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Natura Bresciana 2023 – Volume 46

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Indice degli articoli

G. BRUSA
I bambù negli ambienti naturali e seminaturali: specie, distribuzione ed ecologia

Riassunto – I bambù (Poaceae) sono considerate specie invasive in diversi paesi del mondo, ma la loro presenza è ancora poco conosciuta in Italia settentrionale dove i bambù sono stati di recente inclusi nella lista nera della Lombardia. Il presente studio ha pertanto analizzato la presenza dei bambù negli habitat naturali e seminaturali di un territorio della Lombardia (provincia di Varese) interessato da una intensa invasione di piante esotiche. Sono stati riscontrati bambù appartenenti a 8 generi (Arundinaria, x Phyllosasa, Phyllostachys, Pleioblastus, Pseudosasa, Sasa, Sasaella e Shibataea) per un totale di 22 specie, di cui Phyllostachys nigra con due varietà. Tutte le specie appartengono a running bamboos rustici (tribù Arundinariae). Il 91% dei popolamenti appartiene a sole tre specie (Phyllostachys aurea, Phyllostachys viridiglaucescens e Psuedosasa japonica). Molti tipi di habitat sono invasi, anche se prevalgono gli habitat boschivi e soprattutto i boschi mesofili floristicamente degradati da esotiche (Chelidonio-Robinion). Il ruolo dell’uomo nella selezione e nella introduzione delle specie e in seguito nella gestione dei popolamenti è stato decisivo per invadere gli habitat naturali e seminaturali. L’inadatta posizione dei siti di coltivazione e/o la mancanza/ cattiva modalità di gestione sono stati cruciali nel determinare effetti negativi sulla biodiversità autoctona.


E. LIPRERI, G. BRUSA, M. FERRARI, R. CERIANI, S. ARMIRAGLIO
L’orchidea Himantoglossum adriaticum H. Baumann in Lombardia

Riassunto – Nell’ultimo quinquennio è stato intrapreso un monitoraggio delle popolazioni lombarde di Himantoglossum adriaticum, in quanto questa orchidea è inserita negli Allegati II e IV della Direttiva “Habitat” (92/43/CEE). Le segnalazioni di H. adriaticum ottenute da diverse fonti hanno consentito di precisarne la distribuzione e di inquadrare la specie dal punto di vista geoecologico, così da confermare che H. adriaticum è strettamente confinato a suoli di natura carbonatica. Nell’area alpina la distribuzione corrisponde in prevalenza al sistema collinare; quindi è presente a quote sensibilmente inferiori rispetto a quanto si riscontra nell’area appenninica, dove la distribuzione risulta più uniforme e condizionata dall’uso del suolo. Il numero di individui non varia tra le due aree analizzate, dove prevalgono piccole popolazioni con meno di dieci individui. Il confronto tra il modello di idoneità ecologica e la distribuzione delle popolazioni note evidenzia una ampia potenzialità, che potrebbe indicare una sottostima della presenza di H. adriaticum oppure zone non ancora colonizzate.


S. HARDERSEN
Le attuali conoscenze su Boyeria irene (Fonscolombe, 1838) (Odonata: Aeshnidae) nel territorio del Lago di Garda

Riassunto – Fino all’inizio del XXI secolo Boyeria irene era sconosciuta dal territorio del Lago di Garda, ma nel 2004 una larva della specie è stata campionata presso il Rio delle Pile (Tremosine). Dodici anni dopo, nel 2016, la specie è stata segnalata presso la riva del Lago di Garda, nel territorio del comune di Toscolano-Maderno. Successivamente, negli anni 2019-2022, B. irene è stata osservata presso due torrenti (Torrente Toscolano e Torrente della Valle di Faeno), dove la specie sembra essere presente con popolazioni stabili. Un’altra segnalazione è stata raccolta nel 2020 a Limone sul Garda a pochi passi dalla riva del lago. Le popolazioni riportate rappresentano le più orientali conosciute per l’Italia settentrionale e pertanto risultano d’ interesse biogeografico e rilevanti nel contesto del cambiamento climatico in atto.


C. CHIARI
Contributo alla conoscenza dell’Odonatofauna della zona umida IWC “Cave di Montirone e Bagnolo Mella”, Brescia (Codice ISPRA BS0903 – coordinate 45.26N10.12E) (Lombardia, Pianura Padana centrale, Italia settentrionale)

Riassunto – Nel 2018-2022 è stata studiata l’odonatofauna della “Zona Umida IWC Cave di Montirone e Bagnolo Mella”. In totale sono state censite 30 specie.
La sintesi presenta i risultati ottenuti in questi cinque anni di monitoraggio effettuato a cadenza settimanale visitando i bacini presenti nei Comuni di Poncarale, Montirone e Bagnolo Mella. Questi sono di origine artificiale, sono ex cave di sabbia e ghiaia e compongono la Zona Umida IWC omonima come da catasto ISPRA delle zone umide italiane (BS0903) coordinate 45.26N10.12E.
I risultati ottenuti evidenziano come questa area, parzialmente indagata in passato, meriti in futuro un programma di ricerca più approfondito per verificare l’evoluzione del popolamento di alcune nuove specie di origine meridionale e africana individuate di recente, in particolare: Trithemis annulata, Selysiothemis nigra. Tra le libellule divenute sempre più localizzate in Italia (Galliani et. al., 2015) si evidenzia la presenza di Sympetrum depressiusculum (Sèlys, 1841).
La maggior parte dei dati raccolti si riferisce a individui adulti. Per gran parte di queste specie osservate in accoppiamento e deposizione si può considerare attendibile la loro riproduzione nell’area di ricerca, per altre è probabilmente avvenuta negli stessi luoghi in siti adiacenti, mentre alcune specie con tendenze dispersive o migratorie compaiono solo occasionalmente con pochi o singoli individui.
I campionamenti si sono svolti soprattutto per verificare la presenza delle specie e possibilmente la loro abbondanza con l’obiettivo primario di realizzare una prima check-list. Tenuto conto della mole di dati disponibili si è provveduto ad elaborare le mappe di presenza per ogni singola specie e così avere un primo quadro sulla distribuzione delle comunità di Odonati presenti nell’area di studio.


M. GROTTOLO, D. PEDERSOLI
Anthribidae della provincia di Brescia, del bacino Nord del fiume Oglio e delle aree limitrofe (Coleoptera, Curculionoidaea, Anthribidae, Anthribinae, Choraginae) IV contributo alla conoscenza della coleotterofauna del bresciano

Riassunto – Vengono riportati i dati riguardanti i coleotteri Anthribidae noti per la provincia di Brescia e del bacino nord del fiume Oglio. Come risultato attualmente sono noti in territorio bresciano 9 taxa contro i 2 segnalati precedentemente. Per ogni specie vengono forniti l’elenco delle località in cui è stata rinvenuta, notizie sulla geonemia e biologia e una mappa della sua distribuzione in provincia di Brescia. Tra i taxa inediti per il territorio in esame, 4 appartengono alla provincia di Brescia e 2 alla provincia di Bergamo. L’analisi corologica ha mostrato una predominanza di elementi a distribuzione Europea. L’Indice di Similarità di Sørensen tra il territorio indagato e quello della provincia di Sondrio è risultato 0,8 evidenziandone una forte analogia.


A. GARGIONI, P. BRICHETTI, F. SOTTILE
Resoconto Ornitologico Bresciano 2022

Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la Provincia di Brescia relative al 2022.


In ricordo di Adolfo Gallinari († novembre 2023)


Natura Bresciana 2015 – Volume 39

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Indice degli articoli

ARMIRAGLIO S., SCHIROLLI P., MANTOVI A., COSTA A., DI BELLA S.
L’attività editoriale del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia

Riassunto – “Natura Bresciana” è l’Annuario del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia dal 1965. Nasce come rivista divulgativa ma sin dai primi numeri i contributi scientifici originali sono prevalenti.
Natura Bresciana è una rivista multidisciplinare, che ha come scopo la pubblicazione di articoli scientifici riguardanti le Scienze Naturali, con particolare riguardo ai contributi riferiti alla provincia di Brescia, al territorio padano, prealpino, alpino e alle aree biogeograficamente pertinenti.
Il Museo Civico di Scienze Naturali pubblica anche le “Monografie di Natura Bresciana” e “le Chiavi della Natura”. Natura Bresciana è stata realizzata dal Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia in collaborazione con il Centro Studi Naturalistici Bresciani, associazione composta da ricercatori naturalisti prevalentemente volontari. Il ruolo del CSNB è sempre stato decisivo per la rivista, tanto che ciascuno dei volumi pubblicati sino a oggi contiene raramente un numero di articoli proposti dai soci inferiore al 50% del totale di ciascun volume.


MARTINI F. (Ed.), BONA E., FEDERICI G., FENAROLI F., PERICO G.
Aggiunte e integrazioni alla “Flora vascolare della Lombardia centro-orientale”

Riassunto – Vengono presentate le aggiunte e le integrazioni alla “Flora vascolare delle Lombardia centro-orientale”. Si tratta di 1156 nuovi dati, di cui 891 osservazioni in campo, 217 dati d’erbario, 31 segnalazioni bibliografiche recenti e 17 derivate da revisioni di erbari storici. Sono stati registrati due generi nuovi per la Flora, ambedue esotici: Phyla e Sesamum. I taxa nuovi o redivivi a livello specifico e infraspecifico sono nel complesso 21. Fra questi Campanula martinii e Sempervivum soculense risultano nuovi per la scienza e uno, Hieracium dolichaetum, redivivo per il territorio considerato.


MANGILI F., TAMPUCCI D., CACCIANIGA M.
Alcune osservazioni sull’ecologia di Saxifraga presolanensis Eng. (Saxifragaceae) su substrati non carbonatici

Riassunto – Questo lavoro segnala il ritrovamento di una nuova stazione di Saxifraga presolanensis su substrato non carbonatico in Val Sanguigno (Alpi Orobie). Si tratta del quarto ritrovamento al di fuori degli affioramenti carbonatici prealpini delle alpi bergamasche, di cui la specie era ritenuta esclusiva. I risultati riepilogano le informazioni sulla distribuzione di questa policy species, con particolare riferimento alle

stazioni su substrati non carbonatici e sulle loro implicazioni biogeografiche e geobotaniche.


AUGUSTINUS B. A., GUARINI M. F., COLOMBO F., CITTERIO S., SCHAFFNER U., MüLLER-SCHäRER H., GENTILI R.
Diffusione di Ambrosia artemisiifolia L. e Ophraella communa LeSage in Valtellina (Alpi Centrali, Lombardia)

Riassunto – La presente nota riporta le nuove stazioni della specie esotica invasiva Ambrosia artemisiifolia L. (Asteraceae) e del suo nemico naturale Ophraella communa LeSage, 1986 (Coleoptera; Chrysomelidae) in Valtellina, Lombardia (Italia settentrionale). Mentre la presenza della pianta in Valtellina era già stata supposta sulla base dei monitoraggi pollinici e da dati bibliografici riferiti alla Provincia di Sondrio (Valchiavenna), la presenza dell’insetto può essere interpretata come segno di una prima graduale colonizzazione di questa valle.


GIUPPONI L., ANDREIS C., GIORGI A.
Caratteri floristico-vegetazionali ed ecologici di una comunità vegetale con Lupinus polyphyllus Lindl. in un̓area della Val di Scalve interessata da interventi di ingegneria naturalistica

Riassunto – Viene segnalata la presenza di Lupinus polyphyllus Lindl. (specie aliena) in un̓area della Val di Scalve (Comune di Azzone, BG) in cui sono state realizzate opere di ingegneria naturalistica e vengono riportati i caratteri floristico-vegetazionali ed ecologici della comunità vegetale di cui è parte.


NARDI G.
Gli endemiti della fauna malacologia bresciana

Riassunto – In questo lavoro vengono analizzati i molluschi endemici della provincia di Brescia, sia esclusivi, sia condivisi con province o regioni limitrofe italiane. Non sono state invece considerate quelle specie endemiche, presenti nelle Prealpi e Alpi centrali, conosciute anche per alcune stazioni estere (Canton Ticino, Svizzera). La fauna malacologica endemica del bresciano è pertanto composta da 24 taxa: 10 specie, 14 sottospecie.
Di queste entità 19 sono terrestri (una sola ipogea) e 5 vivono nelle acque dolci: Cochlostoma (Dalfreddia) porroi gredleri (Westerlund, 1879), Acicula beneckei (Andreae, 1883), Iglica concii (Allegretti, 1944), I. vobarnensis (Pezzoli & Toffoletto), 1968), Paladilhiopsis virei (Locard, 1903), Islamia ruffoi Bodon & Cianfanelli, 2012, Eupaludestrina spinellii (Gredler, 1859), Zospeum globosum Küscer, 1928, C. megacheilos avenoides (Westerlund, 1874), C. megacheilos frassineiana Nardi, 2009, C. megacheilos toscolana (Schröder, 1913), C. multidentata multidentata (Strobel, 1851), Argna valsabina (Spinelli, 1851), Vitrinobrachium tridentinum Forcart , 1956, Deroceras (Deroceras) planarioides (Simroth, 1910), Charpentieria itala lorinae (Gredler, 1869), C. itala trepida Käufel, 1928, C. itala triumplinae Nardi, 2011, Clausilia (Strobeliella) umbrosa gardonensis Nardi & Nordsieck, 2013, C. (S.) umbrosa umbrosa Käufel, 1928, Chilostoma (Cingulifera) cingulatum baldense (Rossmässler, 1893), C. (C.) cingulatum colubrinum (De Cristo fori & Jan, 1832), C. (C.) cingulatum gobanzi (Frauenfeld, 1867) e C. (C.) frigidum frigidissimum (Paulucci, 1881).
Per ciascuno dei 24 taxa esaminati vengono forniti: i dati delle località di raccolta storiche, presenti nella letteratura scientifica; l’elenco dei materiali di recente acquisizione, analizzati dall’autore; informazioni di carattere ecologico, l’areale di distribuzione, note tassonomiche e nomenclaturali. Si conclude con considerazioni generali di tipo sistematico, ecologico e biogeografico circa la fauna endemica della provincia di Brescia.


GROTTOLO M.
Boldoriella (Insubrites) pedersolii nuova specie delle Prealpi Bergamasche (Coleoptera Carabidae Trechinae)

Riassunto – Nella presente nota viene descritta Boldoriella (Insubrites) n. sp. di una grotta del sebino bergamasco (Stampa dei Pagà n°1370 Lo BG). La nuova specie risulta facilmente distinguibile e ben diversificata per la conformazione dell’habitus e dell’organo copulatore maschile, infatti, presenta una morfologia esterna caratterizzata dalla forma leggermente ellittica delle elitre e dall’assenza di angolo omerale e l’edeago allungato, sottile ed uncinato non trova riscontro nelle altre specie conosciute.


MONZINI V.
Allegrettia pavani orobiensis, nuova sottospecie delle Alpi Orobie, simpatrica e sintopica con Allegrettia comottii Monguzzi 2011 (Coleoptera Carabidae Trechini)

Riassunto – L’autore descrive Allegrettia pavani orobiensis, nuova sottospecie ampiamente diffusa in cavità naturali e artificiali delle Alpi robie tra i Monti Secco-Arera-Grem e l’altopiano di Clusone, nella media Val Seriana in provincia di Bergamo (Lombardia). In quasi tutte le stazioni il taxon convive in simpatria e sintopia con un’altra specie congenere: Allegrettia comottii Monguzzi 2011. Allegrettia pavani orobiensis si differenzia da tutte le altre sottospecie note di Allegrettia pavani per i seguenti caratteri: capo largo con tempie arrotondate, elitre molto convesse sul disco, lucidissime con strie superficiali, e per la diversa struttura dell’edeago.


GROTTOLO M., PEDERSOLI D.
I cerambici della Valle Camonica. Primo contributo alla conoscenza della coleotterofauna della provincia di Brescia (Lombardia)

Riassunto – Nel presente lavoro vengono riportati i dati di località riguardanti i Cerambicidi della Valle Camonica: questi sono stati estrapolati dalle collezioni degli autori e da quelle di collezionisti attivi nella zona di studio, oltreché dalle fonti bibliografiche. È stata, quindi, analizzata la presenza o l’assenza delle specie ripartite nei tre settori della bassa, della media e dell’alta valle, confrontandola con la cerambicidofauna accertata nel resto della Provincia di Brescia. Lo studio corologico e lo spettro risultante è stato raffrontato con quello delle Province di Sondrio e della Valle d’ Aosta, territori dalle caratteristiche ambientali similari alla Valle Camonica per i quali sono disponibili studi approfonditi.
La ricerca ha portato al censimento di ben 120 specie di Cerambicidi, aumentando notevolmente il loro numero
conosciuto a livello provinciale; sono stati, inoltre, rinvenuti 5 taxa non ancora noti a livello regionale. L’analisi corologica ha mostrato una predominanza di elementi sibirico-europei ed europei, non mancando comunque una componente di tipo mediterraneo legata agli habitat xerotermi soprattutto del settore basso valligiano; infine, il confronto con gli spettri delle cerambicidofaune valtellinesi e valdostane, ha evidenziato come le ripartizioni percentuali tra i differenti corotipi siano, in regioni con condizioni ambientali paragonabili, sostanzialmente simili.


BENNATI R.
Colonizzazione e utilizzo di nuove pozze d’abbeverata da parte degli Anfibi

Riassunto – La colonizzazione da parte di Bufo bufo e Rana dalmatina di pozze di abbeverata di recente costruzione, dimostra come gli anfibi prediligono questi siti, più vicini al loro ambiente di vita terrestre, per riprodursi senza dover affrontare lunghi spostamenti per recarsi nei loro siti preferenziali.


TIBERTI R.
Herpetofauna of the Mount Guglielmo (Brescia, Italy)

Riassunto – L̓herpetofauna del M.te Guglielmo (Brescia, Italia). Il presente studio fornisce nuovi dati di distribuzione dell’erpetofauna della fascia montana del Monte Guglielmo (1957 m s.l.m.), a una quota superiore a 1000 m s.l.m. In 11 anni (2005-2015) di monitoraggi, sono state raccolte 726 osservazioni. Nell’area di studio sono state ritrovate cinque specie di anfibi (Salamandra salamandra, Triturus carnifex, Bombina variegata, Bufo bufo, Rana temporaria) e sette di rettili (Podarcis muralis, Lacerta bilineata, Anguis veronensis, Hierophis viridiflavus, Natrix natrix, Vipera aspis e Zamenis longissimus). Le mappe di distribuzione e alcune problematiche di conservazione relative all’erpetofauna locale vengono discusse all’interno dell’articolo.


GRATTINI N., BELLINTANI S.
Indagine ornitologica nella riserva naturale “Vallazza” Mantova (Lombardia) 2009-2014

Riassunto – Viene presentata e commentata in modo conciso la situazione attuale dell’avifauna della Riserva Naturale Vallazza nel periodo 2009-2014, integrata e confrontata con i dati pregressi disponibili dal 1970 al 2008. Vengono indicate anche alcune categorie di tutela (All. I Dir. 09/147/CE, SPEC). Le specie citate sono 160 (100 Non Pass. e 60 Pass.). Una specie è aufuga. Le specie nidificanti, comprese quelle irregolari e probabili, sono 66 (7 quelle pregresse); quelle svernanti comprese le irregolari 76 (1 specie pregressa). I migratori regolari esclusivi sono 131 (16 quelli pregressi), gli accidentali 15 (9 quelli pregressi). L’Indice di Valore Ornitologico calcolato su 54 specie nidificanti nel periodo 2009-2014 è pari al valore medio 41,48 ± 11,23 D.S..


CAPELLI S., FORLANI E., TROTTI P., BRICHETTI P.
Atlante degli uccelli svernanti nella città di Brescia 2006-2011

Riassunto – Vengono presentati i risultati dell’inchiesta sugli uccelli svernanti nella Città di Brescia svolta negli inverni dall̓1 Dicembre 2006 al 31 gennaio 2011. La città è stata suddivisa in 65 unità di rilevamento (U.R.), di 500×560 m, rispettando la griglia utilizzata per il censimento dei nidificanti. Il totale delle specie rilevate è 64 di cui 25 non-Passeriformi e 39 Passeriformi. Le specie più diffuse sono: passera d’Italia (Passer italie), merlo (Turdus merula) e pettirosso (Erithacus rubecula), presenti in tutte le U.R.; torno (Sturnus vulgaris) e cornacchia grigia (Corvus cornix), presenti nel 90% delle U.R.. Quelle più localizzate sono: anatra andarina (Aix galericulata), balestruccio (Delichon urbicum), barbagianni (Tyto alba), cormorano (Phalacrocorax carbo), corvo imperiale (Corvus corax), gabbiano reale (Larus michahellis), gufo comune (Asio otus), peppola (Fringilla montifringilla), picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), picchio verde (Picus viridis), pispola (Anthus pratensis), saltimpalo (Saxicola torquatus), smeriglio (Falco columbarius), tordo bottaccio (Turdus philomelos), zigolo muciatto (Emberiza cia), tutte specie segnalate in una sola U.R.. Il numero medio di specie per U.R. è 15,3 con un massimo di 31 e un minimo di 6. I valori di ricchezza specifica più alti si riscontrano nelle zone maggiormente diversificate dal punto di vista ambientale come il Parco Ducos e zone limitrofe, il corso dei fiumi Mella e Garza, il Colle Cidneo e le U.R. periferiche. I dati, raccolti da 28 rilevatori, sono complessivamente 1785.


LEO R., BERTOLI R.
Vent’anni di inanellamento alla stazione Passo della Berga (Bagolino, Brescia, Lombardia): primo contributo

Riassunto – Le Prealpi Bresciane sono un punto di notevole importanza per la migrazione autunnale specialmente per i Passeriformi. La stazione di inanellamento Passo della Berga, sita in comune di Bagolino (BS), si trova in una località ad elevatissima intensità di flusso migratorio. Nell’articolo sono illustrati i risultati di 20 anni di inanellamento. Dopo una fase iniziale esplorativa, con campionamenti in tutte le pentadi di migrazione autunnale, negli ultimi anni la ricerca si è concentrata esclusivamente sul passaggio dei Passeriformi migratori intrapaleartici durante il mese di ottobre. Oltre ai dati generali vengono evidenziati i primi risultati emersi come la cattura oraria, la ricchezza, la dominanza e le rotte di migrazione. Il Passo della Berga si conferma uno dei più importanti siti in Italia per la migrazione autunnale dei Passeriformi.


BIAGI P., STARNINI E.
Human settlement and environmental exploitation of Valcamonica Valtrompia watershed from the beginning of the Holocene to the Middle Ages

Riassunto – Il lavoro presenta una sintesi dei dati a disposizione riguardanti la frequentazione umana più antica delle alte quote alpine, con particolare riferimento allo spartiacque Valcamonica-Valtrompia. Le ricerche condotte negli ultimi 30 anni hanno messo in luce numerose testimonianze del passaggio dell’uomo a partire dalla fine del Paleolitico Superiore. Un maggior numero di frequentazioni è documentato a partire dall’inizio dell’Olocene, e testimonia l’attività venatoria stagionale da parte di gruppi di cacciatori-raccoglitori mesolitici, non appena le praterie alpine si erano liberate dalla coltre glaciale. Le alte quote vennero frequentate nuovamente a partire dall’età del Bronzo, come indicato principalmente da rinvenimenti di punte di freccia anche su sentieri attualmente ancora in uso, oltre che da una serie di datazioni radiocarboniche. Frequentazioni più recenti sono attestate per l’età del Ferro e il periodo Alto Medievale.


RESOCONTI E SEGNALAZIONI


CRETTI A., BONA E.
Una nuova stazione di Linnaea borealis L. sulle Alpi Orobie orientali

Riassunto – Si documenta il rinvenimento della Linnaea borealis L. sulle Alpi Orobie orientali, a quota modesta.


DE PASCALIS F., ILAHIANE L.
Presenza di Euplagia quadripunctaria (Poda, 1761) Nel Sic-Zps “Torbiere del Sebino”(Bs)

Riassunto – Riportiamo la prima segnalazione di Euplagia quadripunctaria per un SIC-ZPS della provincia di Brescia.


BERTOLI R.
Nidificazione di Rondone (Apus apus) in un nido di Balestruccio (Delichon urbicum) nel Comune di Pertica Bassa (Valle Sabbia) in Provincia di Brescia

Riassunto – Si presenta l’atipica nidificazione di una coppia di Rondoni in un nido di Balestruccio in provincia di Brescia.


TROTTI P.
Observation of Eagle Owl (Bubo bubo) predation on Alpine Swift (Apus melba)

Riassunto – Breve descrizione di un evento di predazione da parte di un Gufo reale su un Rondone maggiore.


Natura Bresciana 2013 – Volume 38

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Indice degli articoli

AGOSTINI L. e FIORETTI A.M.
Storia delle meteoriti Alfianello e Trenzano cadute nella Provincia di Brescia nella seconda metà del 1800.

Riassunto – Al museo di Scienze Naturali di Brescia sono custodite due meteoriti di notevole valore storico: Trenzano e Alfinello. Trenzano cadde il 12 Novembre 1856 a Trenzano (Brescia) mentre Alfianello cadde ad Alfianello (Brescia) il giorno16 Febbraio 1883. Entrambe prendono il loro nome dalla località dove sono cadute.
La prima aveva un peso di circa 9 kg, il peso della meteorite e dei frammenti si può solo ipotizzare facendo la somma del peso dei pezzi segnalati nei vari musei e da privati, la seconda invece di circa 200 kg.
Frammenti delle due meteoriti, tra la fine del 1800 fino a metà circa del 1900, furono venduti, o misteriosamente sparirono nelle collezioni di privati. Attualmente alcuni pezzi si possono trovare nei più grandi musei di scienze naturali.

In questo articolo è stata ricostruita la loro storia testimoniata da documenti e missive di notevole interesse scientifico in un periodo segnato da battaglie e moti rivoluzionari che porteranno all’unità d’Italia.


FIORETTI A.M., AGOSTINI L., DOMENEGHETTI M. e MOLIN G.
Studio petrografico-mineralogico delle meteoriti Alfianello e Trenzano cadute nella Provincia di Brescia nella seconda metà del 1800.

Riassunto – In concomitanza con una ricerca storica sulle due famose meteoriti bresciane Alfianello e Trenzano, si è ritenuto opportuno esaminare e caratterizzare anche dal punto di vista scientifico i campioni conservati presso il Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia. L’indagine storica, basata sui documenti ottocenteschi raccolti presso il museo di Brescia e il Museo Bombicci di Bologna, ha permesso di ricostruire in dettaglio sia le fenomenologie di caduta sia le vicissitudine di vari frammenti attualmente dispersi e conservati in numerosi musei in tutto il mondo. L’analisi mineralogico-petrografica ha confermato la classificazione della meteorite Alfianello riportata nel Catalogue of Meteorites (Graham et al., 1985) come condrite ordinaria L6, grado di shock S5 e alterazione W0. Lo studio della meteorite Trenzano ha invece messo in evidenza alcuni caratteri petrograficci incompatibili con la precedente classificazione ufficiale (H6) ed ha portato ad un lavoro di revisione terminato con la pubblicazione di un articolo (FIORETTI et al., 2007) in cui viene proposta la riclassificazione come condrite ordinaria H5, con grado di shock S2 e alterazione W0. Per questa meteorite lo studio cristallochimico condotto su cristalli di pirosseno ha permesso di stimare, sulla base delle reazioni di scambio intracristallino Mg-Fe, parametri fisici relazionabili

alla storia termica del corpo genitore.


SANTI G.
Sul significato dell’icnofauna del Permiano Inferiore del Bacino di Collio (Prealpi Bresciane).

Riassunto – La Formazione di Collio (Permiano inferiore) affiorante nel Bacino Trumplino (Prealpi Bresciane) è un ricco serbatoio di fossili composto da tracce di vertebrati ed invertebrati, resti di lamellibranchi, di vegetali (macropiante e pollini). In parte anche la “Pietra Simona”, membro del Conglomerato del Dosso dei Galli posta al top del “Collio s.s.” contiene icnofossili di invertebrati (Planolites e Palaeophycus) e orme di rettili attribuite al solo icnotaxon Dromopus didactylus. Con lo studio delle tracce degli invertebrati, insieme ai vertebrati la biodiversità originale è stata in gran parte definita nei suoi componenti fondamentali. Con i dati acquisiti sono state considerate le relazioni fra vertebrati ed invertebrati e sollevati diversi problemi che a tutt’oggi non hanno ancora ricevuto una soluzione definitiva.


ROSSI M. e SANTI G.
Studio Morfometrico e Morfodinamico di resti craniali, dentali e mandibolaridi Ursus Spelaeus dalla grotta del Buco del Frate e dall’altopiano di Cariadeghe (Brescia) nel quadro evolutivo degli orsi delle caverne.

Riassunto – Gli Autori propongono una prima analisi morfometrica e morfodinamica su resti cranio-mandibolari e dentali di Ursus spelaeus Rosenmüller, 1794 provenienti dalla Grotta del Buco del Frate e dall’Altopiano di Cariadeghe in Provincia di Brescia. Questa popolazione rientra nel range di variabilità tipico dell’orso delle caverne ma presenta, analogamente ad altre popolazioni italiane, un mosaico di caratteri evoluti e primitivi. In particolare, la morfodinamica dei P4/4 ha dimostrato un grado d’evoluzione medio del tutto simile a quello di altre popolazioni speleine italiane, ma inferiore a quello che caratterizza le popolazioni d’oltralpe. Questi elementi confermano la possibilità che in Italia le popolazioni di orso delle caverne siano andate incontro ad una evoluzione di tipo conservativo.


BONA F.
La Fauna Romana di Flero (Bs), Terreni Freddi – 2008 (Us 106).

Riassunto – La realizzazione del raccordo autostradale Ospitaletto-Poncarale-Montichiari ha richiesto una serie di indagini archeologiche di valutazione preventiva del rischio archeologico. Lo svolgimento dello scavo archeologico ha permesso di mettere in luce un esiguo deposito ma con peculiarità rilevanti. Il sito è polifasico e presenta testimonianze di frequentazione che vanno dalla presenza celtica, seguita dalla romanizzazione già dal I secolo a.C. fi no al VI secolo d.C.. A circa 20 metri dal limite sud dello scavo ed in posizione centrale è stata riconosciuta e scavata una buca di 2,75 x 2,65 m (US 266) all’interno della quale si trovavano i resti faunistici oggetto della presente relazione (US 106). Principalmente si trattava di scheletri di animali domestici in buona parte ancora in connessione anatomica. L’analisi archeozoologica ha permesso di evidenziare come nella fossa US 266 siano stati gettati 24-25 animali appartenenti a 2 ordini (Artiodactyla e Carnivora), 3 famiglie (Bovidae, Suidae e Canidae) e 5 specie: 6 Bos taurus, 2 Capra hircus, 10 Ovis aries, 5-6 Sus domesticus ed 1 Canis familiaris.


GALLINARI A. e FERRARI P.
Contributo alla conoscenza dei Myxomiceti Nivicoli della Provincia di Brescia.

Riassunto – Gli autori presentano il risultato di un lavoro di ricerca di Myxomicetes nivicoli, raccolti e studiati per la prima volta nel territorio bresciano. Sono state reperite e identificate 33 specie, e redatta una Check list compilata in ordine alfabetico. Tra le zone visitate, quelle più ricche di specie sono risultate essere la Val Salarno e il M. Maniva, mentre Diderma alpinum e Physarum vernum si confermano essere tra le specie più comuni di Myxomycetes nivicoli.


PAPETTI C., CHIARI M., FORTI P. e RESTELLI V.
Flora Micologica della Provincia di Brescia Ordine Boletales.

Riassunto – Sono presentati, opportunamente riuniti e sistematicamente ordinati, i taxa dell’ordine Boletales segnalati nel tempo in Provincia di Brescia attraverso le pubblicazioni: Bollettino del Circolo Micologico G. Carini, Natura Bresciana e Flora micologica dell’Agro Bresciano. Numerose entità sono anche conservate essiccate nell’Erbario Micologico Bresciano (HBBS).


BARLUZZI F., BONA E., MARTINI F. e PERICO G.
Il complesso di Carex Flava L.: (Cyperaceae) nella Lombardia centro-orientale (N-Italia).

Riassunto – Vengono presentati i risultati di una ricerca sul gruppo di Carex flava (Cyperaceae), nella Lombardia centro-orientale (province di Bergamo, Brescia e territori limitrofi ). In base a una cospicua raccolta iniziata nel 1984, rappresentata da 280 fogli d’erbario, sono stati individuati i seguenti taxa: C. flava L. s. str., C. flava L. var. alpina Kneucker, C. lepidocarpa Tausch, C. oederi Retz., C. tumidicarpa Anderss. nonchè la notospecie C. × alsatica (C. tumidicarpa x C. flava). Per ciascuno dei taxa sono discussi la diffusione locale (con carta distributiva) e gli aspetti ecologici fondamentali con riferimento alla valenza altitudinale.


TAMPUCCI D., DIGIOVINAZZO P. e ANDREIS C.
Serie dinamica del bosco a Rovere: il caso del parco nazionale Val Grande (Vco).

Riassunto – Viene ricostruita la serie dinamica del bosco a rovere nel Parco Nazionale Val Grande (VCO), quale caso di studio esportabile a tutta l’area prealpina occidentale suboceanica, per analogia di climae substrato. Sono state cartografate, in ambiente GIS, le aree di pertinenza della serie sulla base delle caratteristiche climatiche e fisiche del territorio. Entro tali aree sono stati effettuati 48 rilievi fitosociologici che hanno compreso tutti gli stadi serali della vegetazione, per poi procedere con l’analisi delle fitocenosi individuate e la loro interpretazione in chiave dinamica. Risultato dello studio è l’individuazione di sei fitocenosi, quattro delle quali (pteridieti, calluneti, betuleti, rovereti) fra loro collegate da un legame dinamico, suggerito da analisi floristiche quali-quantitative sull’abbondanza delle specie e dall’analisi dei parametri ecologico-stazionali tramite CCA.


LEO R. e GOBBINI M.
I Rapaci (Falconiformes) nidificati delle colline ad est di Brescia (Lombardia orientale).

Riassunto – Sono esposti i risultati di una ricerca triennale sui rapaci nidificanti nelle colline carsiche poste immediatamente a est di Brescia. Sono riportate informazioni su densità, trend di popolazione e aspetti specifici a scala locale.


MAESTRI F. e VOLTOLINI L.
Biologia riproduttiva della Tottavilla (Lullula Arborea) sulle Prealpi Bresciane e Gardesane.

Riassunto – Abbiamo studiato la riproduzione della Tottavilla Lullula arborea dal 2002 al 2004 in un’area all’interno della zona xerotermica e termofila del “Carso bresciano”. Abbiamo analizzato gli aspetti floristici e vegetazionali dell’area allo scopo dell’inquadramento ecologico della specie.


LEANDRI F.
Riproduzione di Oxygastra Curtisi (Dale, 1834) (Insecta, Odonata), presso il Lago Moro, Darfo Boario Terme (Bs).

Riassunto – Viene segnalato un nuovo sito di riproduzione di Oxygastra curtisi (Dale, 1834) (Insecta, Odonata) presso il Lago Moro (Darfo Boario Terme, BS, Lombardia). Si tratta di una specie endemica dell’Europa sud occidentale, che predilige ambienti naturali ben strutturati e, per quanto ne sappiamo, risulta molto localizzata in Italia. È segnalata come “quasi a rischio” nella Lista Rossa Europea, è segnalata nell’All. II e IV della Direttiva Habitat e nell’Appendice II della Convenzione di Berna. Attualmente non si posseggono sufficienti informazioni su O. curtisi in Lombardia, è necessario svolgere ulteriori ricerche sulla sua distribuzione e salvaguardare i siti in cui si riproduce.


GARGIONI A.
Prima Nidificazione di Cormorano Phalacrocorax Carbo Sinensis (Linnaeus 1758) in Provincia Di Brescia (Lombardia).

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia del Cormorano Phalacrocorax carbo siniensis in una garzaia all’interno del raccordo autostradale di Brescia centro.


GARGIONI A. e PIOTTI G.
Prima nidificazione di Smergo Maggiore Mergus Merganser (Linnaeus 1758) in Provincia di Brescia (Lombardia).

Riassunto – Viene descritta la prima nidificazione accertata per la provincia di Brescia dello Smergo maggiore Mergus merganser nel tratto medio-alto del lago di Garda.


GARGIONI A. e SOTTILE F.
Resoconto Ornitologico Bresciano 2010, 2011, 2012.

Riassunto – Vengono accorpate, divise per anno, le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative agli anni 2010, 2011 e 2012.


BOLLINI E. e LEO R.
Prima segnalazione di Istrice Hystrix Cristata L. in Provincia di Brescia.

Riassunto – Si presenta la prima segnalazione di un Istrice nella provincia di Brescia.


ZANOTTI E.
In ricordo di Arturo Crescini (1933-2013).

Con i contributi di: GIUSEPPE BERRUTI, ENZO BONA, SERGIO DANIELI, CINZIO DE CARLI, SILVIO FORMENTI, FRANCO SOLINA, FILIPPO TAGLIAFERRI


Natura Bresciana 2010 – Volume 37

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Indice degli articoli

BARLUZZI F., BONA E., MARTINI F. e PERICO G.
Il genere Thymus L. (Lamiaceae) nella Lombardia centro-orientale (Italia settentrionale).

Riassunto – Vengono presentati i risultati di una ricerca sul genere Thymus L. nella Lombardia centro-orientale (province di Bergamo, Brescia e territori limitrofi ). In base a una cospicua raccolta (780 campioni d’erbario), sono stati individuati i taxa spontanei T. kosteleckyanus, T. odoratissimus, T. oenipontanus, T. longicaulis, T. praecox subsp. praecox e subsp. polytrichus, T. pulegioides subsp. pulegioides e subsp. carniolicus, nonchè l’alloctono T. vulgaris, coltivato e raramente inselvatichito. Per ciascun taxon sono discussi la distribuzione locale (con relativa carta distributiva) e gli aspetti ecologici fondamentali con riferimento alla valenza altitudinale.


DE CARLI C., FORMENTI S.
Contributo sulla presenza del genere Rosa L. in provincia di Brescia.

Riassunto – In questo lavoro vengono riportati i risultati di anni di studio e di raccolte del genere Rosa in provincia di Brescia. I campioni sono conservati nell’erbario del Museo di Scienze Naturali (hbBS).


ROCCHI S. e TOLEDO M.
Reperti inediti di coleotteri acquatici in Italia (Coleoptera: Sphaeriusidae, Dytiscidae, Hydrophiloidea, Hydraenidae, Dryopoidea, Chrysomelidae, Curculionidae).

Riassunto – Vengono segnalati nuovi dati sulla distribuzione in Italia di 66 specie di Coleotteri acquatici: 1 Sphaeriusidae, 8 Dytiscidae, 3 Helophoridae, 1 Hydrophilidae, 10 Sphaeridiidae, 25 Hydraenidae, 1 Hete-philidae, 10 Sphaeridiidae, 25 Hydraenidae, 1 Heteroceridae, 6 Dryopidae, 5 Elmidae, 4 Chrysomelidae, 2 Curculionidae.


TOLEDO M.
Hydrophiloidea e Hydraenidae (Insecta: Coleoptera) del basso corso del fiume Oglio (Lombardia).

Riassunto – La presente indagine si lega a quella precedente effettuata da IMAZZOLDI (1987) sui coleotteri Hydradephaga dello stesso territorio. 51 specie di coleotteri acquatici Polyphaga, appartenenti alle famiglie Hydraenidae, Helophoridae, Spercheidae, Hydrochiidae, Sphaeridiidae e Hydrophilidae, sono state rinvenute in ambienti umidi lungo il basso corso del fiume Oglio, a sud del lago d’Iseo. I reperti coprono diverse lacune sulla distribuzione di molte specie e diverse di esse vengono segnalate per la prima volta per le provincie interessate o addirittura per la Lombardia. Vengono discussi i caratteri per la separazione di Cercyon convexiusculus STEPHENS, 1828 da C. stemalis (SHARP, 1918).


GRATTINI N
Distribuzione e consistenza invernale dello svasso maggiore Podiceps cristatus e del cormorano Phalacrocorax carbo nella Provincia di Mantova (Italia settentrionale) nel periodo 2002-2006.

Riassunto -Vengono riportati e discussi i dati raccolti dal 2002 al 2006 sulla consistenza e la distribuzione dello Svasso maggiore, Podiceps cristatus, e del Cormorano, Phalacmcomx carbo, svernanti in provincia di Mantova. La presenza dello Svasso maggiore è stata verificata in 16 siti, di cui 12 occupati regolarmente, in assenza di ghiaccio. Nel periodo di indagine la popolazione media svernante è risultata di 455 individui, pari a circa il 4.6% di quella presente in Lombardia nello stesso quinquennio (9964 indd.). I1 sito con il più alto numero medio di presenze (123 indd.) è risultato la RN. Valli del Mincio; mentre il massimo assoluto (178 indd.) è stato accertato nel 2002 nel Lago Inferiore. I most di Cormorano censiti sono risultati 8, unificati in 6 siti. Complessivamente la popolazione svernante media del periodo di indagine è risultata di 2779 individui, pari al 49% circa di quella presente in Lombardia (5661 indd.). Il più alto numero medio di presenze è stato accertato nella R.N. Vallazza, con 1371 individui; nello stesso sito nel 2004 è stato determinato anche il massimo assoluto, pari a 1746 individui.


MICHELI A. e LEO R.
La migrazione prenuziale dei rapaci diurni (Falconiformes) nel Parco Alto Garda Bresciano (Lombardia orientale).

Riassunto – Sono esposti i risultati di una ricerca sulla migrazione primaverile dei Falconiformi nel Parco Regionale Alto Garda Bresciano, iniziata nel 1996. Dopo aver determinato il punto di maggior concentramento, coincidente con Cima Comer, si sono condotti quattro anni consecutivi di osservazioni standardizzate. La migrazione è stata monitorata con osservazioni campionarie fino al termine di aprile e quotidianamente dopo questa data. In totale sono stati conteggiati 9.186 rapaci di 18 specie. I rapaci più osservati sono stati nel periodo campionario la Poiana Buteo buteo (1.402) e, da maggio, il Falco pecchiaiolo Pernis apivorus (6.101 individui). Sono inoltre riportati una serie di informazioni, divise per specie, riguardanti le modalità (altezze di volo, correnti ascensionali, orari, ecc.) e direzioni di passaggio. Alla fine della ricerca possiamo affermare che il sito trovato è uno dei principali punti di concentrazione conosciuti per la migrazione primaverile dei rapaci nell’Italia Settentrionale.


BERTOLI R.
Atlante degli uccelli nidificanti sul massiccio del Monte Guglielmo (Prealpi Bresciane, Lombardia, Italia settentrionale).

Riassunto – Il presente studio ha lo scopo di conoscere l’ornitofauna che si riproduce sul massiccio del Monte Guglielmo, un gruppo montuoso delle Prealpi Centrali italiane, in provincia di Brescia. Si è utilizzato il metodo standardizzato degli atlanti, limitato a sole due categorie di riproduzione (nidificazione certa e probabile). Si è circoscritta l’area da indagare, partendo dalia quota minore dell’isoipsa dei 1000 metri fino alle due cime del massiccio del Monte Guglielmo: Castel Bertino (1948 m) e Dosso Pedalta (1957 m), per un totale di 50 W. L’area è suddivisa in 64 unità di rilevamento a forma quadrata di 1 km per lato. Ii territorio ricade su 8 comuni di cui 4 sul versante del lago d’Iseo, Marone, Pisogne, Sale Marasino e Zone, e 4 nel distretto della Valle Trompia, Gardone Valie Trompia, Marcheno, Pezzaze e Tavemole sul Mella. Ii massiccio è diviso da un crinale, con andamento nord-ovest/ sud-est, per uno sviluppo lineare di 8 Km. L’ambiente è caratterizzato dalle fitocenosi tipiche dell’orizzonte montano: alle quote inferiori rare formazioni di selve castanili (Castanea sativa) e ostrieti (Ostrya carpinifolia) e, salendo e in successione, il bosco di Faggio (Fagus sylvatica) e di Abete rosso (Picea excelsa); la parte sommitale è caratterizzata da pascoli (Brometi, Seslerieti e Festuceti) d’origine antropica frutto del disboscamento e del pascolamento del bestiame. L’indagine si è articolata nel quinquennio 2004-2008 ed ha prodotto 2316 record, rilevando la nidificazione, certa o probabile, di 77 specie di uccelli (54 passeriformi e 23 non-passeriformi). La fenologia della popolazione ornitica è così composta: 16.5% specie sedentarie, 56.5% specie a migrazione intrapaleartica e 27% specie a migrazione transahanana. L’aspetto corologico semplificato è il seguente: 54.5% specie euroasiatiche, 28.5% specie paleartiche, 17% specie oloartiche. Per ogni singola specie è fornita la cartina distributiva, gli ambienti utilizzati, le quote frequentate, una stima della popolazione e la densità relativa al Monte Guglielmo. Si è ottenuta una ricchezza media di specie per singola unità di rilevamento di 20.5 specieltavoletta. Tale progetto per la sua realizzazione ha richiesto 184 uscite per un totale approssimativo di 640 ore di osservazione. Hanno collaborato fornendo dati 26 rilevatori.


GOBBINI M.
Avifauna nidificante nel comune di Paitone (Lombardia orientale).

Riassunto – L’articolo presenta i risultati di uno studio sulla comunità ornitica nidificante di un comune delle prealpi bresciane, mediante monitoraggi eseguiti negli anni 1995-1998 e 2005-2008, con il metodo dei punti di ascolto. I dati raccolti hanno permesso di rilevare la dinamica delle popolazioni nell’arco di dieci anni e calcolare il valore ornitologico del territorio. Gli ambienti che hanno diminuito di valore sono i prati (-5%) e le cave (-25%); tutte le tipologie di bosco sono aumentate di valore (in media 37,8%).


GRATTINI N. e LONGHI D.
Avifauna del mantovano (Lombardia, Italia settentrionale).

Riassunto -Viene presentata e commentata la situazione attuale dell’avifauna mantovana, integrata e confrontata con i dati storici disponibili dall’ottocento. Le specie citate sono 291 (175 non Pass. e 116 Pass.), appartenenti a 20 ordini e 64 famiglie. Le specie escluse sono 15. Le specie nidificanti, comprese quelle irregolari e probabili, sono 119 (61 non-Pass. e 58 Pass.); quelle svernanti 130. I migratori regolari esclusivi sono 179, gli accidentali 48.


TAGLIAFERRI F.
Illustrazioni naturalistiche di alberi e arbusti.

Riassunto – Vengono qui riprodotte alcune tavole rappresentanti esemplari significativi di specie legnose. Vengono inoltre descritti criteri, metodi e tecnica adottati.


GALASSO G. e CEFALI G.

Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano


DE CARLI C.
Contributo sulla presenza del genere Rubus L. in Provincia di Brescia

Riassunto – In questo elenco vengono riportati gli exsiccata del genere Rubus raccolti in provincia di Brescia e conservati presso l’erbario del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia (hbBS). I campioni sono stati raccolti con fusti, polloni, spine, infiorescenze, frutti (quando disponibili) per poter disporre del maggior numero di elementi per una corretta identificazione. A ciò, per ciascun campione, sono stati affiancate considerazioni ecologiche sull’habitat di raccolta. I campioni preparati sono stati successivamente inviati per la revisione critica al prof. Dr. Heinrich E. Weber (Universitat Osnabruck, Standort Vechta) che ringrazio vivamente per la disponibilità dimostrata.


GARGIONI A. e GUERRINI M.
Resoconto ornitologico bresciano 2007, 2008, 2009

Riassunto -Vengono accorpate, divise per anno, le segnalazioni omitologiche più interessanti per la provincia di Brescia relative al periodo 2007,2008 e 2009. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specializzate.


PIOTTI G. E ZANARDINI F.
Nidificazione a bassa quota di Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) nel “Parco regionale Alto Garda Bresciano” (Lombardia orientale)

Riassunto – vengono segnalate due nidificazioni di merlo acquaiolo a quote molto basse (85 m e 110 m s.l.m.) nel Parco Alto Garda Bresciano