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Natura Bresciana 2021 – Volume 44

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Indice degli articoli

BALBO S., GRATTINI N.
Gli uccelli della fascia fluviale del Po delle provincie di Cremona-Mantova (Lombardia, Italia settentrionale)

Riassunto – Viene presentata sotto forma di check-list, la situazione dell’avifauna presente lungo il corso del fiume Po nelle province di Cremona e Mantova, relativa al periodo 2000-2020. Le specie citate sono 254 (152 non-Passeriformi e 102 Passeriformi), appartenenti a 21 ordini e 58 famiglie. Le specie nidificanti, comprese quelle irregolari e probabili, sono 98 (54 non-Passeriformi e 44 Passeriformi); quelle svernanti regolari e irregolari 115. I migratori regolari sono 167, gli irregolari 36, gli accidentali 37.


GROTTOLO M., PEDERSOLI D.
Gli Elateridi del bacino superiore del fiume Oglio (
Coleoptera Elateridae) – III Contributo alla conoscenza della coleotterofauna del bresciano

Riassunto – Nel presente lavoro vengono riportati i dati relativi alla fauna a Coleoptera Elateridae del bacino superiore del fiume Oglio. La variegata situazione ambientale con diverse tipologie di ecosistemi ha portato al censimento di ben 92 specie, che rappresentano il 35,80 % dei taxa di questa famiglia in Italia e il 70,23 % per la Lombardia. Sono state reperite alcune specie di rilevanza biogeografica e particolarmente rare e numerose sono risultate le segnalazioni di prime località puntuali note per taxa nuovi per le provincie di Brescia (43) e/o Bergamo (19); 3 di queste non risultavano, inoltre, ancora indicate per la regione Lombardia.
L’analisi dei corotipi ha evidenziato una predominanza di elementi ad ampia distribuzione Olartica con la prevalenza di quello Sibirico-Europeo (SIE); lo studio corologico è stato confrontato con quello della Val di Genova e della Valle d’Aosta dimostrando come le ripartizioni percentuali tra i differenti corotipi siano, in regioni geograficamente e geomorfologicamente differenti, sostanzialmente sovrapponibili. Anche il quoziente di similarità di Sørensen ha rilevato che il grado di associazione tra gli Elateridae del bacino superiore del fiume Oglio, della Val di Genova e della Valle d’Aosta presenta una similarità abbastanza elevata con un valore dell’indice superiore a 0,5 e quindi qualitativamente quasi del tutto uguali, anche se probabilmente quantitativamente molto diversi. Mentre il confronto dello stesso indice tra le macroaree con cui abbiamo suddiviso il territorio evidenzia un valore sempre superiore allo 0,65. Il 23% delle specie presenti nel territorio sono inserite nella “Lista Rossa IUCN dei Coleotteri Saproxilici Italiani”. Questo studio, rapportato anche ai nostri due precedenti, dimostra come l’alto bacino idrografico del fiume Oglio abbia una valenza ecologica di notevole importanza.


GROTTOLO M.
Sciaphobus (Schiaphobus) scitulus (GERNAR, 1824): Curculionidae entiminae sciaphilini – Prima segnalazione per la Lombardia

Riassunto – Si segnala il ritrovamento di una specie nuova per la Lombardia.


GROTTOLO M., PEDERSOLI D.
Nuovi dati sulla presenza di specie aliene in Lombardia (
Coleoptera bruchidae)

Riassunto – Si segnala il ritrovamento di una specie nuova per la Lombardia.


GROTTOLO M., FANTI F.
Un interessante ritrovamento di
Phaeopterus unicolor A. Costa 1856 sulle Alpi Marittime

Riassunto – Nel presente documento si discute brevemente sul ritrovamento di un esemplare maschio di Phaeopterus unicolor. Si tratta della prima segnalazione per la Liguria e per l’intero arco alpino.


GARGIONI A., BRICHETTI P., SOTTILE F.
Resoconto ornitologico bresciano 2020

Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la Provincia di Brescia relative al 2020.


CHIARI C.
Gli odonati del Plis “Parco delle Cave di Buffalora e San Polo, Brescia”, Campagna di monitoraggio 2017-2021 – Check-list e mappe di distribuzione (Lombardia, Italia settentrionale)

Riassunto – Si presentano i risultati di una approfondita ricerca sugli Odonati svolta dal 1° aprile 2017 al 31 ottobre 2021. I dati ottenuti dal presente monitoraggio consentono l’aggiornamento delle attuali conoscenze su questo importante gruppo faunistico presente nell’area di studio, in prospettiva di nuove campagne di ricerca.
Questa nuova indagine, svolta dal 2017 al 2021 nell’ambito del Progetto Ge.R.T.: Generare Reti Territoriali – Biodiversità Brescia, progetto di Citizen Science per una raccolta dati sulla biodiversità del PLIS “Parco delle Cave di Buffalora e San Polo, Brescia”, aggiorna le conoscenze sugli Odonati presenti e risulta utile per colmare le precedenti lacune.
In questi cinque anni di ricerca, con l’individuazione di 11 nuove specie censite nell’area di studio, il numero di libellule comprese nell’Ordine (Odonata) risulta ora di 29, appartenenti ai 2 Sottordini presenti in Italia (12 Zygoptera e 17 Anisoptera) e 7 famiglie che rappresentano più del 30% delle 92 specie attualmente presenti nel nostro paese.
Recentemente riconosciuta dalla Provincia di Brescia con Decreto del Presidente n. 97 del 8 maggio 2018: PLIS “Parco delle Cave di Buffalora e San Polo”, Brescia, con notevole ampliamento dell’estensione dell’area già sottoposta a monitoraggi costanti in campo ornitologico e denominata: “Zona Umida IWC Cave di S. Polo, Brescia” (secondo codifica ISPRA BS0901) – coordinate 45.29N10.15E.


IN RICORDO DI


In ricordo di Laura (Livia) Voltolini


Natura Bresciana 2017 – Volume 41

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Indice degli articoli

BALZARINI A. & GIROD A.
Il problema di Chilostoma (Cingulifera) cingulatum gobanzi (Frauenfeld, 1867) 4 – Isolamento e forme “eccessive”

Riassunto – I rifugi glaciali e le zone a parco periglaciale in Europa e nelle Alpi meridionali hanno consentito durante i periodi glaciali plurimi del Pleistocene la sopravvivenza di molte specie di molluschi e la loro diffusione negli interglaciali. Le diverse modalità di espansione postglaciale, le possibilità di colonizzare habitats differenti, l’apparizione di sottospecie sono state approfondite dagli studi di filogeografia dai quali emerge la scarsa attitudine di specie calciofile e rupicole a colonizzare ampi territori. Vengono ripresi e discussi alcuni argomenti parzialmente trattati in passato su Chilostoma cingultum gobanzi della zona montana di Val Toscolana e Val Vestino, rifugio glaciale nell’Ultimo Massimi Glaciale. In dettaglio si analizzano il rapporto tra diametro del nicchio e diffusione in quota, la localizzazione delle popolazioni con presenze significative di individui di taglie eccessive (forme nane e forme giganti), l’abbondanza di individui in alcune stazioni isolate, lo sviluppo demografico presso due popolazioni. I risultati di quest’ultimo studio non sono risolutivi a causa dell’accentuato comportamento di homing accertato presso C. c. gobanzi. Le popolazioni con alta frequenza di individui nani sono arroccate su rocce di piccole dimensioni emergenti tra le malghe ove non esistono continuità territoriali con altre formazioni rocciose. L’isolamento appare attualmente come un fattore importante ma forse non unico a determinare il nanismo; altri fattori come l’aridità ambientale o l’esposizione meridionale appaiono probabili. La collocazione di alcune stazioni ritenute significative per la presenza di individui di grossa taglia hanno esposizione verso quadranti settentrionali. Non si esclude una certa casualità. Le colonie di C. c. gobanzi in un’area collinare distante da quella tipica montana fanno emerger il problema sulla sua diffusione e suoi spostamenti nel Pleistocene e Olocene.


FERRI V. & SOCCINI C.
I popolamenti Odonatologici ed Erpetologici del complesso dei laghi di cava in Località San Polo di Brescia (Lombardia, Italia settentrionale). Situazione e proposte per la conservazione

Riassunto – Sono esposti i risultati delle ricerche faunistiche ed ecologiche sui popolamenti di Odonati, di Anfibi e di Rettili del complesso dei laghi di cava in Località San Polo del comune di Brescia (Lombardia, Italia settentrionale). Durante gli anni di ricerca (2014-2017) sono state rinvenute 7 specie di Odonata Zygoptera e 11 di Anisoptera, 6 specie di Anfibi e 8 di Rettili. Spiccano nel contesto faunistico generale del territorio bresciano le segnalazioni fra le libellule di Pyrrhosoma nymphula, Ischnura pumilio e Aeshna isosceles, di Triturus carnifex per gli anfibi e di Coronella austriaca, Zamenis longissimus e Natrix tessellata per i rettili. Vengono presentati i principali fattori di minaccia e le linee guida per la conservazione di queste emergenze faunistiche.


GRATTINI N., NIGRELLI G. & BELLINTANI S.
Marcato aumento della popolazione nidificante di Allocco, Stryx aluco, in Provincia di Mantova (Lombardia, Italia settentrionale)

Riassunto – Viene analizzata e descritta la distribuzione e la consistenza della popolazione di Allocco, Strix aluco, nidificante in Provincia di Mantova nel periodo 2000-2016. L’indagine ha appurato un maggior numero di siti occupati rispetto ai decenni precedenti quando la specie nel periodo 1983-1987 era presente in 9 località. Nel periodo 2000-2010 la specie è risultata presente in 29 siti con un aumento del 222% mentre nel periodo 2011-2016 in 42 siti, con un aumento del 44% rispetto alla fase di studio 2000-2010.


GRATTINI N., NIGRELLI G., BELLINTANI S. & NOVELLI F.
Distribuzione e consistenza di alcuni roost di Cormorano, Phalacrocorax carbo, presenti in Provincia di Mantova 2012-2016 (Lombardia, Italia settentrionale)

Riassunto – Viene analizzata e descritta la distribuzione e la consistenza della popolazione di Cormorano, Phalacrocorax carbo, svernante in alcuni roost della Provincia di Mantova nel periodo 2012-2016. L’indagine svolta ha evidenziato una distribuzione più ampia rispetto al periodo 2002-2006, con la presenza di nuovi dormitori rilevati e una popolazione che rappresenta circa il 32% della popolazione presente nei dormitori lombardi censiti nel gennaio 2016.


BRUSA G., DALLE FRATTE M., ZANZOTTERA M. & CERABOLINI B. E. L.
Come implementare la conoscenza floristico-vegetazionale in Lombardia? La banca dati degli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE)

Riassunto – La presente ricerca sintetizza il quadro delle conoscenze ricavabili dalla banca dati dei rilievi fitosociologici degli habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) presenti in Lombardia. La banca dati è costituita da 4730 rilievi (rappresentativi di 54 habitat), di cui il 98.1% è geolocalizzato in Lombardia e il 25.0% è inedito. Considerando due criteri, cioè il numero di rilievi e la loro distribuzione sul territorio regionale, per ciascun habitat sono stati determinati lo stato delle conoscenze e le lacune conoscitive. L’analisi dei dati ha evidenziato quali gruppi di habitat presentano la percentuale più elevata di specie di valore conservazionistico e in quali habitat le neofite condizionano maggiormente la fisionomia della vegetazione. Infine, sono stati individuati gli habitat maggiormente soggetti a determinati fattori di pressione.


ARMIRAGLIO S., BONA E., BORTOLOTTI L., FERRARI M. & ROSATI L.
Un’inedita raccolta di Orazio Gavioli ritrovata nel fondo “Valerio Giacomini” al Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia

Riassunto –Nella collezione di Valerio Giacomini (1914-1981), donata nel 1984 al Museo di Scienze Naturali di Brescia, è stata ritrovata un’inedita raccolta del botanico lucano Orazio Gavioli (1871-1944). Si tratta di cento exsiccata di piante vascolari, collezionate dall’Autore tra il 1923 e il 1926 in provincia di Potenza. Il ritrovamento della raccolta dell’Autore lucano è stato del tutto casuale, poiché era riposta in una scatola di cartone delle dimensioni di cm 26×36×49, riportante esternamente una etichetta con la scritta in matita: “Hb – Zodda – Ugolini, Flora Pirenei”, che conteneva anche altre tre cartellette di exsiccata della collezione Giacomini. La raccolta di Gavioli era già appartenuta al naturalista bresciano Ugolino Ugolini (1856-1942), con il quale Gavioli aveva una collaborazione scientifica. Il suo ritrovamento è singolare, poiché l’intera collezione di exsiccata di Ugolini è stata interamente acquisita dall’Università degli Studi di Padova e ora è conservata presso l’Herbarium Patavinum (PAD). La raccolta di Gavioli è oggi conservata presso l’erbario Sezione Botanica del Museo di Scienze Naturali di Brescia.


LEO R.
Caso di fedeltà al sito di svernamento in Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus)

Riassunto – Si riporta il pluriennale svernamento di un Gabbiano comune avvenuto costantemente in una ristretta area del porto di Sirmione (lago di Garda). L’animale, inanellato da giovane in Estonia, nidificava usualmente in Polonia.


GARGIONI A., BRICHETTI P. & SOTTILE F.
Resoconto ornitologico bresciano 2016

Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative al 2016.


BONA E.
Il mio ricordo di Giuseppe Berruti


FORMENTI S.
Cinzio De Carli, non solo botanico


GROTTOLO M.
Mauro Agosti (1970-2016)


Natura Bresciana 2016 – Volume 40

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Indice degli articoli

BRUSA G.
Ricerche sulle popolazioni di Corynephorus canescens (L.) P. Beauv. (Poaceae) nella valle del fiume Ticino

Riassunto – Corynephorus canescens è una pianta considerata a rischio di estinzione in Italia. Lo scopo del presente studio è stato colmare le lacune esistenti circa la conoscenza della sua distribuzione in una parte significativa dell’areale italiano, raccogliendo dati accurati sulla consistenza delle popolazioni, per trarre utili implicazioni per la conservazione della specie. I risultati hanno evidenziato il fondamentale ruolo del Fiume Ticino nel formare depositi di sabbia colonizzabili dalla specie. Il principale fattore di rischio per la conservazione della specie potrebbe essere rappresentato dai cambiamenti in atto nel clima, in primis dagli episodi di severa aridità estiva a causa dei quali le popolazioni risultano fortemente danneggiate.


GROTTOLO M., PEDERSOLI D. & AGOSTI M.
I coleotteri carabidi del bacino superiore del fiume Oglio (Coleoptera Carabidae) II contributo alla conoscenza della coleotterofauna del bresciano

Riassunto – Nel presente lavoro vengono riportati i dati di località riguardanti i Carabidi del bacino superiore del fiume Oglio, che di fatto comprende la Val Camonica e la Valle di Scalve. Questi dati sono stati estrapolati, oltre che dalle fonti bibliografiche, dalle collezioni degli autori e da quelle di collezionisti attivi nella zona di studio, frutto di diversi anni di ricerca sul campo. È stata quindi analizzata la presenza o l’assenza delle specie ripartite nei quattro settori in cui è stata suddivisa l’area di ricerca: la bassa, la media, l’alta Val Camonica e la Valle di Scalve, raffrontando la corologia delle specie rinvenute; seguendo la “Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino” (SOIUSA) si è collocata ogni singola specie nello specifico raggruppamento montuoso delle Alpi.
La ricerca ha portato al censimento di ben 283 specie di carabidi aumentando notevolmente il numero di quelle conosciute precedentemente. L’analisi corologica ha mostrato una predominanza di elementi oloartici ed europei, una presenza limitata di elementi di tipo mediterraneo legati agli habitat xerotermi, e un numero rilevante di endemismi. Lo studio corologico e lo spettro risultante è stato comparato con quello della Val Varaita (Piemonte) della quale sono disponibili studi approfonditi; il confronto con lo spettro delle carabidofaune della valle piemontese, ha evidenziato come le ripartizioni percentuali tra i differenti corotipi siano, in regioni con condizioni ambientali paragonabili, sostanzialmente simili. Si evidenzia una sostanziale omogeneità di corotipi tra la Val Varaita (Piemonte) e il bacino superiore del fiume Oglio e quindi della Val Camonica e della Val di Scalve; tale uguaglianza è rimarcata dall’alta percentuale di endemismi presenti.


GRATTINI N. & BAGNI L.
Due anni di indagine ornitologica in un’area golenale del fiume Po mantovano (Lombardia, Italia settentrionale)

Riassunto – Vengono riportati i risultati di un’indagine ornitologica compiuta nel periodo ottobre 2010-ottobre 2012 in un’area golenale del Po ricadente all’interno di una ZPS. Un transetto di 1200 metri è stato ripetuto ogni 8 giorni circa, per un totale di 89 uscite. Sono state contattate complessivamente 79 specie, di cui 27 nidificanti e 32 svernanti. Nove sono quelle di Allegato I, 22 sono le SPEC e 9 sono quelle rientranti nella Lista Rossa nazionale.


GRATTINI N., SALA M. A. & NIGRELLI G.
Censimento invernale del Gheppio, Falco tinnunculus, in un’area della bassa pianura mantovana (Lombardia, Italia settentrionale)

Riassunto – Durante il periodo inizio dicembre 2014 fine gennaio 2015 è stato effettuato un conteggio invernale tramite l’indice chilometrico di abbondanza (IKA) sul Gheppio, Falco tinnunculus, svernante in un’area della bassa pianura mantovana. Nel corso dell’indagine sono stati percorsi complessivamente 390 km conteggiando 275 Gheppi. La media di individui/km lineare è risultata di 0,71. La consistenza della popolazione svernante di Gheppio è stata parzialmente confrontata con quella rilevata in passato.


GARGIONI A., GROPPALI R., ANNI N. & QUARANTA D.
Forestazione in pianura e avifauna: il bosco del “Lusignolo” in provincia di Brescia

Riassunto – Vengono presentati i risultati di uno studio ornitologico basato su 45 rilievi effettuati lungo un transetto di 3.700 metri tra dicembre 2006 e dicembre 2008. L’area studiata è un rimboschimento ampio oltre 41 ettari eseguito a partire dal 2006 dalla Regione Lombardia nella pianura in provincia di Brescia. Sono stati individuati circa 7.100 uccelli appartenenti a 75 specie, 33 delle quali di interesse conservazionistico europeo. L’analisi dei dati ha permesso di valutare come gli imboschimenti, anche se recenti, hanno un valore ecologico superiore a quello dei coltivi.


BRICHETTI P. & GARGIONI A.
Check-list degli uccelli della provincia di Brescia (Lombardia) aggiornata al dicembre 2016

Riassunto – Viene presentata la check-list degli uccelli della provincia di Brescia aggiornata al dicembre 2016. Le specie ritenute valide sono 377 (221 non-Passeriformes e 156 Passeriformes), che rappresentano il 68,8% di quelle italiane, appartenenti a 24 ordini e 69 famiglie. Le specie escluse per vari motivi sono complessivamente 33.


GRATTINI N., NOVELLI F. & BELLINTANI S.
Avifauna del mantovano (Lombardia, Italia settentrionale) aggiunte a tutto il 2015

Riassunto – Viene presentato un aggiornamento dell’Avifauna della provincia di Mantova con i dati raccolti dal 2007 a tutto il 2015, dopo il primo lavoro riguardante il periodo fine ‘800-2006. Vengono considerate le specie che hanno evidenziato le variazioni più significative a livello fenologico e le specie nuove non segnalate precedentemente, nonchè le grandi concentrazioni o dormitori consistenti di alcune specie. Inoltre, sono stati recuperati alcuni dati presgressi o storici non citati nella precedente lista. Il totale delle specie della provincia di Mantova aumenta a 300 (182 Non Pass. e 118 Pass.), per l’aggiunta di Oca facciabianca, Oca Egiziana, Oca Colombaccio, Airone schistaceo, Gabbiano reale pontico, Parrocchetto dal collare, Cornacchia nera, Pulcinella di mare, Luì forestiero. Vengono ecluse dall’avifauna del mantovano le seguenti specie: Cairina moschata, Ibis eremita, Carduelis citrinella, fuggite o liberata dalla cattività, di origine estera, utilizzate in progetti di reintroduzione.


ARMIRAGLIO S., GRITTA M., LABRA M. & LEONI B.
Idro-ecologia dei bacini urbani come strumento di pianificazione per una gestione sostenibile: il caso del Parco dell’Acqua (Brescia, Italia settentrionale)

Riassunto – Il Parco dell’Acqua è situato nel centro della città di Brescia, dove un tempo si trovava l’Istituto Ittiogenico provinciale. Nel Parco la vasca principale dall’antico allevamento è stata ristrutturata e attrezzata con un passaggio sotterraneo dotato di vetrate per consentire la visione della parte sommersa del bacino. Nella vasca è stato ricostruito un piccolo ecosistema acquatico lentico, utilizzando la flora e l’ittiofauna più comuni dei laghi delle Prealpi Lombarde. Il bacino artificiale presenta una superficie di 620 m2, una profondità media di 2 m e un volume pari a 1100 m3 di acqua; è alimentato da acqua di falda prelevata da un apposito pozzo. L’acqua del lago viene depurata con un sistema di filtraggio a sabbia, tuttavia durante la stagione estiva si osservano consistenti fioriture algali e perifitiche che riducono la trasparenza e la visibilità dalle vetrate.
A questo proposito è stato svolto uno studio con lo scopo di caratterizzare il bacino dal punto di vista idro-ecologico e capire quali fossero le fonti di nutrienti che determinano questa proliferazione algale. È stato anche condotto uno studio preliminare per stimare quanto le macrofite acquatiche attualmente presenti siano in grado di accumulare azoto e fosforo e di sottrarlo quindi alle alghe. I risultati evidenziano un elevato livello di trofia del bacino, da cui dipendono le consistenti fioriture algali stagionali. Tali nutrienti, in particolare il fosforo, sono immessi nel bacino con la fonte di approvvigionamento principale, ossia l’acqua del pozzo. Ciò avviene in particolar modo nei mesi tardo primaverili-estivi, a causa di una maggior richiesta idrica del sistema di depurazione, determinando così una costante disponibilità di nutrienti quando il periodo vegetativo è al suo culmine. La capacità delle macrofite presenti nel bacino di sottrarre nutrienti alle alghe e di ombreggiare la superficie è importante ma al momento non sufficiente a ridurre la produttività del bacino. I risultati ottenuti consentono di definire misure concrete per una gestione sostenibile del bacino. Sarebbe auspicabile individuare l’esistenza di fonti di approvvigionamento idrico alternative al pozzo utilizzato, e integrare, sino a sostituire interamente, il sistema di depurazione in funzione con filtri naturali, questi riducono sensibilmente il consumo idrico attuale e non richiedono interventi, se non minimi, di manutenzione.


ARMIRAGLIO S., MOSCONI E., RONCALI F., SCORZA S., TAIETTI F. & ZAGNI I.
I funghi in cera del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia

Riassunto – Nel presente lavoro viene descritta la collezione di riproduzioni di funghi in cera del Museo di Scienze Naturali di Brescia. Sono inoltre presentati i metodi di restauro cui è stata sottoposta e le notizie storiche disponibili sulla collezione stessa.
La collezione, recentemente attribuita ad Angelo Maestri, faceva parte dell’antico fondo naturalistico dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Brescia, cui fu donata dall’Ing. Germano Germani. Nel corso degli anni fu studiata e catalogata da soci e simpatizzanti dell’Ateneo, tra cui Vittorio Beccaris e Nino Arietti. L’intera collezione costituiva parte dell’esposizione permanente del Museo di Storia Naturale di Brescia sia a Palazzo Martinengo da Barco nel 1902, sia a Palazzo Bargnani nel 1938. Divenne, infine, patrimonio del Comune di Brescia nel 1949, anno in cui l’Ateneo cittadino donò le sue collezioni naturalistiche alla città.


RESOCONTI E SEGNALAZIONI


PEDERSOLI D.
Presenza di Lamprodila (Palmar) festiva Linneo, 1767 in due siti nelle province di Brescia e Bergamo (Coleoptera Buprestidae Buprestinae)

Riassunto – Nella presente nota viene segnalata la presenza di Lamprodila (Palmar) festiva in due nuove stazioni nella Regione Lombardia.


SALVATO G. & ULIANA M.
Prime segnalazioni di Cartodere (Aridius) bifasciata (Reitter, 1877) in Italia (Insecta, Coleoptera, Latridiidae)

Riassunto – Vengono segnalati i primi reperti italiani di Cartodere (Aridius) bifasciata (Reitter, 1877), specie di origine Australiana intercettata in Europa almeno a partire dalla seconda metà del XIX secolo e insediatavi almeno dalla metà del XX. Il primo reperto italiano qui documentato è del 2007 (Trentino Alto Adige). La specie è inoltre presente in Veneto ed Emilia Romagna, sia in contesti antropici che naturali.


GARGIONI A.
Prima nidificazione di cicogna bianca Ciconia ciconia (Linnaeus, 1758) in provincia di Brescia (Lombardia)

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia della Cicogna bianca Ciconia ciconia all’interno di un’azienda agricola nella bassa bresciana orientale.


GARGIONI A.
Accertata nidificazione di picchio rosso minore Dendrocopos minor (Linnaeus, 1758) nel parco dell’Oglio nord (provincia di Brescia)

Riassunto – Viene descritta l’accertata nidificazione per la provincia di Brescia del Picchio rosso minore Dendrocopos minor nel Parco Regionale dell’Oglio nord.


GARGIONI A.
Prima nidificazione di Airone Guardabuoi Bubulcus ibis (Linnaeus, 1758) in provincia di Brescia (Lombardia)

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia dell’Airone guardabuoi Bubulcus ibis, in una garzaia all’interno del raccordo autostradale di “Brescia centro”.


MANTOVANI S.
Segnalazioni di istrice (Hystrix cristata L., 1758) in provincia di Cremona: un Aggiornamento

Riassunto – Viene proposto un aggiornamento a giugno 2016 delle segnalazioni di istrice (Hystrix cristata) in provincia di Cremona. Dopo il primo dato del 1999 (Lavezzi, 1999), per oltre un decennio i riscontri della specie sono risultati molto scarsi. Un notevole aumento del numero delle segnalazioni si è verificato a partire dal 2014.


GARGIONI A., BRICHETTI P. e SOTTILE F.
Resoconto ornitologico bresciano 2013, 2014, 2015

Riassunto – Vengono accorpate, divise per anno, le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative agli anni 2013, 2014 e 2015


Natura Bresciana 2013 – Volume 38

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Indice degli articoli

AGOSTINI L. e FIORETTI A.M.
Storia delle meteoriti Alfianello e Trenzano cadute nella Provincia di Brescia nella seconda metà del 1800.

Riassunto – Al museo di Scienze Naturali di Brescia sono custodite due meteoriti di notevole valore storico: Trenzano e Alfinello. Trenzano cadde il 12 Novembre 1856 a Trenzano (Brescia) mentre Alfianello cadde ad Alfianello (Brescia) il giorno16 Febbraio 1883. Entrambe prendono il loro nome dalla località dove sono cadute.
La prima aveva un peso di circa 9 kg, il peso della meteorite e dei frammenti si può solo ipotizzare facendo la somma del peso dei pezzi segnalati nei vari musei e da privati, la seconda invece di circa 200 kg.
Frammenti delle due meteoriti, tra la fine del 1800 fino a metà circa del 1900, furono venduti, o misteriosamente sparirono nelle collezioni di privati. Attualmente alcuni pezzi si possono trovare nei più grandi musei di scienze naturali.

In questo articolo è stata ricostruita la loro storia testimoniata da documenti e missive di notevole interesse scientifico in un periodo segnato da battaglie e moti rivoluzionari che porteranno all’unità d’Italia.


FIORETTI A.M., AGOSTINI L., DOMENEGHETTI M. e MOLIN G.
Studio petrografico-mineralogico delle meteoriti Alfianello e Trenzano cadute nella Provincia di Brescia nella seconda metà del 1800.

Riassunto – In concomitanza con una ricerca storica sulle due famose meteoriti bresciane Alfianello e Trenzano, si è ritenuto opportuno esaminare e caratterizzare anche dal punto di vista scientifico i campioni conservati presso il Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia. L’indagine storica, basata sui documenti ottocenteschi raccolti presso il museo di Brescia e il Museo Bombicci di Bologna, ha permesso di ricostruire in dettaglio sia le fenomenologie di caduta sia le vicissitudine di vari frammenti attualmente dispersi e conservati in numerosi musei in tutto il mondo. L’analisi mineralogico-petrografica ha confermato la classificazione della meteorite Alfianello riportata nel Catalogue of Meteorites (Graham et al., 1985) come condrite ordinaria L6, grado di shock S5 e alterazione W0. Lo studio della meteorite Trenzano ha invece messo in evidenza alcuni caratteri petrograficci incompatibili con la precedente classificazione ufficiale (H6) ed ha portato ad un lavoro di revisione terminato con la pubblicazione di un articolo (FIORETTI et al., 2007) in cui viene proposta la riclassificazione come condrite ordinaria H5, con grado di shock S2 e alterazione W0. Per questa meteorite lo studio cristallochimico condotto su cristalli di pirosseno ha permesso di stimare, sulla base delle reazioni di scambio intracristallino Mg-Fe, parametri fisici relazionabili

alla storia termica del corpo genitore.


SANTI G.
Sul significato dell’icnofauna del Permiano Inferiore del Bacino di Collio (Prealpi Bresciane).

Riassunto – La Formazione di Collio (Permiano inferiore) affiorante nel Bacino Trumplino (Prealpi Bresciane) è un ricco serbatoio di fossili composto da tracce di vertebrati ed invertebrati, resti di lamellibranchi, di vegetali (macropiante e pollini). In parte anche la “Pietra Simona”, membro del Conglomerato del Dosso dei Galli posta al top del “Collio s.s.” contiene icnofossili di invertebrati (Planolites e Palaeophycus) e orme di rettili attribuite al solo icnotaxon Dromopus didactylus. Con lo studio delle tracce degli invertebrati, insieme ai vertebrati la biodiversità originale è stata in gran parte definita nei suoi componenti fondamentali. Con i dati acquisiti sono state considerate le relazioni fra vertebrati ed invertebrati e sollevati diversi problemi che a tutt’oggi non hanno ancora ricevuto una soluzione definitiva.


ROSSI M. e SANTI G.
Studio Morfometrico e Morfodinamico di resti craniali, dentali e mandibolaridi Ursus Spelaeus dalla grotta del Buco del Frate e dall’altopiano di Cariadeghe (Brescia) nel quadro evolutivo degli orsi delle caverne.

Riassunto – Gli Autori propongono una prima analisi morfometrica e morfodinamica su resti cranio-mandibolari e dentali di Ursus spelaeus Rosenmüller, 1794 provenienti dalla Grotta del Buco del Frate e dall’Altopiano di Cariadeghe in Provincia di Brescia. Questa popolazione rientra nel range di variabilità tipico dell’orso delle caverne ma presenta, analogamente ad altre popolazioni italiane, un mosaico di caratteri evoluti e primitivi. In particolare, la morfodinamica dei P4/4 ha dimostrato un grado d’evoluzione medio del tutto simile a quello di altre popolazioni speleine italiane, ma inferiore a quello che caratterizza le popolazioni d’oltralpe. Questi elementi confermano la possibilità che in Italia le popolazioni di orso delle caverne siano andate incontro ad una evoluzione di tipo conservativo.


BONA F.
La Fauna Romana di Flero (Bs), Terreni Freddi – 2008 (Us 106).

Riassunto – La realizzazione del raccordo autostradale Ospitaletto-Poncarale-Montichiari ha richiesto una serie di indagini archeologiche di valutazione preventiva del rischio archeologico. Lo svolgimento dello scavo archeologico ha permesso di mettere in luce un esiguo deposito ma con peculiarità rilevanti. Il sito è polifasico e presenta testimonianze di frequentazione che vanno dalla presenza celtica, seguita dalla romanizzazione già dal I secolo a.C. fi no al VI secolo d.C.. A circa 20 metri dal limite sud dello scavo ed in posizione centrale è stata riconosciuta e scavata una buca di 2,75 x 2,65 m (US 266) all’interno della quale si trovavano i resti faunistici oggetto della presente relazione (US 106). Principalmente si trattava di scheletri di animali domestici in buona parte ancora in connessione anatomica. L’analisi archeozoologica ha permesso di evidenziare come nella fossa US 266 siano stati gettati 24-25 animali appartenenti a 2 ordini (Artiodactyla e Carnivora), 3 famiglie (Bovidae, Suidae e Canidae) e 5 specie: 6 Bos taurus, 2 Capra hircus, 10 Ovis aries, 5-6 Sus domesticus ed 1 Canis familiaris.


GALLINARI A. e FERRARI P.
Contributo alla conoscenza dei Myxomiceti Nivicoli della Provincia di Brescia.

Riassunto – Gli autori presentano il risultato di un lavoro di ricerca di Myxomicetes nivicoli, raccolti e studiati per la prima volta nel territorio bresciano. Sono state reperite e identificate 33 specie, e redatta una Check list compilata in ordine alfabetico. Tra le zone visitate, quelle più ricche di specie sono risultate essere la Val Salarno e il M. Maniva, mentre Diderma alpinum e Physarum vernum si confermano essere tra le specie più comuni di Myxomycetes nivicoli.


PAPETTI C., CHIARI M., FORTI P. e RESTELLI V.
Flora Micologica della Provincia di Brescia Ordine Boletales.

Riassunto – Sono presentati, opportunamente riuniti e sistematicamente ordinati, i taxa dell’ordine Boletales segnalati nel tempo in Provincia di Brescia attraverso le pubblicazioni: Bollettino del Circolo Micologico G. Carini, Natura Bresciana e Flora micologica dell’Agro Bresciano. Numerose entità sono anche conservate essiccate nell’Erbario Micologico Bresciano (HBBS).


BARLUZZI F., BONA E., MARTINI F. e PERICO G.
Il complesso di Carex Flava L.: (Cyperaceae) nella Lombardia centro-orientale (N-Italia).

Riassunto – Vengono presentati i risultati di una ricerca sul gruppo di Carex flava (Cyperaceae), nella Lombardia centro-orientale (province di Bergamo, Brescia e territori limitrofi ). In base a una cospicua raccolta iniziata nel 1984, rappresentata da 280 fogli d’erbario, sono stati individuati i seguenti taxa: C. flava L. s. str., C. flava L. var. alpina Kneucker, C. lepidocarpa Tausch, C. oederi Retz., C. tumidicarpa Anderss. nonchè la notospecie C. × alsatica (C. tumidicarpa x C. flava). Per ciascuno dei taxa sono discussi la diffusione locale (con carta distributiva) e gli aspetti ecologici fondamentali con riferimento alla valenza altitudinale.


TAMPUCCI D., DIGIOVINAZZO P. e ANDREIS C.
Serie dinamica del bosco a Rovere: il caso del parco nazionale Val Grande (Vco).

Riassunto – Viene ricostruita la serie dinamica del bosco a rovere nel Parco Nazionale Val Grande (VCO), quale caso di studio esportabile a tutta l’area prealpina occidentale suboceanica, per analogia di climae substrato. Sono state cartografate, in ambiente GIS, le aree di pertinenza della serie sulla base delle caratteristiche climatiche e fisiche del territorio. Entro tali aree sono stati effettuati 48 rilievi fitosociologici che hanno compreso tutti gli stadi serali della vegetazione, per poi procedere con l’analisi delle fitocenosi individuate e la loro interpretazione in chiave dinamica. Risultato dello studio è l’individuazione di sei fitocenosi, quattro delle quali (pteridieti, calluneti, betuleti, rovereti) fra loro collegate da un legame dinamico, suggerito da analisi floristiche quali-quantitative sull’abbondanza delle specie e dall’analisi dei parametri ecologico-stazionali tramite CCA.


LEO R. e GOBBINI M.
I Rapaci (Falconiformes) nidificati delle colline ad est di Brescia (Lombardia orientale).

Riassunto – Sono esposti i risultati di una ricerca triennale sui rapaci nidificanti nelle colline carsiche poste immediatamente a est di Brescia. Sono riportate informazioni su densità, trend di popolazione e aspetti specifici a scala locale.


MAESTRI F. e VOLTOLINI L.
Biologia riproduttiva della Tottavilla (Lullula Arborea) sulle Prealpi Bresciane e Gardesane.

Riassunto – Abbiamo studiato la riproduzione della Tottavilla Lullula arborea dal 2002 al 2004 in un’area all’interno della zona xerotermica e termofila del “Carso bresciano”. Abbiamo analizzato gli aspetti floristici e vegetazionali dell’area allo scopo dell’inquadramento ecologico della specie.


LEANDRI F.
Riproduzione di Oxygastra Curtisi (Dale, 1834) (Insecta, Odonata), presso il Lago Moro, Darfo Boario Terme (Bs).

Riassunto – Viene segnalato un nuovo sito di riproduzione di Oxygastra curtisi (Dale, 1834) (Insecta, Odonata) presso il Lago Moro (Darfo Boario Terme, BS, Lombardia). Si tratta di una specie endemica dell’Europa sud occidentale, che predilige ambienti naturali ben strutturati e, per quanto ne sappiamo, risulta molto localizzata in Italia. È segnalata come “quasi a rischio” nella Lista Rossa Europea, è segnalata nell’All. II e IV della Direttiva Habitat e nell’Appendice II della Convenzione di Berna. Attualmente non si posseggono sufficienti informazioni su O. curtisi in Lombardia, è necessario svolgere ulteriori ricerche sulla sua distribuzione e salvaguardare i siti in cui si riproduce.


GARGIONI A.
Prima Nidificazione di Cormorano Phalacrocorax Carbo Sinensis (Linnaeus 1758) in Provincia Di Brescia (Lombardia).

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia del Cormorano Phalacrocorax carbo siniensis in una garzaia all’interno del raccordo autostradale di Brescia centro.


GARGIONI A. e PIOTTI G.
Prima nidificazione di Smergo Maggiore Mergus Merganser (Linnaeus 1758) in Provincia di Brescia (Lombardia).

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia dello Smergo maggiore Mergus merganser nel tratto medio-alto del lago di Garda.


GARGIONI A. e SOTTILE F.
Resoconto Ornitologico Bresciano 2010, 2011, 2012.

Riassunto – Vengono accorpate, divise per anno, le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative agli anni 2010, 2011 e 2012.


BOLLINI E. e LEO R.
Prima segnalazione di Istrice Hystrix Cristata L. in Provincia di Brescia.

Riassunto – Si presenta la prima segnalazione di un Istrice nella provincia di Brescia.


ZANOTTI E.
In ricordo di Arturo Crescini (1933-2013).

Con i contributi di: GIUSEPPE BERRUTI, ENZO BONA, SERGIO DANIELI, CINZIO DE CARLI, SILVIO FORMENTI, FRANCO SOLINA, FILIPPO TAGLIAFERRI


Natura Bresciana 2010 – Volume 37

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Indice degli articoli

BARLUZZI F., BONA E., MARTINI F. e PERICO G.
Il genere Thymus L. (Lamiaceae) nella Lombardia centro-orientale (Italia settentrionale).

Riassunto – Vengono presentati i risultati di una ricerca sul genere Thymus L. nella Lombardia centro-orientale (province di Bergamo, Brescia e territori limitrofi ). In base a una cospicua raccolta (780 campioni d’erbario), sono stati individuati i taxa spontanei T. kosteleckyanus, T. odoratissimus, T. oenipontanus, T. longicaulis, T. praecox subsp. praecox e subsp. polytrichus, T. pulegioides subsp. pulegioides e subsp. carniolicus, nonchè l’alloctono T. vulgaris, coltivato e raramente inselvatichito. Per ciascun taxon sono discussi la distribuzione locale (con relativa carta distributiva) e gli aspetti ecologici fondamentali con riferimento alla valenza altitudinale.


DE CARLI C., FORMENTI S.
Contributo sulla presenza del genere Rosa L. in provincia di Brescia.

Riassunto – In questo lavoro vengono riportati i risultati di anni di studio e di raccolte del genere Rosa in provincia di Brescia. I campioni sono conservati nell’erbario del Museo di Scienze Naturali (hbBS).


ROCCHI S. e TOLEDO M.
Reperti inediti di coleotteri acquatici in Italia (Coleoptera: Sphaeriusidae, Dytiscidae, Hydrophiloidea, Hydraenidae, Dryopoidea, Chrysomelidae, Curculionidae).

Riassunto – Vengono segnalati nuovi dati sulla distribuzione in Italia di 66 specie di Coleotteri acquatici: 1 Sphaeriusidae, 8 Dytiscidae, 3 Helophoridae, 1 Hydrophilidae, 10 Sphaeridiidae, 25 Hydraenidae, 1 Hete-philidae, 10 Sphaeridiidae, 25 Hydraenidae, 1 Heteroceridae, 6 Dryopidae, 5 Elmidae, 4 Chrysomelidae, 2 Curculionidae.


TOLEDO M.
Hydrophiloidea e Hydraenidae (Insecta: Coleoptera) del basso corso del fiume Oglio (Lombardia).

Riassunto – La presente indagine si lega a quella precedente effettuata da IMAZZOLDI (1987) sui coleotteri Hydradephaga dello stesso territorio. 51 specie di coleotteri acquatici Polyphaga, appartenenti alle famiglie Hydraenidae, Helophoridae, Spercheidae, Hydrochiidae, Sphaeridiidae e Hydrophilidae, sono state rinvenute in ambienti umidi lungo il basso corso del fiume Oglio, a sud del lago d’Iseo. I reperti coprono diverse lacune sulla distribuzione di molte specie e diverse di esse vengono segnalate per la prima volta per le provincie interessate o addirittura per la Lombardia. Vengono discussi i caratteri per la separazione di Cercyon convexiusculus STEPHENS, 1828 da C. stemalis (SHARP, 1918).


GRATTINI N
Distribuzione e consistenza invernale dello svasso maggiore Podiceps cristatus e del cormorano Phalacrocorax carbo nella Provincia di Mantova (Italia settentrionale) nel periodo 2002-2006.

Riassunto -Vengono riportati e discussi i dati raccolti dal 2002 al 2006 sulla consistenza e la distribuzione dello Svasso maggiore, Podiceps cristatus, e del Cormorano, Phalacmcomx carbo, svernanti in provincia di Mantova. La presenza dello Svasso maggiore è stata verificata in 16 siti, di cui 12 occupati regolarmente, in assenza di ghiaccio. Nel periodo di indagine la popolazione media svernante è risultata di 455 individui, pari a circa il 4.6% di quella presente in Lombardia nello stesso quinquennio (9964 indd.). I1 sito con il più alto numero medio di presenze (123 indd.) è risultato la RN. Valli del Mincio; mentre il massimo assoluto (178 indd.) è stato accertato nel 2002 nel Lago Inferiore. I most di Cormorano censiti sono risultati 8, unificati in 6 siti. Complessivamente la popolazione svernante media del periodo di indagine è risultata di 2779 individui, pari al 49% circa di quella presente in Lombardia (5661 indd.). Il più alto numero medio di presenze è stato accertato nella R.N. Vallazza, con 1371 individui; nello stesso sito nel 2004 è stato determinato anche il massimo assoluto, pari a 1746 individui.


MICHELI A. e LEO R.
La migrazione prenuziale dei rapaci diurni (Falconiformes) nel Parco Alto Garda Bresciano (Lombardia orientale).

Riassunto – Sono esposti i risultati di una ricerca sulla migrazione primaverile dei Falconiformi nel Parco Regionale Alto Garda Bresciano, iniziata nel 1996. Dopo aver determinato il punto di maggior concentramento, coincidente con Cima Comer, si sono condotti quattro anni consecutivi di osservazioni standardizzate. La migrazione è stata monitorata con osservazioni campionarie fino al termine di aprile e quotidianamente dopo questa data. In totale sono stati conteggiati 9.186 rapaci di 18 specie. I rapaci più osservati sono stati nel periodo campionario la Poiana Buteo buteo (1.402) e, da maggio, il Falco pecchiaiolo Pernis apivorus (6.101 individui). Sono inoltre riportati una serie di informazioni, divise per specie, riguardanti le modalità (altezze di volo, correnti ascensionali, orari, ecc.) e direzioni di passaggio. Alla fine della ricerca possiamo affermare che il sito trovato è uno dei principali punti di concentrazione conosciuti per la migrazione primaverile dei rapaci nell’Italia Settentrionale.


BERTOLI R.
Atlante degli uccelli nidificanti sul massiccio del Monte Guglielmo (Prealpi Bresciane, Lombardia, Italia settentrionale).

Riassunto – Il presente studio ha lo scopo di conoscere l’ornitofauna che si riproduce sul massiccio del Monte Guglielmo, un gruppo montuoso delle Prealpi Centrali italiane, in provincia di Brescia. Si è utilizzato il metodo standardizzato degli atlanti, limitato a sole due categorie di riproduzione (nidificazione certa e probabile). Si è circoscritta l’area da indagare, partendo dalia quota minore dell’isoipsa dei 1000 metri fino alle due cime del massiccio del Monte Guglielmo: Castel Bertino (1948 m) e Dosso Pedalta (1957 m), per un totale di 50 W. L’area è suddivisa in 64 unità di rilevamento a forma quadrata di 1 km per lato. Ii territorio ricade su 8 comuni di cui 4 sul versante del lago d’Iseo, Marone, Pisogne, Sale Marasino e Zone, e 4 nel distretto della Valle Trompia, Gardone Valie Trompia, Marcheno, Pezzaze e Tavemole sul Mella. Ii massiccio è diviso da un crinale, con andamento nord-ovest/ sud-est, per uno sviluppo lineare di 8 Km. L’ambiente è caratterizzato dalle fitocenosi tipiche dell’orizzonte montano: alle quote inferiori rare formazioni di selve castanili (Castanea sativa) e ostrieti (Ostrya carpinifolia) e, salendo e in successione, il bosco di Faggio (Fagus sylvatica) e di Abete rosso (Picea excelsa); la parte sommitale è caratterizzata da pascoli (Brometi, Seslerieti e Festuceti) d’origine antropica frutto del disboscamento e del pascolamento del bestiame. L’indagine si è articolata nel quinquennio 2004-2008 ed ha prodotto 2316 record, rilevando la nidificazione, certa o probabile, di 77 specie di uccelli (54 passeriformi e 23 non-passeriformi). La fenologia della popolazione ornitica è così composta: 16.5% specie sedentarie, 56.5% specie a migrazione intrapaleartica e 27% specie a migrazione transahanana. L’aspetto corologico semplificato è il seguente: 54.5% specie euroasiatiche, 28.5% specie paleartiche, 17% specie oloartiche. Per ogni singola specie è fornita la cartina distributiva, gli ambienti utilizzati, le quote frequentate, una stima della popolazione e la densità relativa al Monte Guglielmo. Si è ottenuta una ricchezza media di specie per singola unità di rilevamento di 20.5 specieltavoletta. Tale progetto per la sua realizzazione ha richiesto 184 uscite per un totale approssimativo di 640 ore di osservazione. Hanno collaborato fornendo dati 26 rilevatori.


GOBBINI M.
Avifauna nidificante nel comune di Paitone (Lombardia orientale).

Riassunto – L’articolo presenta i risultati di uno studio sulla comunità ornitica nidificante di un comune delle prealpi bresciane, mediante monitoraggi eseguiti negli anni 1995-1998 e 2005-2008, con il metodo dei punti di ascolto. I dati raccolti hanno permesso di rilevare la dinamica delle popolazioni nell’arco di dieci anni e calcolare il valore ornitologico del territorio. Gli ambienti che hanno diminuito di valore sono i prati (-5%) e le cave (-25%); tutte le tipologie di bosco sono aumentate di valore (in media 37,8%).


GRATTINI N. e LONGHI D.
Avifauna del mantovano (Lombardia, Italia settentrionale).

Riassunto -Viene presentata e commentata la situazione attuale dell’avifauna mantovana, integrata e confrontata con i dati storici disponibili dall’ottocento. Le specie citate sono 291 (175 non Pass. e 116 Pass.), appartenenti a 20 ordini e 64 famiglie. Le specie escluse sono 15. Le specie nidificanti, comprese quelle irregolari e probabili, sono 119 (61 non-Pass. e 58 Pass.); quelle svernanti 130. I migratori regolari esclusivi sono 179, gli accidentali 48.


TAGLIAFERRI F.
Illustrazioni naturalistiche di alberi e arbusti.

Riassunto – Vengono qui riprodotte alcune tavole rappresentanti esemplari significativi di specie legnose. Vengono inoltre descritti criteri, metodi e tecnica adottati.


GALASSO G. e CEFALI G.

Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano


DE CARLI C.
Contributo sulla presenza del genere Rubus L. in Provincia di Brescia

Riassunto – In questo elenco vengono riportati gli exsiccata del genere Rubus raccolti in provincia di Brescia e conservati presso l’erbario del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia (hbBS). I campioni sono stati raccolti con fusti, polloni, spine, infiorescenze, frutti (quando disponibili) per poter disporre del maggior numero di elementi per una corretta identificazione. A ciò, per ciascun campione, sono stati affiancate considerazioni ecologiche sull’habitat di raccolta. I campioni preparati sono stati successivamente inviati per la revisione critica al prof. Dr. Heinrich E. Weber (Universitat Osnabruck, Standort Vechta) che ringrazio vivamente per la disponibilità dimostrata.


GARGIONI A. e GUERRINI M.
Resoconto ornitologico bresciano 2007, 2008, 2009

Riassunto -Vengono accorpate, divise per anno, le segnalazioni omitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative al periodo 2007,2008 e 2009. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate.


PIOTTI G. E ZANARDINI F.
Nidificazione a bassa quota di Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) nel “Parco regionale Alto Garda Bresciano” (Lombardia orientale)

Riassunto – vengono segnalate due nidificazioni di merlo acquaiolo a quote molto basse (85 m e 110 m s.l.m.) nel Parco Alto Garda Bresciano