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Un tetto verde sull’edificio comunale di via Cavellini / Fasser a Sanpolino

23-02-24

Il tetto verde pilota, strumento sperimentale di adattamento ai cambiamenti climatici, è il primo su un fabbricato di edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Brescia

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Nel fabbricato di proprietà comunale, che si trova in via Cavellini / Fasser nel quartiere Sanpolino, sono iniziati i lavori per il rifacimento della copertura dell’edificio, la realizzazione di un giardino pensile e il rifacimento dell’impianto fotovoltaico collegato.

I tre interventi sono in sequenza temporale fra loro e dovrebbero concludersi entro l’estate; sono finanziati in parte con fondi propri dell’amministrazione comunale e in parte con risorse esterne, per un ammontare complessivo di 584.200 euro.

In particolare, l’implementazione del tetto verde s’inserisce all’interno di Un Filo Naturale, la Strategia di Transizione Climatica del Comune di Brescia supportata da Fondazione Cariplo, progetto che prevede la realizzazione di tetti verdi pilota come strumento di adattamento ai cambiamenti climatici. Quello di Via Cavellini / Fasser sarà il primo giardino pensile su un fabbricato di edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Brescia.

I 3 progetti d’intervento e lo stato attuale dell’edificio di housing sociale

L’edificio a destinazione residenziale è stato realizzato negli anni 2006-2007 all’interno del Piano di Zona Sanpolino e comprende 38 alloggi di housing sociale, attualmente quasi tutti abitati, distribuiti su tre vani scala e su tre livelli fuori terra. Il piano terra è parzialmente occupato dall’Ufficio di zona Est. Sono inoltre presenti un’autorimessa interrata dotata di cantine e posti auto e una copertura piana e praticabile, alla quale approda uno soltanto dei tre vani scala con annesso ascensore (via Fasser 24), a sua volta protetto da una pensilina piana in cemento armato.

Attualmente, il lastrico della copertura dell’edificio è interessato da un generale degrado edilizio e impiantistico. Ne conseguono infiltrazioni d’acqua verso gli alloggi sottostanti, a cui recentemente si è dovuto ovviare con rappezzi di manto bituminoso nella porzione nord-ovest della copertura (estesa 180 mq circa), maggiormente interessata dal degrado. I manufatti in cemento (parapetti, comignoli, torrini, volumi tecnici dei vani ascensore, gronde sporgenti dalla copertura) sono rivestiti da uno strato di doppia guaina ardesiata, che si presenta ammalorata in più punti. L’impianto meccanico di estrazione forzata dell’aria dai locali domestici risulta obsoleto e in parte non funzionante, oltre che fonte di rumori e vibrazioni. L’impianto fotovoltaico al servizio delle parti comuni è stato negli ultimi anni oggetti di rilevanti danneggiamenti causati da eventi atmosferici eccezionali come grandinate e trombe d’aria.

I tre progetti d’intervento riguardano:
• la manutenzione straordinaria edile e impiantistica, consistente nel rifacimento degli strati di protezione del solaio di copertura e dell’impianto di estrazione forzata dell’aria;
• la realizzazione di un tetto verde di tipo estensivo;
• lo smantellamento e il rifacimento dell’impianto fotovoltaico al servizio delle parti comuni.

Complessivamente verranno spesi:
– 445.000 euro per la manutenzione straordinaria edile e impiantistica (risorse comunali);
– 110.000 euro per la realizzazione del tetto verde, di cui: 21.800 euro finanziati da Fondazione Cariplo e 88.200 euro mediante risorse comunali
– 29.200 euro per l’impianto fotovoltaico (risorse comunali).

Gli interventi hanno avuto origine dalla constatazione dello stato di degrado manutentivo della copertura dell’edificio. Lo spirito con cui si è approcciata la tematica progettuale è stato quello di riqualificare l’edificio non soltanto rimuovendo le condizioni di disagio presenti, ma provando ad apportare un sensibile miglioramento del comportamento termoigrometrico dell’involucro superiore dell’immobile, anche in un’ottica di rigenerazione del patrimonio edilizio in chiave di transizione ecologica ed energetica.

Il tetto verde pilota, strumento sperimentale di adattamento ai cambiamenti climatici

L’esigenza di effettuare un intervento di manutenzione straordinaria su un immobile di proprietà comunale si è rivelata un’occasione importante per dotare l’edificio di un giardino pensile, il primo su un fabbricato di edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Brescia.

La realizzazione di giardini pensili all’interno di contesti urbani nasce dall’esigenza di migliorare la gestione e la conservazione dell’acqua piovana, alla luce dei sempre più diffusi eventi atmosferici estremi che caratterizzano il nostro tempo. Oggi, la relazione tra insediamenti urbani e clima è infatti inasprita dal manifestarsi di periodi di siccità prolungati alternati a periodi caratterizzati da piogge intense. In aree densamente urbanizzate la difficoltà di gestione dell’acqua deriva non soltanto dall’entità di fenomeni particolarmente eccezionali, ma soprattutto dalla grande quantità di superfici impermeabili che non permettono l’infiltrazione di acqua nel terreno.

Da qui l’idea di sfruttare una grande superficie artificiale come la copertura di un edificio residenziale per restituirle permeabilità e migliorare la gestione dell’acqua su di essa, con l’obiettivo di mitigare gli effetti delle bombe d’acqua e di fungere da vasca di laminazione dinamica per la raccolta dell’acqua piovana, riutilizzandola per l’irrigazione della superficie erbosa soprastante.

La minor dispersione di calore durante la stagione invernale, ma soprattutto una diminuzione della temperatura della copertura nei periodi estivi, consentono una sensibile riduzione dei costi energetici per la gestione delle temperature interne dell’edificio. Allo stesso modo, le coperture a verde costituiscono una protezione ideale per i pacchetti d’isolamento termico e idraulico della copertura, garantendone una maggior durata, salvaguardandone la funzionalità e mantenendone il valore economico ed ecologico per lo smaltimento.

L’intervento consentirà inoltre di ridurre l’isola di calore urbana, nello specifico la temperatura dell’estradosso della copertura passerà dai 50-85 °C rilevati sui materiali artificiali impermeabili (variabili a seconda della tipologia di manti che possono essere da sintetici chiari a bituminosi scuri) ai 25-30 °C normalmente registrati sulle coperture verdi.

Altrettanto importante risulta essere l’abbinamento di tetto verde e impianto fotovoltaico, dal momento che le prestazioni dell’impianto migliorano al diminuire della temperatura della superficie su cui insistono. Un altro aspetto altrettanto vantaggioso consiste nella capacità della vegetazione di catturare e trattenere le sostanze inquinanti e più nello specifico i particolati sottili che col tempo sedimentandosi sulle superfici dei pannelli possono diminuire i rendimenti dell’impianto.

Un sistema solare fotovoltaico e un tetto verde sono dunque perfettamente compatibili perché da un lato si vanno a migliorare le prestazioni dei pannelli solari, mantenendo le temperature più basse, dall’altro la vegetazione sul tetto beneficia delle aree ombreggiate che vengono create dai pannelli solari, provocando un aumento naturale della biomassa e, in alcuni casi, anche un’estensione del numero di specie di piante e della biodiversità.

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