Indice degli articoli
ARIETTI N. – CRESCINI A.
Gli endemismi della flora insubrica. La Primula longobarda Porta e sua posizione tassonomica nel quadro della subsect. arthritica Schott.
Riassunto – Le Primula della subsect. Arthritica Schott costituiscono un gruppo critico le cui specie sono legate da chiare affinità genetiche, oltre che da comuni esigenze edaficoecologiche.
Il polimorfismo particolarmente accentuato nelle P. glaucescens Moretti e P. spectabilis Tratt., insieme alla circostanza che alcuni particolari morfologici hanno indotto ad assegnare alla P. longobarda Porta una posizione intermedia fra le precedenti, sono stati causa di giudizi contrastanti sul valore tassonomico attribuito dal suo nomenclatore a quest’ultima, fino a ridurla al rango di semplice forma priva di interesse sistematico.
Rielaborati gli areali delle entità componenti il gruppo sulla base dei dati offerti dalla letteratura botanica e dalle exsiccata conservate in diverse sedi, furono presi in esame i popolamenti della P. longobarda sia nel locus classicus che altrove, confrontando i rapporti biometrici, le preferenze d’ordine ambientale e la distribuzione rispetto alle congeneri.
La somma degli elementi raccolti poggia in favore di una specifica autonomia della P. longobarda, dalla quale per probabile intervento di fattori mutageni potrebbe essere derivata la P. glaucescens.
PINNA G.
I Crostacei triassici dell’alta Valvestino (Brescia).
Riassunto – Vengono effettuate alcune osservazioni sui crostacei norici rinvenuti in località Rest nell’alta Valvestino (Brescia) appartenenti alle specie Antrimpos noricus, Palaeodusa longipes, Archaeopalinurus levis e Microcaris minuta.
MUNARI L. – VIENNA P.
BERRUTI G.
Il Catasto dei laghi bresciani.
Riassunto – Dopo alcune note introduttive di carattere generale e metodologico, viene presentato un primo elenco di laghi per la formazione di un «Catasto dei Laghi Bresciani», censiti nel 1976 nell’alto bacino del Fiume Oglio ed in quello dei Fiume Caffaro.
Riassunto – Nella presente nota vengono descritte dieci grotte situate nel territorio bresciano (Lombardia), costituenti nuove stazioni per il genere Boldoria Jeannel, e viene ridescritta Boldoria vestae (Ghidini) come subspecie di B. breviclavata (Muller). Viene quindi redatto un nuovo catalogo riassuntivo di tutte le stazioni note per il subgenere Boldoria ed una nuova carta di distribuzione.
BIAGI P.
Stazione mesolitica a Provaglio d’Iseo. In: Ricerche nelle Torbiere d’Iseo (Brescia). IV.
Riassunto – Sulla base della letteratura si esamina la distribuzione nota di H.c. gobanzi (Frauenfeld) il cui areale sembra possa delimitarsi in due zone della provincia bresciana: quella del bacino idrografico della Val Vestino-Val Toscolana e il gruppo di vallette a monte di Nave e Caino. L’esame di oltre cento popolazioni di H.c. gobanzi, H.c. boccavallensis (K.L. Pfeiffer), H.c. colubrina (De Crist. & Jan), permette di tracciare un profilo delle caratteristiche peculiari della scultura del nicchio, criterio morfologico finora scelto tra l’altro per l’identificazione delle tre entità faunistiche. Si propone l’inserimento delle varie modalità di «costulazione», più o meno evidenti, in quattro gruppi essenziali 4, 3, 2, l ove il valore più alto viene attribuito alla modalità «costulazione» più saliente, quella eioè tipica e nota per H.c. gobanzi; il valore più basso viene riservato per H.c. colubrina ave il carattere «costulazione» è praticamente assente e sostituito da un disegno marmorizzato macchiettato.
Le diverse popolazioni mostrano una scala di modalità variabili connesse al tipo di costulazione della parte supericre e inferiore del nicchio; si può così identificare nella Val Vestino-Val Toscolana l’areale di ognuno di essi e notare che dall’interno del territorio ove è pressoché esclusivo il carattere sup. 4 inf. 4 si arriva attraverso forme di passaggio < >, mostranti una diminuzione dei valori e quindi del carattere esaminato, a una costulazione quasi assente di tipo sup. 1 inf. 1 diffusa ai confini e all’esterno del territorio stesso.
BIANCHI I. – GIROD A. – MARIANI M.
Ritrovamento di Dreissena polymorpha Pallas nel lago di Valvestino (Brescia).
BIAGI P.
Strumento litico del Paleolitico Superiore dalla caverna Bus del Lader (97 LO).
COSTANTINI G.P.
Gli Scorpioni e Pseudoscorpioni della provincia di Brescia. Note di Aracnologia. II.
Riassunto – Viene riportato in questa nota il catalogo aggiornato degli Scorpioni e Pseudoscorpioni della provincia di Brescia, aggiungendo a quanto già pubblicato finora, i dati corologici emersi da recenti ricerche.
PICCOLI A.
Una nuova «tavoletta enigmatica» da Castellaro Lagusello (Mantova). Considerazioni sulle simbologie.
Riassunto – L’A., dopo aver descritto un nuovo esemplare di «tavoletta enigmatica», rinvenuto a Castellaro Legusello (Mantova), analizza la simbologia, definendone la distribuzione geografica per tutti i reperti finora noti, provenienti dalle aree padana e danubiana.
D’AVERSA A.
Su un nuovo reperto di Ofiure ai Prati di Resi, nell’alta Valvestino (Brescia).
Riassunto – Nel presente lavoro l’A. descrive alcuni esemplari di Ofiuroidi, presenti nelle collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Brescia, raccolti nel Norico-Retico dei prati di Rest (Magasa, alta Valvestino). La cattiva conservazione dei reperti non permette comunque r.na precisa diagnosi per l’assegnazione tassonomica dell’entità.
BRICHETTI P.
L’avifauna nidificante nell’alta valle dell’Oglio (Ponte di Legno, Brescia). In: Ricerche nell’alta Valle Camonica.
Riassunto – L’Autore descrive le specie, sia stazionarie che estive, riscontrate nidificanti nel territorio del comune di Ponte di Legno (Brescia), mt. 1260. Di ogni singola specie fornisce notizie circa la loro attuale distribuzione, consistenza numerica e dislocazione altimetrica. Per concludere elenca alcune specie che, presumibilmente, si riproducono nella zona, ma delle quali non ha rinvenuto prove o reperti certi
PERINI M. – SALZANI L.
ARIETTI N.
Exsiccata di rare orofite piemontesi fra le raccolte del Museo di Storia Naturale di Brescia.
Riassunto – Fra le collezioni botaniche del Museo Civico di Storia Naturale di Brescia figura un interessante manipolo di orofite in maggioranza rare o endemiche, raccolte dall’abate Antonio Carestia nella Valsesia e in alcune località della valle d’Aosta. Benché il materiale sia estraneo alla flora bresciana, si è ritenuto opportuno revisionarlo e pubblicarne l’elenco, aggiornato nella nomenclatura e nella tassonomia: ciò quale contributo alla conoscenza della cronologia dei reperti, e a quella dell’attività di ricercatore svolta dal botanico piemontese.