 12 nuove specie rinvenute nella pianura bresciana centro-occidentale, in aggiunta all’elenco floristica recentemente pubblicato (ZANOTTI, 1991)


CRESCINI A., DANIELI S., DE CARLI C. e TAGLIAFERRI F.

Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano: 58-79.


FENAROLI F.

Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano: 80-102.


FENAROLI F. e PERLOTTI C.

Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano: 103-110.


ZANOTTI E. 

Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano: l 11-116.


TAGLIAFERRI F. 

Segnalazioni floristiche per la Val di Scalve: 6-10.


FENAROLI F., FRATTINI S., ZANOTTI E. e PEDRINI I.
Bibliografia botanica delle piante vascolari del Bresciano. Aggiornata al 1992.

Riassunto – Il presente lavoro elenca 1188 riferimenti bibliografici, corredati di 304 accessi secondari, inerenti la letteratura botanica relativa alle piante vascolari del Bresciano.


BATTONI F. e SCIAKY R.

Studi su alcuni Cafathus Bonelli della regione mediterranea (Coleoptera Carabidae).


MONGUZZI R.
Dalmataphaenops (n. gen.) chiarae (n. sp.), nuovo eccezionale Trechino troglobio della regione dinarica e considerazioni sul genere Aphaenopsis G. Muller, 1913 (Coleoptera Carabidae Trechinae).

Riassunto – Viene descritto Dalmataphaenops chiarae, n. gen., n. sp., un nuovo Trechino troglobio a facies afenopsiana di dimensioni gigantesche (Coleoptera Carabidae Trechinae), raccolto dall’Autore in una grotta del massiccio del Biokovo (Dalmazia centrale, Croazia). Il nuovo taxon presenta evidenti affinità, avallate anche da riscontri biogeografici, con Aphaenopsis G. Miiller (sensu Auct. nec PRETNER, 1959). Di quest’ultimo genere viene confutato con nuove argomentazioni l’assetto interno proposto da PRETNER (1959) e rettificate alcune inesattezze relative alle diagnosi di JEANNEL (1928) e dello stesso PRETNER.


MONGUZZI R.
Nuova cattura di Anophtalmus baratellii Sciaky e considerazioni sulla sua posizione sistematica (Coleoptera Carabidae Trechinae).

Riassunto – L’Autore segnala la cattura in sede cavernicola, in una nuova località, di Anophthalmus baratellii Sciaky, descritto del M. Matajur (Prealpi Giulie) e noto finora sulla sola coppia tipica raccolta in ambiente sotterraneo superficiale (M.S.S.). In ragione di un’importante peculiarità del «segmento genitale » emersa dallo studio del nuovo materiale, la specie, già ritenuta strettamente affine ad A. mariae Schatzm in realtà pare configurarsi come un elemento molto più isolato all’interno del genere.


MAZZOLDI P.
I Coleotteri idroadefagi del massiccio di monte Guglielmo (Lombardia, Italia) (Coleoptera: Haliplidae, Noteridae, Dytiscidae). 

Riassunto – La fauna a idradefagi del massiccio di Monte Guglielmo (provincia di Brescia, Lombardia, Italia) è stata studiata nel periodo tra il 1980 e il 1990. Sono state raccolte 21 specie, che possono essere raggruppate in due biocenosi principali, quella delle pozze d’abbeverata con acqua stagnante e quella dei torrenti di montagna; la prima è costituita da specie banali euriecie, la seconda da specie reofile. Vengono esposte alcune considerazioni di carattere ecologico e zoogeografico.


VAILATI D.
Monguzzielfa grottoloi nuovo genere nuova specie delle Prealpi Venete (Coleoptera Cholevidae Leptodirinae).

Riassunto – L’Autore descrive Monguzziella grottoloi n. gen. n. sp. di Leptodirinae (Coleoptera Cholevidae) raccolta nelle Prealpi Venete, in due stazioni del Trentino meridionale nei dintorni di Rovereto e in una sugli Alti Lessini veronesi. Il nuovo taxon si trova dunque ad essere a E del F. Adige e, per non appartenere a nessuna delle linee filetiche dei «teleomorfi» che caratterizzano tutte le Prealpi orientali, bensì essendo fileticamente affine a quanto noto a W della valle dell’Adige, pone un interessante problema zoogeografico.


VAILATI D.
Segnalazione di una nuova stazione e revisione morfologica di Cryptobathyscia gavardensis Vailati, 1980 (Coleoptera Cholevidae Leptodirinae).

Riassunto – Viene data notizia della scoperta di una nuova stazione di Cryptobathyscia gavardensis Vailati, 1980, importante poiché si tratta della seconda località nota dopo che, in seguito alla descrizione del taxon, uon era più stato raccolto alcun esemplare. La disponibilità di nuovi esemplari maschi, oltre all’unico finora noto, permette di rivedere meglio il taxon a livello morfologico, completandone la descrizione e l’iconografia. Il nuovo ritrovamento, in sede endogea, permette altresì di aggiungere ulteriori dati sull’ecologia di questa entità, nonché alcune considerazioni di carattere zoogeografico.


GIACHINO P. M. e GUÉORGUIEV V. B.
Note sul genere Antroherpon Reitter (Coleoptera Cholevidae Leptodirinae).

Riassunto – Gli Autori, in base allo studio di circa 1500 esemplari di specie del genere Antroherpon, forniscono dati corologici su 47 specie e sottospecie appartenenti a questo genere, con commenti sulla distribuzione di alcuni taxa e a note sinonirniche sulle grotte di provenienza. Viene inoltre confermata, in base allo studio dell’edeago, la validità specifica di A. subalpinum Jeannel e sono descritte le seguenti specie e sottospecie nuove: A. brckoensis n. sp., A. elongatum n. sp., A. scutariensis n. sp., A. hoermanni hoffmanni n. ssp. e A. scutulatum n. sp. Viene inoltre proposta una sintesi delle attuali conoscenze zoogeografiche sul genere Antroherpon.


SASSI D.
Contribution to the knowledge of palearctic Cassidinae. The species near Cassi da pusilla Waltl (Coleoptera Chrysomelidae).

Riassunto– Contributo alla conoscenza delle Cassidinae paleartiche. Le specie vicine a Cassi da pusifla Waltl. Dall’analisi di diverse decine di esemplari attribuiti alla specie Cassida pusilla Waltl 1839, in particolare dal confronto della spermateca, viene confermata l’entità specifica di C. angusta Mars. 1876, della quale viene fornita la ridescrizione. Viene inoltre descritta C. lusitanica sp. n. del Portogallo.


FRITZ M. A. e SCARAMOZZINO P. L.
Nuevas especies de Stephanidae (Hymenoptera) neotropicales.

Riassunto – Nuove specie neotropicali di Stephanidae (Hymenoptera). Vengono descritte cinque speciedi Stephanidae neotropicali, una del genere Megischus e le restanti quattro del genere Hemistephanus.


BENNATI R.
Contributo alla conoscenza degli Anfibi della Val Trompia (Brescia, Lombardia).

Riassunto – L’Autore riporta notizie sulla distribuzione degli Anfibi in Val Trompia (Brescia) confrontando i risultati di questa indagine con i dati storici riportati da Autori dell’Ottocento.


BONETTI M.
Note sulla distribuzione e l’ecologia degli Anfibi del Comune di Brescia.

Riassunto – Negli anni 1991 e 1992, l’Autore ha studiato la distribuzione degli Anfibi nel territorio del Comune di Brescia. I siti riproduttivi delle otto specie rinvenute comprendono stagni naturali e artificiali, pozze, sorgenti, canali, vasche, e persino mastelli e piscine. Sono emerse interessanti relazioni tra le singole specie e i loro habitat: Triturus vulgaris meridionalis è assente da stagni privi di vegetazione; Triturus carnifex occupa spesso gli stessi stagni della specie precedente, ma manca da quelli più piccoli e si riproduce anche in assenza di piante acquatiche; Salamandra salamandra è confinata nei boschi di latifoglie prealpini; Bufo viridis vive solo in ambienti aperti e si riproduce quasi esclusivamente in corpi d’acqua senza vegetazione; Rana dalmatina è legata ai boschi di latifoglie; le Rane verdi (Rana lessonae e R. esculenta) sono invece assenti da zone boschive. In due siti è stata riscontrata la presenza di Tritoni neotenici (Triturus vulgaris e T. carnifex). Molte delle popolazioni presenti sono attualmente minacciate di estinzione, per cause naturali (interramento di corpi d’acqua), o antropiche (prosciugamenti, gestione intensiva dell’agricoltura, introduzioni di pesci, inquinamento).


GIOVINE G.
Anfibi e Rettili del Parco Regionale dei Colli di Bergamo.

Riassunto – In questo lavoro viene studiata l’erpetofauna del Parco Regionale dei Colli di Bergamo, che risulta composta da 10 specie di Anfibi e 9 di Rettili. Le specie presenti sono quelle che si potrebbero rilevare in zone analoghe; tra queste spiccano Bambina variegata, ormai rara in Lombardia, e Rana latastei. L’Autore ha analizzato le categorie coro logiche notando una certa preponderanza delle specie Europee (68%), su quelle Eurocentroasiatiche (22%) e su quelle italiche (10%). Lo studio delle microcomunità ha messo in evidenza 3 modelli fondamentali: la m. del bosco submediterraneo (con prevalenza di Rettili), la m. degli ambienti umidi (con prevalenza di Anfibi) e la m. dei boschi umidi (specie  tipica Salamandra salamandra).


BRICHETTI P., CAFFI M. e GANDINI S.
Biologia riproduttiva di una popolazione di Storno Sturnus vulgaris nidificante in una «colombaia» della Lombardia.

Riassunto – Vengono presentati i risultati in una ricerca condotta nel 1991 sulla biologia riproduttiva di una popolazione di Sturnus vulgaris nidificante nella «colombaia» di una cascina della pianura lombarda. L’inizio della costruzione dei nidi è compreso tra il 15 marzo e il 2 aprile. I nidi sono stati terminati in un tempo medio di 4,6 giorni (2-9), nel 20,40Jo delle 338 cavità disponibili. Tra l’ultimazione del nido e l’inizio delle deposizioni trascorrono in media 2,6 giorni (0-10). L’inizio delle «prime» deposizioni è compreso tra il 22 marzo (data precoce a livello europeo) e il 9 aprile; quello delle «intermedie» tra il 24 aprile e 1’11 giugno; quello delle «seconde» tra il 29 aprile e il 16 giugno. La dimensione media delle covate è 5,4 uova (3-8). Le uova misurano in media mm 29,5 x 21,2 e pesano g 6,9 (n= 148). La durata media dell’incubazione è 12,2 giorni (11-15), quella dell’allevamento dei pulii di 15,5 (13-22), con una differenza significativa tra le I covate (19,1) e le successive (14,9). Il numero medio di pulii per covata alla schiusa è 4,5 (1-7); quello dei pulii per nidiata all’involo di 3,3 (1-6). Il tasso di schiusa è del 71,2%, quello d’involo del47,50Jo; in entrambi i casi i valori più elevati si collocano in corrispondenza delle covate di 6 uova. Il successo riproduttivo è del 33,8%, con una media di 1,9 pulli per covata e una differenza significativa tra le I covate (0,8) e le successive (intermedie= 2,4; II= 3). I risultati evidenziano la notevole influenza svolta dalle condizioni meteorologiche sull’andamento della nidificazione e soprattutto sul successo riproduttivo.


GROPPALI R.
Sull’alimentazione di dieci specie di Passeriformes in Italia.

Riassunto – Dalla determinazione dei contenuti stomaca1i è stata studiata l’alimentazione insettivora di dieci differenti specie di Passeriformi di provenienza italiana: Prispolone, Scricciolo, Pettirosso, Pagliarolo, Capinera, Luì piccolo, Codibugnolo, Cinciallegra, Rigogolo ed Averla cenerina.


GROPPALI R.
Appunti sull’alimentazione insettivora della Gazza Piea piea.

Riassunto – Sono stati studiati i contenuti stomacali di 39 Gazze (Piea piea) della bassa e media collina pavese per conoscere l’alimentazione insettivora della specie tra l’autunno e l’inizio della primavera.


BUSETTO M. e MICHELI A.
Resoconto ornitologico bresciano 1991.

Riassunto – Prosegue nel 1991 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specialistiche. Le specie segnalate sono 25.


QUADRELLI G.
Densità e distribuzione delle tane di Tasso Meles meles nel Basso Lodigiano.

Riassunto – Nel corso del 1991 è stato effettuato un censimento delle tane di Tasso Meles meles in un’area molto antropizzata della Pianura Padana posta alla confluenza del fiume Lambro nel fiume Po, estesa per 103 Km2. Si sono individuate 24 tane (0,2 Km2).


DALMERI G.
Ricerche nel sito tardopaleolitico-mesolitico di Terlago (Trentina). Tracce di strutture d’abitato.

Riassunto – A Terlago, nel sito tardopaleolitico-mesolitico ancora in corso di scavo, sono emerse delle «strutture» che rispecchiano con ogni probabilità tratti dell’originario assetto abitativo. L’industria litica riflette condizioni di giacitura sostanzialmente indisturbate. Indizi sulle modalità insediative sono stati ricavati da resti effettivamente rilevati in situ e mediante una procedura d’indagine topografica che riguarda essenzialmente la ripartizione spaziale dell’industria, nello scavo ed in fase di elaborazione dati. In base alle ricerche relative all’area ispezionata, sono stati riconosciuti due importanti spazi d’uso, probabilmente contemporanei: A («officina litica») e B («unità abitativa a grattatoi»). Sono probabilmente frutto di uno o più intensivi momenti di frequentazione. In questo senso Terlago riproduce un modello insediativo a carattere semipermanente, tipo «campo base». A sostegno di ciò, può essere determinante il rinvenimento di un’«impronta», anche se piuttosto labile, di una «paleosuperficie» connessa ad un «margine» di fondo capanna ed a due probabili pali. Elementi che proverebbero l’esistenza di una struttura di protezione sostenuta da pali, pertinente all’ «unità abitativa B».


SEGNALAZIONI


BALLERIO G.

Avvistamento di due Gabbiani reali nordici Larus argentatus sul Lago d’Iseo (Brescia).


MICHELI A.

Il Picchio cenerino Picus canus probabilmente nidificante nell’Alto Garda bresciano.