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Natura Bresciana 2019 – Volume 42

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Indice degli articoli

GHEZA G.
I licheni terricoli delle praterie aride planiziali del fiume Serio: situazione attuale e ricostruzione della situazione storica

Riassunto – Le praterie aride sono ambienti molto importanti per le crittogame terricole nell’area planiziale padana. Alcune di queste praterie sono ancora presenti lungo la porzione planiziale del corso del Fiume Serio (Provincia di Bergamo, Lombardia). In quest’area sono stati studiati i licheni terricoli, con il rilevamento di 11 specie. Sulla riva orientale sono presenti tre specie di Cladonia considerabili ruderali, che costituiscono generalmente popolamenti monospecifici anche estesi, mentre sulla riva occidentale, più ricca in substrati calcarei, sono presenti prevalentemente specie a tallo squamuloso, tipiche di situazioni meno antropizzate. I ritrovamenti sono stati confrontati con gli exsiccata dell’erbario lichenico di Emilio Rodegher, in cui sono presenti 6 specie raccolte nei medesimi ambienti a fine Ottocento. Alcune specie sono scomparse dall’area tra l’Ottocento ed oggi, mentre alcune specie assenti dall’erbario probabilmente non erano state individuate all’epoca.


PEDERSOLI D., & FANTI F.
Omalisus victoris Mulsant, 1852 (Coleoptera Elateridae Omalisinae): distribuzione e note ecologiche

Riassunto – Viene riportata nel dettaglio la distribuzione nota di Omalisus victoris Mulsant, 1852 basandosi anche su numerosi nuovi reperti. Inoltre vengono forniti nuovi dati ecologici e biologici e i metodi più proficui di rinvenimento e cattura. La specie è risultata più largamente diffusa di quanto finora noto ed è risultata essere nuova per la Croazia e per la Lombardia e il Veneto in Italia. Omalisus luczoti Bourgeois, 1882 è un nomen nudum.


GRATTINI N., NIGRELLI G., BELLINTANI S., NOVELLI F., CREMA M. & MANTOVANI C.
Distribuzione e consistenza della popolazione nidificante di picchio verde, Picus viridis, in provincia di Mantova nel periodo 2000-2017 (Lombardia, Italia Settentrionale)

Riassunto – Viene analizzata e descritta la distribuzione e la consistenza della popolazione di picchio verde, Picus viridis, nidificante in Provincia di Mantova nel periodo 2000-2017. L’indagine ha appurato un’evidente espansione territoriale, un maggior numero di siti occupati rispetto ai decenni precedenti, quando la specie nel periodo 1983-1987 era presente con certezza soltanto in 3 località, oltre ad una maggiore consistenza numerica. Nel periodo 2000-2010 la specie è risultata presente in 44 siti con un incremento percentuale del 1,36%, mentre nel periodo 2011-2017 in 74 siti, con un aumento percentuale del 68,19% rispetto alla fase di studio 2000-2010.


FERRI V. & SOCCINI C.
I chirotteri dei parchi urbani e corsi d’acqua di Brescia: dati sulla distribuzione e problemi di conservazione

Riassunto – La distribuzione e situazione dei chirotteri al di fuori delle aree protette della Provincia di Brescia è quasi sconosciuta, anche a causa delle difficoltà che comporta effettuare ricerche su tali specie. Questo studio è un primo contributo sulla distribuzione di questi mammiferi nei parchi urbani e lungo i corsi d’acqua della Città di Brescia. Nel 2018 sono state condotte 24 sessioni di rilevamento bioacustico in 8 aree urbane. Sono state registrate e accertate 9 specie di pipistrelli: tra esse Hypsugo savii e Pipistrellus kuhlii sono risultate le specie più frequenti e ubiquitarie nelle aree studiate. Per favorire la conservazione dei chirotteri in generale nei parchi urbani indagati si dovrebbero evitare eccessive e inutili potature degli alberi e l’irrorazione di biocidi per il contenimento degli insetti. La riduzione degli habitat di foraggiamento e delle principali prede può avere un’influenza critica sull’abbondanza relativa dei pipistrelli presenti.


GARGIONI A., BRICHETTI P. & SOTTILE F.
Resoconto ornitologico bresciano 2017, 2018

Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative al 2017 e 2018.


GHEZA G.
Aggiunte alla flora lichenica della Val Camonica

Riassunto – A dispetto delle sue elevate potenzialità dal punto di vista lichenologico, la Val Camonica è stata investigata solo in modo limitato. In questo contributo vengono riportate nuove segnalazioni relative a 92 taxa lichenici. Di questi 27 sono riportati per la prima volta in Val Camonica, mentre gli altri 65, già noti per l’area, sono però riportati da località nelle quali non erano stati indicati in precedenza. Tra le specie di particolare interesse, in quanto rare sul territorio nazionale, si segnalano Cladonia bellidiflora, Cladonia crispata, Cladonia decorticata, Nephromopsis laureri, Stereocaulon dactylophyllum e Umbilicaria nylanderiana. Vengono infine brevemente discussi alcuni spunti per approfondire le conoscenze lichenologiche in Val Camonica.


BRUSA G. & BONA E.
Presenza accertata di una specie del gruppo Azolla caroliniana/A. Cristata (Salviniaceae, Pteridophyta) recentemente trovata spontaneizzata in Italia

Riassunto – In Italia sono attualmente accertate almeno due specie del genere Azolla in ambienti naturali: A. filiculoides, di cui si conosceva già la presenza; e una specie del gruppo A. caroliniana/A. cristata, la cui presenza è stata più volte messa in dubbio oppure è stata considerata come estinta, ma ora viene definitivamente annoverata nella flora esotica italiana tramite le popolazioni accertate sul Lago di Varese. Non è stato però possibile determinare la specie tra A. caroliniana/A. cristata, in quanto non sono stati osservati sporocarpi. Sono inoltre riportate considerazioni sulle modalità di introduzione e sullo stato di neofita naturalizzata/invasiva.


SOCCINI C.
Prima segnalazione di Staurophora celsia (Linnaeus, 1758) per la provincia di Brescia (Lombardia, Italia Settentrionale) e per il parco regionale dell’Adamello

Riassunto – Si riporta la prima segnalazione per la provincia di Brescia e per il Parco regionale dell’Adamello del Noctuidae Staurophora celsia (Linnaeus, 1758). L’osservazione è stata effettuata, nel comune di Cedegolo, in Valle Camonica. La falena malachite è una specie a corologia trans-paleartica rilevata con popolamenti molto localizzati a Sud delle Alpi.


GARGIONI A.
Prima nidificazione di marangone minore Microcarbo pygmaeus in provincia di Brescia (Lombardia)

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la Provincia di Brescia del Marangone minore Microcarbo pygmaeus, in una ex cava.


BORTOLOTTI L.
Api e impollinazione: l’importanza della biodiversità per la produzione agricola e la conservazione degli ecosistemi

Riassunto – In Italia esistono circa mille specie di api selvatiche, una cifra che rappresenta circa la metà dell’intero patrimonio apistico europeo. Queste specie presentano caratteristiche biologiche molto diversificate per livello di socialità (da solitarie a eusociali), modalità di nidificazione (nel terreno, in cavità preesistenti, in nidi auto-costruiti) e soprattutto nel rapporto con i fiori e la flora spontanea e coltivata. Quest’ultimo aspetto dipende da alcune caratteristiche morfologiche dell’ape in rapporto alla dimensione e forma del fiore: la lunghezza della ligula, la taglia e la robustezza dell’insetto, la localizzazione delle strutture per la raccolta del polline.
Il rapporto delle api con la flora è di primaria importanza per il loro ruolo di impollinatori: le api generaliste, come l’ape da miele, visitano molte piante, ma in modo non specifico, mentre le api specialiste visitano in modo preferenziale una determinata specie botanica, della quale sono impollinatori molto efficienti. Questo ha portato allo sfruttamento commerciale di alcune specie di api per l’impollinazione delle colture (es. il bombo per il pomodoro), il cui commercio a livello globale ha però creato problemi di inquinamento genetico. Anche l’ape da miele, per la sua grande versatilità e per la facilità di allevamento e trasporto, è stata sempre più sfruttata per impollinare le colture, soprattutto nelle aree dove vi è carenza di api selvatiche. Questa consuetudine ha comportato un indebolimento delle famiglie di api, a causa dei lunghi trasporti e dell’inospitalità dell’ambiente agricolo.
Questi aspetti, assieme all’aumento di patogeni e parassiti esotici, ai cambiamenti climatici, all’uso di pesticidi e altro ancora, hanno portato a quel fenomeno di moria delle api, anche noto come CCD. Studi recenti hanno dimostrato che la biodiversità degli impollinatori è importante per un buon servizio di impollinazione, oltre che per il mantenimento della stabilità ambientale. Pertanto le ultime indicazioni dell’Unione Europea indirizzano verso la salvaguardia degli impollinatori nel loro complesso, mediante azioni di ripristino ambientale, piuttosto che verso il loro sfruttamento nel servizio di impollinazione. Anche l’ambiente urbano è un serbatoio importante di biodiversità per gli impollinatori selvatici; ognuno di noi nel suo piccolo può attuare misure per la tutela delle api selvatiche, come la creazione di giardini bee-friendly e di “hotel per le api”.


CERIOLI M., TIRONI M., VITALE N., NASSUATO C., FARIOLI M., AVISANI D., ZANONI M. & BELLINI S.
La mappatura degli apiari in regione Lombardia

Riassunto – La mappatura degli alveari è uno strumento molto utile per la gestione degli apiari sia da un punto di vista produttivo che da un punto di vista sanitario. Utilizzando i dati provenienti da diverse banche dati e sfruttando le potenzialità del Sistema Informativo Geografico (G.I.S.) sono stati forniti degli esempi sull’impiego della mappatura degli alveari in Regione Lombardia. In particolare sono state illustrate le mappe sulla distribuzione geografica degli apiari. La relazione tra le fioriture e le postazioni degli apiari è stata indagata attraverso le mappe di utilizzo del suolo. Si è poi utilizzata la mappatura degli apiari per la gestione/valutazione di aspetti sanitari ottimizzando cosi l’attività di monitoraggio da svolgere verso alcuni agenti patogeni es. Aethina Tumida e cercando di analizzare il fenomeno degli spopolamenti.


BRUSA G., DALLE FRATTE M., ARMIRAGLIO S., CERIANI R. M., ZANZOTTERA M. & CERABOLINI B. E. L.
Flora e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43 CEE) in Lombardia: sintesi della distribuzione e importanza di conservazione

Riassunto – La Direttiva Habitat protegge alcune specie vegetali e alcuni habitat nell’Unione Europea, anche grazie all’istituzione di Siti della Rete Natura 2000. Nel presente studio viene riassunta la distribuzione di questa flora e di questi habitat di interesse comunitario presenti in Lombardia, con lo scopo di confrontarla con la presenza dei Siti Natura 2000; inoltre, per ciascuna specie e habitat viene definita un’importanza relativa di conservazione. I risultati evidenziano la presenza di importanti aree per la conservazione sia nella regione biogeografica alpina (Alpi Orobie e Prealpi Bergamasche, Bresciane e Gardesane) che in quella continentale (parte occidentale della Lombardia). Tuttavia questi hot-spot sono soltanto parzialmente coincidenti con Siti Natura 2000. Tra le specie e gli habitat con maggiore importanza di conservazione prevalgono quelli in condizioni ecologiche di elevata disponibilità idrica, spesso con accumuli di torba, o non strettamente igrofile ma la cui dinamica è comunque collegata ai corsi d’acqua. Sarà opportuno orientare primariamente le azioni di gestione, conservazione e monitoraggio a questi particolari specie e habitat.


DIGIOVINAZZO P. & COMINI B.
Progetto LIFE IP GESTIRE 2020, reti ecologiche e ruolo dell’entomofauna per la conservazione della connettività

Riassunto – Il progetto LIFE IP GESTIRE 2020, che nasce per favorire la conservazione di habitat e specie di flora e fauna nei Siti Natura2000 in Lombardia, contribuisce anche a diffondere la sensibilità rispetto agli effetti positivi della conservazione della biodiversità per la sostenibilità in agricoltura. Una cospicua serie di azioni del progetto LIFE, infatti, prevede il supporto per gli stakeholders (es. aziende agricole, amministrazioni pubbliche, enti gestori di aree protette) riguardo alla presentazione di progetti aventi come scopo la connessione ecologica e il miglioramento degli ecosistemi del paesaggio agro-forestale. In tal modo si auspica di favorire anche il mondo dell’entomofauna, in particolare di quella impollinatrice, fondamentale per l’agricoltura così come per gli ecosistemi naturali.


BERTOCCHI M. & COMINI B.
Biodiversità, connettività ecologica e produttività agricola: le misure agroambientali del programma di sviluppo rurale della regione Lombardia

Riassunto – La Politica Agricola Comune (PAC) rappresenta da decenni lo strumento economico per il mantenimento e lo sviluppo dell’attività agricola europea. Da qualche tempo, le politiche comunitarie hanno integrato la loro visione con una più ampia panoramica che include, oltre alle tematiche produttive ed economiche, anche quelle strutturali ed ambientali. Con il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), ciascuna regione è in grado di mettere a disposizione risorse volontarie utili per la crescita del settore agricolo ma anche per la tutela ambientale e la salvaguardia della biodiversità. In questo articolo verranno illustrate le potenzialità del PSR di Regione Lombardia e verranno evidenziate le opportunità offerte dal progetto LIFE IP GESTIRE 2020 per un utilizzo efficiente delle risorse al fine di favorire la conservazione di specie di flora e fauna dentro e fuori i siti di Rete Natura 2000.


Natura Bresciana 2017 – Volume 41

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Indice degli articoli

BALZARINI A. & GIROD A.
Il problema di Chilostoma (Cingulifera) cingulatum gobanzi (Frauenfeld, 1867) 4 – Isolamento e forme “eccessive”

Riassunto – I rifugi glaciali e le zone a parco periglaciale in Europa e nelle Alpi meridionali hanno consentito durante i periodi glaciali plurimi del Pleistocene la sopravvivenza di molte specie di molluschi e la loro diffusione negli interglaciali. Le diverse modalità di espansione postglaciale, le possibilità di colonizzare habitats differenti, l’apparizione di sottospecie sono state approfondite dagli studi di filogeografia dai quali emerge la scarsa attitudine di specie calciofile e rupicole a colonizzare ampi territori. Vengono ripresi e discussi alcuni argomenti parzialmente trattati in passato su Chilostoma cingultum gobanzi della zona montana di Val Toscolana e Val Vestino, rifugio glaciale nell’Ultimo Massimi Glaciale. In dettaglio si analizzano il rapporto tra diametro del nicchio e diffusione in quota, la localizzazione delle popolazioni con presenze significative di individui di taglie eccessive (forme nane e forme giganti), l’abbondanza di individui in alcune stazioni isolate, lo sviluppo demografico presso due popolazioni. I risultati di quest’ultimo studio non sono risolutivi a causa dell’accentuato comportamento di homing accertato presso C. c. gobanzi. Le popolazioni con alta frequenza di individui nani sono arroccate su rocce di piccole dimensioni emergenti tra le malghe ove non esistono continuità territoriali con altre formazioni rocciose. L’isolamento appare attualmente come un fattore importante ma forse non unico a determinare il nanismo; altri fattori come l’aridità ambientale o l’esposizione meridionale appaiono probabili. La collocazione di alcune stazioni ritenute significative per la presenza di individui di grossa taglia hanno esposizione verso quadranti settentrionali. Non si esclude una certa casualità. Le colonie di C. c. gobanzi in un’area collinare distante da quella tipica montana fanno emerger il problema sulla sua diffusione e suoi spostamenti nel Pleistocene e Olocene.


FERRI V. & SOCCINI C.
I popolamenti Odonatologici ed Erpetologici del complesso dei laghi di cava in Località San Polo di Brescia (Lombardia, Italia settentrionale). Situazione e proposte per la conservazione

Riassunto – Sono esposti i risultati delle ricerche faunistiche ed ecologiche sui popolamenti di Odonati, di Anfibi e di Rettili del complesso dei laghi di cava in Località San Polo del comune di Brescia (Lombardia, Italia settentrionale). Durante gli anni di ricerca (2014-2017) sono state rinvenute 7 specie di Odonata Zygoptera e 11 di Anisoptera, 6 specie di Anfibi e 8 di Rettili. Spiccano nel contesto faunistico generale del territorio bresciano le segnalazioni fra le libellule di Pyrrhosoma nymphula, Ischnura pumilio e Aeshna isosceles, di Triturus carnifex per gli anfibi e di Coronella austriaca, Zamenis longissimus e Natrix tessellata per i rettili. Vengono presentati i principali fattori di minaccia e le linee guida per la conservazione di queste emergenze faunistiche.


GRATTINI N., NIGRELLI G. & BELLINTANI S.
Marcato aumento della popolazione nidificante di Allocco, Stryx aluco, in Provincia di Mantova (Lombardia, Italia settentrionale)

Riassunto – Viene analizzata e descritta la distribuzione e la consistenza della popolazione di Allocco, Strix aluco, nidificante in Provincia di Mantova nel periodo 2000-2016. L’indagine ha appurato un maggior numero di siti occupati rispetto ai decenni precedenti quando la specie nel periodo 1983-1987 era presente in 9 località. Nel periodo 2000-2010 la specie è risultata presente in 29 siti con un aumento del 222% mentre nel periodo 2011-2016 in 42 siti, con un aumento del 44% rispetto alla fase di studio 2000-2010.


GRATTINI N., NIGRELLI G., BELLINTANI S. & NOVELLI F.
Distribuzione e consistenza di alcuni roost di Cormorano, Phalacrocorax carbo, presenti in Provincia di Mantova 2012-2016 (Lombardia, Italia settentrionale)

Riassunto – Viene analizzata e descritta la distribuzione e la consistenza della popolazione di Cormorano, Phalacrocorax carbo, svernante in alcuni roost della Provincia di Mantova nel periodo 2012-2016. L’indagine svolta ha evidenziato una distribuzione più ampia rispetto al periodo 2002-2006, con la presenza di nuovi dormitori rilevati e una popolazione che rappresenta circa il 32% della popolazione presente nei dormitori lombardi censiti nel gennaio 2016.


BRUSA G., DALLE FRATTE M., ZANZOTTERA M. & CERABOLINI B. E. L.
Come implementare la conoscenza floristico-vegetazionale in Lombardia? La banca dati degli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE)

Riassunto – La presente ricerca sintetizza il quadro delle conoscenze ricavabili dalla banca dati dei rilievi fitosociologici degli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) presenti in Lombardia. La banca dati è costituita da 4730 rilievi (rappresentativi di 54 habitat), di cui il 98.1% è geolocalizzato in Lombardia e il 25.0% è inedito. Considerando due criteri, cioè il numero di rilievi e la loro distribuzione sul territorio regionale, per ciascun habitat sono stati determinati lo stato delle conoscenze e le lacune conoscitive. L’analisi dei dati ha evidenziato quali gruppi di habitat presentano la percentuale più elevata di specie di valore conservazionistico e in quali habitat le neofite condizionano maggiormente la fisionomia della vegetazione. Infine, sono stati individuati gli habitat maggiormente soggetti a determinati fattori di pressione.


ARMIRAGLIO S., BONA E., BORTOLOTTI L., FERRARI M. & ROSATI L.
Un’inedita raccolta di Orazio Gavioli ritrovata nel fondo “Valerio Giacomini” al Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia

Riassunto –Nella collezione di Valerio Giacomini (1914-1981), donata nel 1984 al Museo di Scienze Naturali di Brescia, è stata ritrovata un’inedita raccolta del botanico lucano Orazio Gavioli (1871-1944). Si tratta di cento exsiccata di piante vascolari, collezionate dall’Autore tra il 1923 e il 1926 in provincia di Potenza. Il ritrovamento della raccolta dell’Autore lucano è stato del tutto casuale, poiché era riposta in una scatola di cartone delle dimensioni di cm 26×36×49, riportante esternamente una etichetta con la scritta in matita: “Hb – Zodda – Ugolini, Flora Pirenei”, che conteneva anche altre tre cartellette di exsiccata della collezione Giacomini. La raccolta di Gavioli era già appartenuta al naturalista bresciano Ugolino Ugolini (1856-1942), con il quale Gavioli aveva una collaborazione scientifica. Il suo ritrovamento è singolare, poiché l’intera collezione di exsiccata di Ugolini è stata interamente acquisita dall’Università degli Studi di Padova e ora è conservata presso l’Herbarium Patavinum (PAD). La raccolta di Gavioli è oggi conservata presso l’erbario Sezione Botanica del Museo di Scienze Naturali di Brescia.


LEO R.
Caso di fedeltà al sito di svernamento in Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus)

Riassunto – Si riporta il pluriennale svernamento di un Gabbiano comune avvenuto costantemente in una ristretta area del porto di Sirmione (lago di Garda). L’animale, inanellato da giovane in Estonia, nidificava usualmente in Polonia.


GARGIONI A., BRICHETTI P. & SOTTILE F.
Resoconto ornitologico bresciano 2016

Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative al 2016.


BONA E.
Il mio ricordo di Giuseppe Berruti


FORMENTI S.
Cinzio De Carli, non solo botanico


GROTTOLO M.
Mauro Agosti (1970-2016)