Dopo un percorso condiviso che ha portato un anno fa alla costituzione dell’Associazione Fondiaria “Monte Maddalena”, finalizzata alla gestione forestale responsabile dei boschi del territorio Comunale di Brescia, oggi l’ASFO presenta il suo programma di interventi. Da tempo il Comune di Brescia ha promosso un’azione di contrasto all’abbandono dei boschi della montagna che sovrasta la città, attraverso un progetto specifico di gestione forestale responsabile basata sulla costruzione di un modello di Governance associata. L’azione è inscritta all’interno del perimetro di Un Filo Naturale, la Strategia di Transizione Climatica del Comune di Brescia supportata da Fondazione Cariplo, cofinanziata anche da Regione Lombardia.
Gli effetti della crisi climatica sono evidenti anche sui boschi delle colline attorno alla città: considerando gli eventi meteorologici eccezionali sempre più frequenti e l’incremento dei periodi di prolungata siccità, sono aumentati i rischi dovuti al dissesto idrogeologico e agli incendi boschivi. Questi problemi sono inoltre aggravati dall’abbandono dei boschi: poiché le attività selvicolturali non sono più redditizie, proprietari pubblici e privati faticano ad attuare interventi di manutenzione. Se correttamente gestiti però, i boschi periurbani possono avere una funzione protettiva rispetto alle aree urbanizzate, garantendo la protezione dei versanti e contribuendo a mitigare le conseguenze delle calamità naturali.
Le risorse rese disponibili da Un Filo Naturale hanno permesso di creare l’Associazione Fondiaria finalizzata alla gestione forestale associata tra proprietari pubblici e privati, per pianificare e attuare interventi di miglioramento dei boschi e per convertire i boschi presenti in foreste d’alto fusto, prossime alla vegetazione potenziale del luogo e maggiormente adatte all’evoluzione climatica in atto, secondo gli indirizzi tecnici del Parco delle Colline.
All’Associazione Fondiaria hanno aderito tre soggetti pubblici, per una superficie di 139 ettari, e tre soggetti privati, per una superficie di 114 ettari, per un totale di 253 ettari. L’ASFO si è poi costituita ente giuridico, ed è stata la prima in Italia fra le associazioni di pari entità a farlo, anche grazie al contributo di 30mila euro donati dalla Banca Valsabbina. Si è inoltre dotata di una segreteria operativa allocata negli uffici di Confagricoltura Brescia. All’interno dell’Associazione è stato nominato un consiglio direttivo con Gianluigi Vimercati come presidente, Alberto Pedrazzani vicepresidente, Eugenio Segnali segretario, e Alessandro Santini.
L’Associazione è aperta e disponibile ad accogliere nuovi soci privati, e anche nuovi fondi, per allargare il più possibile il perimetro entro il quale lavorare per una gestione sempre più ottimale del monte cittadino.
Durante il 2024 è stato predisposto il Piano di Gestione dell’ASFO per programmare gli interventi forestali secondo un ordine di priorità, che l’Assemblea ha approvato. Il Piano è uno strumento gestionale che, a partire dall’acquisizione degli elementi conoscitivi del territorio oggetto di intervento, definisce gli obiettivi, gli strumenti e le scelte gestionali da applicare per individuare le migliori soluzioni tecniche ed economiche in termini di produzione agricola e forestale nonché di perseguimento di scopi sociali. La gestione delle aree interessate dovrà consentire:
- la sostenibilità economica degli interventi;
- la valorizzazione del patrimonio dei rispettivi proprietari;
- il rispetto delle esigenze di tutela ambientale e paesaggistica;
- l’applicazione delle misure di lotta obbligatoria degli organismi nocivi e vegetali;
- la prevenzione dei rischi idrogeologici e di incendio.
Il Piano ha definito le priorità degli interventi sia nei confronti dei soci (valorizzando la conservazione del patrimonio), sia nei confronti dei soggetti terzi che potranno usufruire del monte (quindi viabilità, percorsi di transito e aree attrezzate). Le azioni che ASFO metterà in campo nella gestione prevedono attività di prevenzione degli incendi, lotta alle avversità, miglioramento della stabilità dei soprassuoli, della difesa idrogeologica, mantenimento delle rilevanze ecologiche, miglioramento della resistenza dei soprassuoli in risposta ai cambiamenti climatici, miglioramento dell’accessibilità e della produttività forestale.