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Natura Bresciana 2020 – Volume 43

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Indice degli articoli

BRUSA G.
Segnalazioni notevoli di epatiche dell’ordine Marchantiales per l’Italia settentrionale.

Riassunto – Il contributo riporta segnalazioni di epatiche dell’ordine Marchantiales per l’Italia Settentrionale, tra cui nuove specie per la flora regionale (Lombardia: Conocephalum salebrosum, Mannia pilosa, Peltolepis quadrata e Riccia huebeneriana; Piemonte: Peltolepis quadrata e Riccia cavernosa; e Veneto: Asterella lindenbergiana). Inoltre, si riportano conferme per la flora di queste tre regioni e della Valle d’Aosta, e nuove segnalazioni sono fornite per Mannia californica, soltanto di recente rinvenuta in Italia.


FERRARI M., LIPRERI E., MANGILI F., ARMIRAGLIO S.
Phyteuma italicum Arv.-Touv. in Lombardia orientale.

Riassunto – La presenza di P. italicum in Lombardia orientale è stata a lungo sottostimata. Recenti segnalazioni di stazioni al di fuori dell’area di distribuzione sinora conosciuta hanno permesso di ridefinire il limite orientale dell’areale di P. italicum e di estenderlo dalle Prealpi Bresciane a quelle Gardesane. Lo studio delle popolazioni sino a ora note di P. italicum nelle Prealpi Lombarde Orientali ha consentito di definirne la sua geoecologia. Le popolazioni prealpine lombarde risultano essere insediate in radure o ai margini di boschi governati a ceduo e sono generalmente collocate sui versanti soleggiati dei rilievi prealpini più esterni, in un range altitudinale coincidente con la fascia alto-collinare. All’interno di tale fascia, la connotazione acidofila di questa specie ne limita la presenza alle aree di affioramento di formazioni che, sebbene siano di origine sedimentaria e perlopiù carbonatica, sono in genere ricche in selce, profondamente alterabili, i cui suoli vengono rapidamente decarbonatati e decalcificati.


DIGIOVINAZZO P., BELTRACCHINI M., ROVELLI P., BRUSA G., ANDREIS C.
I querco-carpineti collinari di Carpinion betuli Issler 1931 in Brianza (Lombardia).

Riassunto – L’uomo, direttamente o indirettamente, ha influenzato la presenza delle foreste naturali nella Pianura Padana. Di conseguenza, i querco-carpineti sono disseminati in aree boscate altamente frammentate e floristicamente degradate come sulle colline moreniche della Brianza. L’area di studio è anche una transizione biogeografica tra i boschi mesofili orientali (Erythronio-Carpinion) e occidentali (Carpinion betuli). Sono stati quindi analizzati rilievi fitosociologici inediti per delineare la classificazione fitosociologica dei querco-carpineti nell’area di studio.
Tutti i rilievi fitosociologici sono stati assegnati a Carpinion betuli, sebbene siano riconoscibili alcune differenze floristiche rispetto ai querco-carpineti dell’Europa centrale. Due associazioni, Symphyto tuberosi-Carpinetum betuli e Holco molli-Carpinetum betuli, sono descritte come nuove e un’altra, Salvio glutinosae-Fraxinetum, è invece più diffusa. Inoltre, tre sottoassociazioni sono state riconosciute nella prima associazione.


BRUSA G.
Le comunità vegetali degli habitat di interesse comunitario 7210 “Paludi calcaree con
Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae” e 7230 “Torbiere basse alcaline” in Lombardia.

Riassunto Lo studio ha analizzato le differenze in termini di composizione floristica ed ecologia tra le comunità vegetali in due habitat di interesse comunitario presenti in aree umide torbigene. Un’unica associazione (Cladietum marisci), suddivisa in due subassociazioni (typicumschoenetosum nigricantis), è stata riconosciuta nell’habitat 7210. Sette associazioni (Anacamptido palustris-Schoenetum nigricantis, Bartsio alpinae-Caricetum nigrae, Bartsio alpinae-Trichophoretum cespitosi, Primulo farinosae-Schoenetum ferruginei, Soldanello alpinae-Caricetum davallianae, Triglochino palustris-Eleocharitetum quinqueflorae e Valeriano dioicae-Caricetum davallianae) sono state individuate nell’habitat 7230. La diversità floristico-vegetazionale è collegata alla variabilità ecologica locale e a differenze biogeografiche a scala regionale. È stata infine elaborata una chiave formale per il riconoscimento delle comunità vegetali presenti in ciascun habitat.


DALLE FRATTE M., ARMIRAGLIO S., ZANZOTTERA M., CERABOLINI B.E.L.
Stato di conservazione degli habitat di interesse comunitario (direttiva 92/43/CEE) in relazione alle attività zootecniche.

Riassunto L’abbandono delle tradizionali attività alpestri avvenuta negli ultimi decenni ha portato ad una drastica diminuzione dei pascoli alpini difficilmente raggiungibili, e ad un simultaneo sovrasfruttamento dei pascoli di più facile accesso. Molte delle comunità vegetali che costituiscono i pascoli alpini sono state riconosciute come habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE), ma tuttavia la loro conservazione è fortemente minacciata dall’attuale contesto socioeconomico.  È pertanto essenziale il loro monitoraggio al fine di fornire misure gestionali che rispondano alle esigenze per il loro ottimale mantenimento. In questo studio è stata analizzata la composizione floristica delle comunità vegetali dei pascoli del Croce Domini (BS), per valutare lo stato di conservazione delle comunità vegetali riscontrate, e in particolare degli habitat di interesse comunitario, in relazione alla gestione zootecnica.


RUZZON M., ARMIRAGLIO S.
Il ruolo delle aree verdi nella regolazione delle temperature a Brescia.

Riassunto Con più della metà della popolazione mondiale che vive nelle città, appaiono sempre di maggiore importanza i servizi ecosistemici che le aree verdi nei centri urbani possono offrire per migliorare il benessere dei cittadini, in particolare la loro capacità di mitigare l’effetto “isola di calore” delle superfici urbanizzate, attraverso l’evapotraspirazione delle piante, facendo delle aree verdi “isole di raffreddamento urbano”. Nel presente articolo, a partire da una serie di immagini satellitari riportanti la temperatura a livello del suolo, si caratterizza il fenomeno dell’isola di calore urbano nel Comune di Brescia e si valuta l’efficacia di alcune aree verdi nel mitigarlo. Questi effetti si manifestano nel periodo estivo, durante l’attività vegetativa delle piante, mentre durante la stagione invernale, con il riposo vegetativo, gli effetti sono del tutto ininfluenti. L’entità della capacità di mitigazione varia al variare

dell’uso del suolo, e decresce dalle aree boscate e seminaturali, a quelle agricole e infine alle aree verdi urbane. Indipendentemente della loro superficie, queste aree di regolazione hanno un raggio di influenza che si estende anche alle aree costruite circostanti, mentre la capacità di mitigazione si riduce in genere proporzionalmente alle dimensioni dell’area stessa, ma anche all’eterogeneità delle aree che circondano quest’ultime. I risultati misurano per la prima volta l’entità del fenomeno dell’”isola di calore” nel Comune di Brescia, e sottolineano l’importanza che le aree verdi considerate hanno nel mitigare le temperature della città.


GROTTOLO M.
Indagine sulla entomofauna della Riserva Naturale “della Rocca, del Sasso e Parco lacuale”.

Riassunto La presente ricerca sintetizza un’indagine sull’entomofauna nella Riserva Naturale “della Rocca, del Sasso e del Parco lacuale” nel comune di Manerba del Garda (BS), condotta negli anni 2018 e 2019. La ricerca ha portato al censimento di 362 specie, delle quali 287 Coleoptera, 10 Odonata, 55 Lepidoptera e 10 Hemiptera. È stata quindi analizzata la presenza delle specie ripartite nei diversi ambienti caratterizzati da fattori omogenei su base vegetazionale e per ogni specie viene dato un sintetico commento. Anche se non è stato rilevato nessun taxon inserito nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE, sono state individuate alcune specie interessanti e bioindicatrici. La ricerca ha permesso di rilevare la presenza di Longitarsus australis (Mulsant & Rey, 1874) (Coleoptera: Chrysomelidae) e Mordellistena (Mordellistena) brevicauda (Boheman, 1849) (Coleoptera, Mordellidae) prime segnalazioni per la Lombardia e di altre specie nuove per la provincia di Brescia. Tutti gli Odonati e i Lepidotteri rinvenuti sono classificati come “minor preoccupazione”(LC) nella Lista Rossa delle Libellule italiane e nella Lista Rossa delle Farfalle Italiane. L’analisi corologica ha mostrato una predominanza di elementi olartici e una presenza limitata di elementi a gravitazione mediterranea. Lo stesso risultato si è avuto confrontando i corotipi dell’entomofauna con quelli della vegetazione. Al fine di dare indicazioni per una corretta gestione della riserva e per un incremento qualitativo e quantitativo dell’entomofauna del sito, che già presenta evidenti segni di disturbo antropico, viene consigliato non solo di ridurre l’asportazione del legno morto e incentivarne la caduta e il rilascio a terra, ma anche di regolamentare il passaggio dei mezzi invasivi e ridurre il danno dovuto a specie alloctone presenti nello stagno, procedendo, se non alla loro eliminazione, a un contenimento numerico.


FERRI V., SOCCINI C.
I chirotteri del torrente Garza (Lombardia, Brescia). Risultati preliminari.

RiassuntoSi presentano i risultati preliminari delle ricerche sui chirotteri presenti, per spostamento o foraggiamento, lungo il corso del Torrente Garza, che origina dalle Prealpi Bresciane e dopo aver attraversato la città di Brescia ed il territorio dei comuni di Lumezzane, Agnosine, Caino, Nave, Bovezzo, Brescia, Borgosatollo, Castenedolo, Ghedi e Calvisano, conclude il corso nell’alta pianura, con un percorso di circa 45 km. L’area nell’immediato intorno del torrente è fortemente urbanizzata, con un’importante presenza industriale rappresentata da acciaierie e cartiere, di cui alcune ormai dismesse. Il Garza rappresenta per lunghi tratti l’unica linea di permeabilità ecologica e di collegamento tra i residui elementi di naturalità di questo settore del territorio bresciano. Sono state indagate 33 stazioni distribuite in tre tratti abbastanza distinti: montano, pedemontano e di pianura. I rilevamenti con bat detector hanno permesso di contattare 10 taxa; Pipistrellus kuhlii, P. pipistrellus e Hypsugo savii sono risultate le specie più comuni; la più alta diversità è nel tratto montano, mentre è risultata interessante la frequentazione dell’area di spaglio finale, tra Ghedi e Calvisano, di Miniopterus schreibersii e Tadarida teniotis. Lo studio vuole essere un ulteriore approccio metodologico per la valutazione della qualità ecologica di questo corso d’acqua.


RESOCONTI E SEGNALAZIONI


GARGIONI A., BRICHETTI P., SOTTILE F.
Resoconto Ornitologico Bresciano 2019.

Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la Provincia di Brescia relative al 2019.


CHIARI C.
Presenza di
Selysiothemis nigra (Van der Linden, 1825)(Anisoptera: Libellulidae) in provincia di Brescia (Pianura Padana, Lombardia, Italia settentrionale).

Riassunto Nella presente nota si documenta il ritrovamento di una popolazione di Selysiothemis nigra (Odonata: Libellulidae) in ex bacini di cava in comune di Poncarale (BS). Si tratta della prima segnalazione accertata per la provincia di Brescia e per la Lombardia dove questa specie, notoriamente nomade e dotata di capacità migratoria, non era mai stata segnalata.


CHIARI C., PIGLIA A., SACCHI F., SAND M.L.
Prime osservazioni di
Trithemis annulata, Obelisco violetto (Palisot de Beauvois, 1805) (Anisoptera: Libellulidae) a Brescia.

RiassuntoAll’inizio del mese di agosto 2018, alcuni individui di Trithemis annulata, un maschio ed una femmina, venivano osservati per la prima volta in provincia di Brescia al Fishing Club Laghi Mella in comune di Poncarale, (UTM WGS84: 32T593473.5034238, 98 m). Questi ex bacini di cava vengono ora utilizzati per la pesca sportiva. In seguito, dall’inizio di settembre, una importante popolazione riproduttiva è stata individuata nello stesso luogo dove sono stati osservati centinaia di individui adulti intenti ad attività di accoppiamento, ovideposizione e difesa del territorio da conspecifici e da Orthetrum cancellatum, Orthetrum albistylum, Crocothemis erythraea, Anax imperator ed Anax parthenope. Contemporaneamente altri nuclei, composti da

piccole popolazioni o singoli individui, venivano individuati in altri sei bacini artificiali originatisi da ex cave di ghiaia e sabbia posti nell’alta e nella bassa pianura bresciana e localizzati nei comuni di: Brescia, Montirone, Bagnolo Mella, Roncadelle, Travagliato e Provaglio d’Iseo. La stazione con presenza di Trithemis annulata, posizionata più a nord nella provincia di Brescia, è stata individuata a Provaglio d’Iseo nelle “Lame” del SIC-ZPS – “Torbiere del Sebino”, ex cave di torba.


SOCCINI C., FERRI V.
Prima segnalazione di
Coronella girondica (Daudin, 1803) per il Parco Alto Garda Bresciano (Reptilia: Serpentes, Colubridae)

Riassunto Viene segnalato per la prima volta nella parte meridionale del Parco Regionale Alto Garda Bresciano e riconfermato per la provincia di Brescia il Colubro di Riccioli, Coronella girondica (Daudin, 1803), un Colubride di difficile studio per i costumi particolarmente elusivi e con una distribuzione sparsa e localizzata nell’Italia settentrionale.


TROTTI P.
Prima nidificazione di canapiglia (
Mareca strepera) in provincia di Brescia

RiassuntoBreve descrizione della prima nidificazione di Canapiglia Mareca strepera in Provincia di Brescia nella Riserva Naturale “Torbiere del Sebino”.


In ricordo di Eugenio Zanotti, Filippo Tagliaferri e Franco Giordana