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Natura Bresciana 1993 – Volume 29

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Indice degli articoli

PASQUINI C. e VERCESI P. L.
Il Retico del M. Spinale e della Pietra Grande (Madonna di Campiglio). Caratteri stratigrafico-sedimentologici e considerazioni paleogeografiche.

Riassunto – Sono stati analizzati i depositi retici affioranti nella parte nord-occidentale delle Dolomiti di Brenta, che sono stati suddivisi in 2 formazioni di nuova istituzione: la Formazione del Graffer e il Calcare degli Orti della Regina. Entrambe le formazioni presentano caratteristiche intermedie tra le coeve unità lombarde, caratterizzate da potentissime alternanze calcareo-argillose, e quelle esclusivamente carbonatiche in facies di Dolomia Principale che si svilupparono nell’area veneta. Vengono poi brevemente illustrati i principali disturbi tettonici rilevati; tra questi il più importante sembra essere costituito dalla Linea della Vedretta dei Camosci, faglia diretta impostatasi nel Lias, che ha determinato l’abbassamento del blocco occidentale. Le considerazioni di ordine paleogeografico relative al Retico hanno portato a individuare una conformazione a rampa deposizionale del bacino, determinata da una serie di faglie dirette, con una zona di basso relativo a occidente.


VERCESI P. L.
Aspetti quali-quantitativi delle risorse idriche sotterranee del Bresciano.

Riassunto – Vengono compendiati gli aspetti idrogeologici della provincia di Brescia attraverso l’analisi sintetica delle sue principali caratteristiche geologiche e idrogeomorfologiche. Il quadro geologico tratteggiato definisce i lineamenti della regione in studio nei suoi aspetti orografici, descrivendo i vari ambiti: montani, dei conoidi, vallivi, morenici e di pianura, evidenziando i tipi litologici presenti nelle varie zone che fungono da serbatoi e da mezzi trasrnissivi della risorsa idrica sotterranea. Di detti corpi vengono riportate valutazioni sui principali parametri idrogeologici al fine di caratterizzare le modalità della circolazione idrica alloro interno e di definirne il grado di vulnerabilità. La caratterizzazione generale che viene fornita compendia pertanto gli elementi salienti della zona esaminata, utilizzando peraltro valori e informazioni di carattere puntuale desunti da aree campione rappresentative, attraverso l’acquisizione di dati locali mediante specifici e dettagliati studi. Dal complesso degli elementi conoscitivi di carattere generale che sono forniti, e che rappresentano un preliminare momento fondamentale della ricerca, si evince la necessità di acquisire dati puntuali (informazioni sui circuiti idrici, sul quadro di fratturazione e fessurazione, sulla distribuzione spaziale della permeabilità e porosità delle rocce, ecc.) che costituiscono i pilastri su cui basare modelli matematici di simulazione, al fine di arrivare ad una completa ed esauriente conoscenza degli acquiferi. Di conseguenza le caratteristiche litologiche e tettoniche di un’area sono gli elementi che rendono possibile la ricostruzione idrogeologica di una determinata zona e che permettono, attraverso opportune elaborazioni quali modelli ed integrazioni (localizzazione dei punti d’acqua, dei centri di pericolo ecc.), di definire la potenzialità idrica, il quadro di vulnerabilità delle risorse, l’evoluzione dei fenomeni di eventuali inquinamenti.


BERRUTI G.
Morene tardiglaciali nelle valli di Viso, delle Messi e di Carré (Alta Val Camonica, Brescia, Lombardia).

Riassunto – Vengono localizzate le morene presenti nelle valli di Viso, delle Messi e di Cané, attribuite dall’Autore al Tardiglaciale. Una breve nota preliminare introduce i risultati del rilevamento esposti nelle carte schematiche relative alle singole zone della regione.


CACCIANIGA M., RAVAZZI C. e ZUBIANI P.
Storia del Ghiacciaio del Trobio (Alpi Orobie, Bergamo) e colonizzazione della vegetazione nelle aree liberate dopo la Piccola Età Glaciale.

Riassunto – Nella presente nota viene esaminata la storia olocenica del Ghiacciaio del Trobio (Alpi Orobie) e la morfogenesi glaciale della valle omonima. Le evidenze geomorfologiche indicano che, durante l’Oiocene, la lingua del ghiacciaio non ha mai superato i margini dell’anfiteatro deposto alla culminazione della Piccola Età Glaciale. All’interno dell’anfiteatro sono stati individuati due sistemi morenici, deposti a seguito di due modeste avanzate alla fine del XIX secolo e intorno al 1920. La vegetazione pioniera è rappresentata da formazioni pioniere delle morene silicee (Androsacion alpinae Br.-Bl. et Jenny ’26), arricchita da numerosi elementi basifili. In base ad un confronto con aree proglaciali situate alla stessa quota nelle Alpi, la dinamica vegetazionale nell’anfiteatro del Gleno appare lenta. Probabilmente ciò dipende dall’abbassamento dei piani altitudinali nelle Alpi Orobie e dall’esposizione sfavorevole dell’area in studio.


ASSI I., COMOLLI R. e PREVITALI F.
Prime osservazioni sui suoli della Val Grosina (Sondrio).

Riassunto – Vengono presentati i primi risultati della campagna di rilevamento pedologico in Val Grosina. L’area di studio (bacino del T. Roasco) viene descritta nei suoi essenziali aspetti geolitologici e geomorfologici, climatici, vegetazionali e antropici. Sono illustrate le tipologie di suoli più rappresentative rinvenute nel territorio (Leptosols, Cambisols, Podzols), con descrizione delle dinamiche pedologiche e del chimismo che le caratterizza. Vengono inoltre forniti alcuni cenni sulla distribuzione dei suoli in relazione ai fattori della pedogenesi (substrato, morfologia, clima, vegetazione, attività antropiche).


PAPETTI C., CHIARI M. e MEDARDI G. F.
Contribuzione alla conoscenza della flora micologica bresciana. Nuovi reperti – XI.

Riassunto – In questa XI contribuzione gli Autori segnalano circa 90 specie nuove per il territorio bresciano, provenienti da raccolte effettuate da vari soci del Circolo Micologico «Giovanni Carini». Le stesse costituiscono parte di un nuovo congruo apporto di exsiccata depositati presso l’Erbario Micologico Bresciano (E.M.B.), ubicato nel locale Museo Civico di Scienze Naturali.


SOLDANO A.
Sulla corretta datazione e la priorità di taxa apparsi in opere di Desfontaines e Gussone.

Riassunto – L’Autore prende in considerazione due contributi di René Louiche Desfontaines ed uno di Giovanni Gussone. Il primo lavoro del botanico francese, Décade de plantes nouvelles dont les grains ont été apportées des c6tes de Barbarie (1792), ove sono anticipate, rispetto alla notissima Flora Atlantica (1798-1799) dello stesso Autore, alcuni taxa, è stato fino ad oggi completamente ignorato; l’altro, il noto Tableau de /’éco/e de botanique du Muséum d’histoire nature/le (1804), riporta alcuni binomi prioritari che non sono stati recepiti dalla letteratura. Ne scaturisce una nuova combinazione: Euphorbia virgata Desf. ssp. regis-jubae (Webb et Berth.) Soldano. L’opera di Gussone, Florae Siculae Prodromus, è esaminata dal punto di vista di una più corretta datazione, che per più entità comprese nel secondo volume veniva indicata con notevole incertezza (1828-1832). La consultazione della corrispondenza del botanico campano con Giorgio Jan e Giovan Battista Balbis ha consentito di circoscrivere decisamente meglio l’epoca di pubblicazione dei diversi blocchi che hanno composto il secondo volume del Prodromus.


GRUPPO BRESCIANO DI RICERCA FLORISTICA

Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano: 117-153.


TAGLIAFERRI F.

Segnalazioni floristiche per la Val di Scalve: 11-16.


CARTASEGNA N. e FENAROLI F.

Note floristiche per l’Italia settentrionale.


MONGUZZI R.
Nuovi dati per la conoscenza del genere Lessinodytes Vigna Taglianti, 1982 (Coleoptera Carabidae Trechinae).

Riassunto – Vengono segnalati e discussi criticamente due nuovi reperti del genere Lessinodytes provenienti dai Monti Lessini Veronesi, tra cui la femmina inedita di L. pivai, descritta in comparazione con l’olotipo maschio.


GROTTOLO M. e MARTINELLI A.
Note complementari su Orotrechus schwienbacheri Grottolo e Martinelli, 1991 (Coleptera Carabidae Trechinae) del massiccio del Monte Cavallo (Prealpi Verrete).

Riassunto – Viene completata la descrizione di Orotrechus schwienbacheri Grottolo e Martinelli, specie cavernicola del Massiccio di rifugio del Monte Cavallo. La recente scoperta di questo taxon assume un particolare significato in quanto simpatrico di ben altre tre specie di Orotrechus cavernicoli specializzati.


SCIAKY R.
Sinosteropus new subgenus and three new species of Pterostichus from China (Coleoptera Carabidae).

Riassunto – Sinosteropus nuovo sottogenere e tre nuove specie di Pterostichus della Cina (Coleoptera Carabidae). Viene qui descritto Sinosteropus, nuovo sottogenere di Pterostichus della Cina. Questo sottogenere comprende P. scuticollis e P. sinensis, finora attribuiti a Steropus, e tre specie nuove, qui descritte e raffigurate (P. rotundus e P. liliputanus del Sichuan e P. cathaicus del Shaanxi). Il suo areale distributivo complessivo è limitato alle regioni dello Yunnan, del Sichuan e del Shaanxi.


TOLEDO M.
Segnalazione di Hydroporus jurjurensis Regimbart (Coleoptera Dytiscidae) nuovo per l’Italia continentale raccolto sui Monti della Laga (Appennino centro-meridionale).

Riassunto – Hydroporus jurjurensis Reg. è stato raccolto per la prima volta in Italia continentale, in un torrente sui Monti della Laga (Ascoli Piceno). Viene illustrato l’edeago e vengono discusse brevemente le specie di Hydroporus appartenenti al gruppo longulus in Italia.


TOLEDO M.
A new species of Hydronebrius Jakovlev, 1897 from China (Coleoptera Dytiscidae).

Riassunto – Una nuova specie di Hydronebrius Jakovlev, 1897 della Cina (Coleoptera Dytiscidae). Viene descritta Hydronebrius amplicollis n. sp. su un unico esemplare maschio della Cina (Sichuan). La specie rappresenta inoltre il primo dato di Hydronebrius per la Cina. Essa viene comparata brevemente con H. mattheyi Brancucci 1980 alla quale risulterebbe affine. Viene inoltre fornita una lista delle specie finora conosciute di questo genere.


BALLERIO A.
Sulla distribuzione di Thorectes hoppei in Italia (Coleoptera Scarabaeoidea Geotrupidae).

Riassunto – Viene revisionata la distribuzione di Thorectes hoppei (Sturm e Hagenbach) (Coleoptera Scarabaeoidea Geotrupidae) in Italia: la specie ha un areale più ampio di quanto ritenuto in precedenza, trovandosi in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Alto Adige (prima segnalazione), Trentino e Lombardia orientale (prov. di Brescia), per un totale di 32 località accertate. Viene inoltre succintamente rivista la distribuzione extraitaliana e vengono messe in dubbio le citazioni per Tirolo, Ungheria e Bosnia. Concludono il lavoro alcune brevi osservazioni sull’eco-etologia della specie.


BRICHETTI P.
Situazione dell’avifauna della provincia di Brescia (Lombardia). Aggiornamento 1993.

Riassunto – Viene presentata e commentata la situazione dell’avifauna bresciana aggiornata al 1993. Le specie ritenute valide sono 346, appartenenti a 20 ordini e 64 famiglie. Le specie escluse sono 13. La fenologia di tutte le specie viene presentata sotto forma di Check-list. Per le specie nidificanti vengono forniti dati su: consistenza e trend delle popolazioni, distribuzione provinciale, altitudinale e ambientale, «valore» e corologia. Le specie nidificanti, comprese quelle irregolari, possibili o probabili, sono 171; quelle svernanti 158. I migratori regolari esclusivi sono 49, gli accidentali 61.


CORSETTI G.
Primi dati sulla presenza in Brescia di Cornacchia grigia Corvus corone cornix.

Riassunto – In due aree della città di Brescia si è accertata la presenza non occasionale di Cornacchie grigie. Queste aree sono localizzate a nord ed a ovest (dove è stata rilevata la presenza di un nido) del centro storico della città. La presenza delle Cornacchie è simile nelle due aree di studio e varia in funzione della stagione e della presenza umana. L’Autore discute il vantaggio adattativo di tale colonizzazione, anche se il limite imposto dall’esiguo numero di soggetti per ora presenti impone cautela nell’interpretazione dei dati.


GROPPALI R.
Corvi, Corvusjrugilegus L., svernanti nella Valpadana centrale e conservazione del paesaggio agrario tradizionale.

Riassunto – Nel corso di tre inverni (1990-91, 1991-92 e 1992-93) sono stati osservati, lungo differenti percorsi stradali della Valpadana centrale, 10370 Corvi. Per ogni individuo sono stati rilevati tipo di coltivazione sulla quale era posato, ampiezza del campo e presenza di filari/siepi. In anni singoli sono stati esaminati altri fattori (distanza da abitazioni, dalla strada e dai filari o loro uso come posatoio).Lungo un percorso di circa 70 km (Cremona-Pavia) è stata inoltre rilevata la posizione cartografica dei Corvi osservati. Dai dati raccolti si può dedurre che questa specie può svernare soltanto in aree con sufficiente varietà colturale e paesaggio agrario tradizionale, e che modificazioni gestionali possono eliminarne la presenza.


MAZZOTTI S. e MAZZOTTI F.
Osservazioni sull’avifauna in un ciclo annuo nella Riserva Naturale Torbiere del Sebino (Brescia).

Riassunto – Con questo lavoro si descrivono le specie ornitiche che sono state osservate nel 1991 nella Riserva Naturale Torbiere del Sebino. Le osservazioni sono avvenute settimanalmente per un ammontare di oltre 400 ore. Sono stati raccolti dati quantitativi solo per le specie più interessanti, mentre per le rimanenti ne è stata rilevata la sola presenza. I dati raccolti sono stati comparati con quelli degli ultimi 20 anni circa. Lo studio ha evidenziato un incremento della maggior parte delle specie paludicole sia sotto un profilo qualitativo che quantitativo; ha favorito tale incremento l’istituzione della Riserva Naturale.


BUSETTO M. e GARGIONI A.
Reseconto ornitologico bresciano 1992.

Riassunto – Prosegue nel 1992 la raccolta delle segnalazioni ornitologiche più interessanti per la provincia di Brescia. Sono esclusi i dati già pubblicati su riviste specialistiche. Le specie segnalate sono 26.


SEGNALAZIONI


MAZZOTTI S. e MAZZOTTI F.

Riconferma per la Riserva Naturale Torbiere del Sebino della nidificazione di interessanti specie e presunta nidificazione di Schiribilla (Porzana Parva).


MAZZOTTI S. e MAZZOTTI F.

Prima nidificazione accertatadi Nitticora Nycticorax nycticorax nella Riserva Naturale «Torbiere del Sebino» (Brescia).


PIOTTI G. e RITTER M.

Prima nidificazione di Rondine rossiccia Hirundo daurica in Provincia di Brescia.


BALLERIO G.

Accertata nidificazione di Codirosso spazzacamino Phoenicusrus ochruros nella città di Brescia.


PEDRALI A.

Seconda catturaper il bresciano e quarta per l’Italia di Tordo siberiano Zoothera sibirica sibirica.


VEZZOLI D.

Presenza regolare del forapaglie macchiettato Locustella naevia durante la migrazione primaverile in Franciacorta (Brescia).