Indice degli articoli
Riassunto – Vengono svolte alcune considerazioni sul carattere della Linea del M. Rosello nel quadro della tettonica ercinica e medio-triassica, anche in rapporto ai corpi magmatici permiani e triassici connessi alla dislocazione. A giudizio dell’Autore la faglia è l’espressione di processi distensivi in entrambi gli eventi tettonici: nel corso di quello ercinico la dislocazione era strettamente correlata ad una importante scarpata.
Riassunto – È stata svolta un’indagine sinecologica sulla vegetazione delle praterie naturali e seminaturali di alcuni massicci calcareo-dolomitici delle Prealpi Lombarde. Sono state identificate alcune tipologie fisionomico-ecologiche, per ciascuna delle quali sono stati descritti i fattori ambientali salienti.
SOLDANO A.
Riproposizione di taxa sottospecifici prioritari dovuti a botanici italiani
Riassunto – L’Autore ripropone all’attenzione alcune combinazioni sottospecifiche operate da botanici italiani del passato (ARCANGELI, BÉGUINOT, A. TERRACCIANO, NEGODI) ed ignorate dalle Flore attuali. Consegue una combinazione inedita.
TAGLIAFERRI F.
Distribuzione di Sanguisorba dodecandra Moretti in Val di Scalve
FENAROLl F., TAGLIAFERRl F. e ZANOTTl E.
Il Gruppo Bresciano di Ricerca Floristica
CRESCINI A., DANIELl S. e TAGLlAFERRl F.
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano
DE CARLI C. e TAGLIAFERRI F.
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano
FENAROLI F.
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano
CRESCINI A. e FENAROLI F.
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano
FENAROLI F. e TAGLIAFERRI F.
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano
PERLOTTI C.
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano
ZANOTTI E.
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano
TAGLIAFERRI F.
Segnalazioni floristiche per la Val di Scalve
GROTTOLO M. e MAZZOLDI P.
Indagine sulla qualità delle acque del torrente Garza (Brescia, Lombardia)
Riassunto – La qualità delle acque del torrente Garza e dei suoi principali affluenti è stata studiata con il metodo dell’E.B.I. È risultato che il Garza ha acque di buona qualità nella parte alta del suo corso, mentre nella parte media e bassa le acque risultano fortemente inquinate, soprattutto a causa degli scarichi civili e industriali che esso riceve. È stata disegnata la mappa della qualità delle acque del Garza.
Riassunto – Questo lavoro preliminare vuole essere soprattutto un censimento delle stazioni italiane ove è stata riscontrata la presenza di Zospeum. Oltre alle segnalazioni della letteratura ho potuto disporre di un numero notevole di nuove località che ha permesso di colmare vuoti geografici significativi dell’areale prealpino. Questo risulta ora ininterrotto dal Bresciano al confine iugoslavo, collegandosi alle stazioni oltreconfine trattate da BOLE (1974a) nella sua revisione. Più caute le considerazioni di sistematica, che in parte riconfermano le vedute di GIUSTI e PEZZOLI ( 1982), non essendo, a mio parere, ancora emersi caratteri conchigliologici veramente discriminanti per molte popolazioni puntiformi e parecchio isolate le une dalle altre. Una frammentazione che ha portato a caratterizzazioni pronunciate del nicchio. È doveroso attendere anche il responso di indagini anatomiche, previste in un secondo contributo, per le quali si è già in possesso di un notevole numero di esemplari con carni.
DEL MASTRO G. B.
Il gambero americano Orconectes limosus (Rafinesque), un nuovo Decapode neartico nelle acque dolci del nord Italia (Crustacea Decapoda Cambaridae)
Riassunto– Il Gambero americano Orconectes limosus, un Crostaceo Decapode originario del Nord America ed introdotto in vari stati mitteleuropei, viene segnalato per la prima volta anche nelle acque italiane. La specie sembra essersi ben acclimatata nel Lago d’Iseo. Viene sottolineato il rischio che essa si diffonda in gran parte del bacino padano.
Riassunto – Sulla base del materiale cavernicolo raccolto in Crimea nell’agosto 1989 dal Gruppo Grotte Milano CAI-SEM e ricevuto in studio, l’Autore integra e corregge le precedenti diagnosi dello Pseudaphaenops jacobsoni (Plyginskij, 1912), confrontandolo con lo P. tauricus (Winkler, 1912); ne raffigura inoltre per la prima volta l’habitus e ne ridisegna l’apparato copulatore (già illustrato, ma probabilmente in modo inesatto) sempre correlati con quelli dello P. tauricus.
MAZZOLDI P. and TOLEDO M.
Hydroporus hellenicus a new species of the palustris group (Coleoptera Dytiscidae)
Riassunto – Hydroporus hellenicus, una nuova specie del gruppo palustris. Viene descritto un nuovo Hydroporus della Grecia appartenente al gruppo palustris, Hydroporus hellenicus n.sp.; la nuova entità viene confrontata con altre specie dello stesso gruppo, ne vengono indicati i caratteri diagnostici e illustrati i genitali. Vengono inoltre segnalate le prime catture di Herophydrus musicus (Klug) per la Grecia continentale.
Riassunto – Si descrive Otiorhynchus oliveri, nuova specie di Curculionide della Spagna settentrionale appartenente al complesso di O. andarensis e si forniscono note coro logiche e bioecologiche su altri taxa del gruppo.
BRICHETTI P.
Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Brescia (Lombardia). Aggiunte 1985-1991
Riassunto – Viene aggiornato l’Atlante delle specie nidifìcantì in provincia dì Brescia (1980-1984), con dati successivi raccolti dal 1985 al 1991. Vengono considerate 81 specie, e fornite 20 mappe che illustrano nuove distribuzioni. Il totale delle specie nidìficanti aumenta a 166 per l’aggiunta di 7 specie. Si sono rilevati incrementi ed espansioni di areale per varie specie.
MlCHELI A. e BUSETTO M.
Resoconto ornitologico bresciano 1990
Riassunto – Iniziata lo scorso anno, prosegue nel 1990 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono escluse da tale resoconto le notizie già pubblicate su riviste specialistiche e quelle riguardanti le nidificazioni. Le specie segnalate sono 38.
BRICHETTI P. e GARGIONI A.
CORSETTI G. e LONDEI T.
Reazioni di Cornacchie grigie Corvus corone cornix a conspecifici mummificati in particolare posture e presentati in campagna
Riassunto – Un particolare metodo di conservazione per esemplari di volatili è stato utilizzato per preparare oggetti-stimolo da presentare in campagna al fine di misurare le risposte di Cornacchie grigie selvatiche. Dalle prove effettuate è emersa una evidente discriminazione, da parte dei selvatici, nei riguardi della postura imposta agli oggetti-stimolo e nell’appartenenza di questi ultimi a sottospecie e specie differenti, suggerendo l’esistenza di un meccanismo contro l’ibridazione.
BIAGI P. and VOYTEK B. A.
The flint assemblages from pits XVIII and XXXII of the Early Neolithic site of Campo Ceresole at Vhò di Piadena (Cremona, Northern Italy)
Riassunto – Le industrie litiche dei pozzetti XVIII e XXXII del sito Neolitico di Campo Ceresole presso il Vhò di Piadena (Cremona). Gli Autori prendono in esame le industrie su selce raccolte in due pozzetti del sito neolitico di Campo Ceresole datati fra la fine del settimo e l”inizio del sesto millennio BP. Si tratta di industrie su selce esotica di provenienza alpina caratterizzate da un forte indice laminare e dalla presenza della tecnica di scheggiatura per la confezione di lamelle strette tratte da Nuclei subconici. Fra gli strumenti sono caratteristici Bulini su incavo, Perforatori diritti, Geometrici trapezoidali e romboidali e Lamelle a margine sinuoso. È rappresentata la tecnica del Microbulino. Lo studio delle tracce d’usura riguarda un’analisi comparativa della tipologia e della funzione dei reperti litici scheggiati. Questa ha dimostrato che la maggior parte degli strumenti è stata impiegata per lavorare legno o materiale duro quale osso o corno. L’industria è inoltre caratterizzata da un numero elevato di ravvivamenti e di strumenti reimpiegati. L’aspetto forse più interessante riguarda la presenza di attrezzi con usura obliqua lucida, il che migliora le nostre conoscenze circa l’utilizzo di graminacee all’inizio del Neolitico
CASTELLETTI L. e MASPERO A.
Analisi di resti vegetali di Campo Cerosole del Vhò di Piadena e di altri siti neolitici padani
Riassunto – Nell’articolo vengono presentati i risultati delle analisi antracologiche e paleocarpologiche effettuate a Campo Ceresole di Vhò di Piadena. Le entità prevalenti nei carboni del Neolitico antico sono Fraxinus e Quercus, mentre i cereali ricuperati sono Triticum aestivum e Hordeum sp. cui va aggiunto Triticum monococcum da ricerche precedenti. I carboni delle strutture romane denunciano la diffusione di Carpinus, avvenuta a partire dal Subboreale. Una situazione analoga si riscontra nel sito Neolitico VBQ di Casatico di Marcaria dove predomina la quercia e a Rivarolo Mantovano, sempre VBQ, dove i carboni sono costituiti quasi esclusivamente da quercia. Dal confronto con altri si ti comincia a delinearsi la possibilità di conoscenza molto dettagliata della composizione dei boschi in diversi periodi e località dell’Italia Settentrionale.
SEGNALAZIONI
MAZZOTTI S., MAZZOTTI F.
MAZZOTTI S., MAZZOTTI F.
Prima nidificazione allo stato selvatico del cigno reale Cygnus olor sul Lago d’Iseo (Brescia)
CORSETTI G. , DOMINI O., LOTTICI N.
Recupero di un Gufo di palude Asio flammeus alla periferia est della città di Brescia
OLIVETTI L. (a cura di)
Indici di «Natura Bresciana» vol. 1-26