ATLANTE DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI IN PROVINCIA DI BRESCIA (Lombardia) 2017-2024
PAGINA IN ALLESTIMENTO
Indice degli articoli
Laura CASTELLETTI
Presentazione – pagina 3
Mario GROTTOLO
Prefazione – pagina 4
Paolo SCHIROLLI, Federica BARILARO, Andrea DI CAPUA, Gianluca NORINI, Davide TANTARDINI
Lineamenti geologici della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 7
Stefano ANDREOLI, Mario FERRARI, Franco FENAROLI, Elia LIPRERI, Stefano ARMIRAGLIO
Flora della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 17
Stefano ARMIRAGLIO, Elia LIPRERI, Stefano ANDREOLI, Mario FERRARI
Lineamenti della vegetazione della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 39
Martino SALVIETTI, Paride DIOLI
Gli emitteri eterotteri della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 61
Mario GROTTOLO
La coleotterofauna della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 69
Mario GROTTOLO
Lepidotteri della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) della collezione F. Rapuzzi – pagina 145
Paolo PANTINI, Francesca GILIANI, Mario GROTTOLO
Contributo alla conoscenza dei ragni (arachnida, araneae) della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 157
Gianbattista NARDI, Antonio BRACCIA
Censimento dei molluschi (gastropoda, Bivalvia) della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 171
Rolando BENNATI
Gli anfibi e i rettili della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 203
Gabriele ROMANENGHI, Rocco LEO
Mammiferi e uccelli della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 213
Emanuele FORLANI, Stefania CAPELLI
Studio dei micromammiferi della Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) tramite analisi tricologica – pagina 219
Elia LIPRERI, Lorenzo LOMBARDI, Paolo NASTASIO, Graziano ROSSI, Stefano ARMIRAGLIO
Duecento anni di uso del suolo nella Valle del Carobbio (Lombardia, Brescia) – pagina 225
Indice dei capitoli
Ringraziamenti – pagina 7
Collaboratori – pagina 9
Elenco dei collaboratori che hanno fornito dati utili – pagina 9
Riassunto / Summary – pagina 11
1. Introduzione – pagina 12
1.1. Metodologia – pagina 15
1.2. Risultati generali – pagina 15
1.3. Corologia delle specie svernanti – pagina 16
1.4. Strategie distributive a confronto – pagina 18
2. Caratteristiche ambientali del territorio – pagina 19
2.1. Stato dell’ambiente e sue variazioni – pagina 25
2.2. Cambiamenti del clima sopravvenuti nel periodo di svernamento (dicembre-gennaio) – pagina 27
2.3. Cambiamenti negli habitat di svernamento – pagina 27
2.4. Cambiamento della pressione venatoria – pagina 29
2.5. Incremento delle attività ricreative all’aperto – pagina 31
3. Guida alla lettura delle schede delle specie – pagina 31
4. Schede delle specie in ordine sistematico e relativa cartografia – pagina 31
5. Appendici – pagina 32
5.1. Specie rilevate durante l’inchiesta ma escluse dall’avifauna provinciale – pagina 230
5.2. Specie segnalate nel periodo invernale ma non rilevate durante l’inchiesta – pagina 238
5.3. Risultati dei censimenti IWC nel periodo 2103-2019 – pagina 240
6. Bibliografia generale – pagina 241
6.1. Sitografia – pagina 249
6.2. Indice analitico dei nomi italiani delle specie – pagina 250
6.3. Indice analitico dei nomi scientifici delle specie – pagina 252
7. Portfolio – pagina 254
Indice dei capitoli
Ringraziamenti – pagina 6
Parole chiave – Riassunto / Key words – Abstract – pagina 7
Capitolo 1. Angelo Ferretti Torricelli chi era? – pagina 7
Capitolo 2. Profilo biografico – pagina 7
Capitolo 3. Ricordi e testimonianze – pagina 9
Capitolo 4. L’Erbario di Angelo Ferretti Torricelli – pagina 15
Capitolo 5. Consultazione – pagina 17
Capitolo 6. Elenco alfabetico dei reperti di Angelo Ferretti Torricelli (Filippo Tagliaferri, Franco Fenaroli, Mario Ferrari ed Enzo Bona) – pagina 47
Capitolo 7. Le collezioni “minori” di Angelo Ferretti Torricelli – pagina 107
Bibliografia – pagina 111
Indice dei capitoli
Presentazione – pagina 7
Parole chiave – Riassunto / Key words – Summary – pagina 9
PARTE PRIMA – Inquadramento geologico della Provincia di Brescia
1.1 L’assetto geologico generale – pagina 12
1.2 L’assetto strutturale – pagina 14
1.3 La successione stratigrafica – pagina 15
1.4 Il territorio bresciano nel quadro della dinamica globale – pagina 18
1.5 Le zone geologico-strutturali – pagina 22
PARTE SECONDA – Unità stratigrafiche e stratotipi: concetti basilari della stratigrafia
2.1. Cosa studia la stratigrafia – pagina 28
2.2. Le unità fondamentali della classificazione stratigrafica – pagina 29
2.3. Le unità stratigrafiche di riferimento globale – pagina 30
2.4. Formazioni e Biozone – pagina 30
2.5. Il formalismo della stratigrafia – pagina 32
2.6. Stratotipi e località-tipo – pagina 33
2.7 Il processo di accreditamento di un GSSP – pagina 34
2.8. I “chiodi d’oro” (GSSP ratificati fino al 2010) – pagina 35
2.9. Annotazioni storiche sul Piano Ladinico: pròdromi di uno stratotipo – pagina 35
PARTE TERZA – Il geosito di Romanterra
3.1. La geologia di Bagolino – pagina 43
3.2. Romanterra: sito di riferimento globale per la scala temporale geologica – pagina 52
Ringraziamenti – pagina 68
Bibliografia – pagina 69
Indice dei capitoli
Presentazioni – pagina 8
Parole chiave – Riassunto / Key words – Abstract – pagina 11
Capitolo 1. Premessa – pagina 12
Capitolo 2. Il personaggio, l’uomo – pagina 14
Capitolo 3. Il geologo – pagina 19
Capitolo 4. L’insegnante – pagina 28
Capitolo 5. L’attività scientifica e le pubblicazioni – pagina 29
Capitolo 6. I manoscritti inediti: vacchette e taccuini di campagna – pagina 40
Capitolo 7. Appunti di studio e corrispondenti – pagina 42
Capitolo 8. La sua opera fondamentale: il «profilo geognostico» del pendio meridionaledelle Alpi lombarde e la raccolta petrografica che lo accompagna – pagina 51
Capitolo 9. La fruizione pubblica delle sue raccolte – pagina 63
Capitolo 10. La questione sull’uomo «pliocenico» di Castenedolo – pagina 65
Capitolo 11. La partecipazione alle “Esposizioni” nazionali e internazionali – pagina 70
Capitolo 12. L’imprenditore minerario – pagina 73
Capitolo 13. L’interesse per la siderurgia – pagina 85
Capitolo 14. Ringraziamenti – pagina 87
APPENDICI
1. Appendice Bibliografica – pagina 89
2. Appendice I: Sintesi degli argomenti trattati nei libretti – pagina 91
3. Appendice II: Escursioni con geologi italiani e stranieri e con amici – pagina 107
Indice dei capitoli
Capitolo 1. Ringraziamenti – pagina 8
Capitolo 2. Introduzione – pagina 9
Capitolo 3. Le “lame” bresciane, la bonifica e le zone umide relitte – pagina 9
Capitolo 4. Importanza biologica e scientifica delle zone umide – pagina 11
Capitolo 5. Il territorio e i caratteri della ricerca – pagina 13
LE SCHEDE
1. Criteri adottati per la schedatura dei biotopi – pagina 39
2. Bibliografia – pagina 41
ZONE UMIDE
1. Zone umide dell’anfiteatro morenico del Lago d’Iseo – pagina 47
2. Zone umide dell’anfiteatro morenico del Lago di Garda – pagina 79
3. Zone umide della pianura bresciana – pagina 157
4. Repertorio fotografico delle zone umide – pagina 243
5. Carta di distribuzione delle zone umide censite – pagina 288
Indice dei capitoli
Capitolo 1. Presentazione – pagina 7
Capitolo 2. Nino Arietti nel ricordo dell’amico e allievo Arturo Crescini – pagina 9
Capitolo 3. Ringraziamenti – pagina 10
Capitolo 4. Riassunto – pagina 11
Capitolo 5. L’erbario Arietti: note introduttive – pagina 12
Capitolo 6. Catalogo di revisione – pagina 24
Capitolo 7. Elenco alfabetico delle entità presenti nell’erbario con rimando al Catalogo di revisione – pagina 208
Bibliografia – pagina 252
Indice dei capitoli
1. INTRODUZIONE
1.1. Il massiccio dell’Adamello – pagina 6
1.2. La morfologia del territorio – pagina 8
2. LE ROCCE DELL’ADAMELLO
2.1. Rocce magmatiche – pagina 10
2.2. La Tonalite: una roccia scoperta nell’Adamello – pagina 12
2.3. I filoni – pagina 14
2.4. Come determinare l’età delle rocce magmatiche – pagina 16
2.5. Rocce del margine dell’intrusione – pagina 18
2.6. Sedimenti, fossili e loro età – pagina 20
2.7. Utilizzo delle rocce: “graniti” e “marmi” – pagina 22
2.8. L’età delle rocce dell’Adamello – pagina 24
3. MAGMATISMO
3.1. Evoluzione pre-magmatica – pagina 26
3.2. I magmi: origine, risalita e messa in posto – pagina 28
3.3. Effetti meccanici della messa in posto dei magmi – pagina 30
4. METAMORFISMO
4.1. Effetti termici dei magmi – pagina 32
5. I MINERALI DELL’ADAMELLO
5.1. Minerali magmatici e di contatto – pagina 34
6. LA FORMAZIONE DEL PAESAGGIO
6.1. Sollevamento ed erosione – pagina 36
7. RICERCA ED ESPLORAZIONE
7.1. L’esplorazione geologica – pagina 38
7.2. L’esplorazione topografica e la conquista delle cime – pagina 46
Indice dei capitoli
Capitolo 1. Introduzione – pagina 11
Capitolo 2. Aggiornamenti sulla sistematica dei molluschi(Gastropoda, Prosobranchia, Hydrobiidae) presenti nel territorio bresciano – pagina 12″
Capitolo 3. Metodi applicati – pagina 13
Capitolo 4. Descrizione delle stazioni e della loro fauna – pagina 23
Capitolo 5. Breve cenno storico-bibliografico sulle “risorgive” con particolare riguardo alla malacofauna – pagina 183″
Capitolo 6. Commento alle carte di distribuzione e appunti di habitat ed ecologiasulla malacofauna presente nelle “acque sotterranee” e nelle scaturigini del territorio bresciano – pagina 188″
Capitolo 7. Carte distributive – pagina 189
Capitolo 8. Frequenza e distribuzione delle specie censite – pagina 197
Capitolo 9. Conclusioni – pagina 199
Capitolo 10. Regione Lombardia – carta del sistema delle aree protette regionali – pagina 200
Capitolo 11. Dati riguardanti complessivamente le stazioni bergamasche e bresciane – pagina 202
Appendice 1 – pagina 204
Appendice 2 – pagina 209
Bibliografia citata – pagina 211
Bibliografia consultata – pagina 215
TABELLE
1. Dati geografici – pagina 219
2. Dati chimico-fisici dell’acqua delle stazioni – pagina 226
3. Distribuzione dei Molluschi Hydrobiidae nel bresciano – pagina 233
4. Malacofauna delle Risorgive e “Fontanili” – pagina 238
5. Distribuzione dei Crostacei associati alle stazioni dei Molluschi Hydrobiidae – pagina 239
List of contributors – pagina 7
Preface – pagina 11
OPENING SPEECHES
P. Corsini – Mayor of Brescia – pagina 12
M. Vanossi – Director of he Earth Science Department, Pavia University – pagina 13
1. EUROPE
Capitolo 1.
Peter A. ZIEGLER and Gerard M. STAMPFLI
Late Palaeozoic – Early Mesozoic plate boundary reorganization: collapse of the Variscan orogen and opening of Neotethys – pagina 17
1.1 ITALY
Capitolo 1.
Dario SCIUNNACH
Early Permian palaeofaults at the western boundary of the CoUio Basin (Valsassina, Lombardy) – pagina 37
Capitolo 2.
Umberto NICOSIA, Ausonio RONCHI and Giuseppe SANTI
Tetrapod footprints from the Lower Permian of western Orobic Basin (N. Italy) – pagina 45
Capitolo 3.
Franco FORCELLA, Dario SCIUNNACH and Gian Bartolomeo SILETTO
The Lower Permian in the orobic anticlines (Lombardy Southern Alps): criteria for field mapping towards a stratigraphic revision of the Collio Formation – pagina 51
Capitolo 4.
Franco FORCELLA and Gian Bartolomeo SILETTO
Structure and stratigraphy of the Permo-Carboniferous cover and Variscan metamorphic basement in the northern Serio Valley (Orobic Alps,Southern Alps, Italy): recognition of Permian faults – pagina 59
Capitolo 5.
Paolo SCHIROLLI
Geological setting of the Brescian Alps. with particular reference to the Permian outcrops: an overview – pagina 65
Capitolo 6.
Christoph BREITKREUZ, Giuseppe CASSINIS, Claudio CECCHIA, Luciano CORTESOGNO and Laura GAGGERO
Volcanism and associated sub-lacustrine crystal-rich mass-flow deposits in the Early Permian Collio Basin (Italian Alps) – pagina 73
Capitolo 7.
Umberto NICOSIA, Eva SACCHI and Marco SPEZZAMONTE
New palaeontological data for the Val Gardena Sandstone – pagina 83
Capitolo 8.
Marco AVANZINI, Paola CEOLONI, Maria Alessandra CONTI, Giuseppe LEONARDI, Riccardo MANNI, Nino MARIOTTI, Paolo MIETTO, Cristina MURARO, Umberto NICOSIA, Eva SACCHI, Giuseppe SANTI and Marco SPEZZAMONTE
Permian and Triassic tetrapod ichnofaunal units of Northern Italy: their potential contribution to continental biochronology – pagina 89
Capitolo 9.
Paola PITTAU
Correlation of the Upper Permian sporomorphcomplexes of the Southern Italian Alps with theTatarian complexes of the stratotype region – pagina 109
Capitolo 10.
Henk VISSCHER, Hans KERP, Jopie A. CLEMENT-WESTERHOF and Cindy V. LOOY
Permian floras of the Southern Alps – pagina 117
Capitolo 11.
Claudio BERETTA and Sergio RADRIZZANI
The Bellerophon-Werfen boundary in the western Dolomites (Italy). Petrographical studies and a new interpretation – pagina 125
Capitolo 12.
Luca BENCIOLINI, M. Eliana POLI, Dario VISONÀ and Adriano ZANFERRARI
The FunesNillnoss Basin: an example of Early Permian tectonics, magmatism and sedimentation in the eastern Southern Alps (NE Italy) – pagina 133
Capitolo 13.
Ausonio RONCHI
Upper Paleozoic and Triassic continental deposits of Sardinia: a stratigraphic synthesis – pagina 139
Capitolo 14.
Daniela FONTANA, Claudio NERI, Ausonio RONCHI and Cristina STEFANI
Stratigraphic architecture and composition of the Permian and Triassic siliciclastic succession of Nurra (northwestem Sardinia) – pagina 149
Capitolo 15.
Mario ALDINUCCI, Fabio SANDRELLI, Enrico PANDELI and Anna GANDIN
A Permian marine sedimentary record in the Farma Valley (Monticiano-Roccastrada ridge, southern Tuscany) – pagina 163
1.2 OTHER REGIONS
Capitolo 1.
Esther LASHERAS ADOT, Marceliano LAGO SAN JOSÉ, Carlos GALÉ BORNAO, Enrique ARRANZ YAGÜE and Andrés GIL IMAZ
The Upper Permian alkaline magmatism of the Cinco Villas massif (Spain): a record of the late-Variscan evolution of the western Pyrenees – pagina 171
Capitolo 2.
Marceliano LAGO SAN JOSÉ, Andrés GIL IMAZ, Andrés POCOVÌ JUAN, Enrique ARRANZ YAGÜE and Carlos GALÉ BORNAO
The Pennian calc-alkaline magmatism of the Iberian Belt (Spain): an updated synthesis – pagina 181
Capitolo 3.
Jean-Paul DEROIN (coordinator), Brenard BONIN, Jean BROUTIN, Bruno CABANIS, Jean-Jaquès CHÂTEAUNEUF, Renée DAMOTTE, Marc DURAND and Georges GAND
The Permian of Southern France: an overview – pagina 189
Capitolo 4.
Nicola CAPUZZO and François BUSSY
Synsedimentary volcanism in the LateCarboniferous Salvan-Dorenaz Basin (Western Alps)– pagina 203
Capitolo 5.
Andreas SCHÄFER
Stratigraphical constraints on molasse depositionalsystems in the Permo-Carboniferous Saar-Nahe Basin, Germany – pagina 213
Capitolo 6.
Sebastian VOIGT
Variation and preservation of lchniotherium in theTambach Sandstone (Rotliegend, Thuringia)– pagina 221
Capitolo 7.
Anna VOZÁROVÁ
Permian evolution of the western Carpathians,based on the analysis of sedimentary sequences – pagina 227
Capitolo 8.
Slavcho YANEV, Liubinka MASLAREVIC and Branslav KRISTIC
Outline of the Permian paleogeography in thecentral and eastern part of the Balkan Peninsula – pagina 235
Capitolo 9.
Liubinka MASLAREVIC and Branslav KRISTIC
Continental Perrnian and Lower Triassic red beds of the Serbian Carpatho-Balkanides – pagina 245
Capitolo 10.
Giuseppe CASSINIS and Slavcho YANEV
Upper Carboniferous and Pennian continental deposits of Bulgaria and Italy: a review – pagina 253
Capitolo 11.
Slavcho YANEV, Mihai POPA, Antoneta SEGHEDI and Gheorghe OAIE
Overview of the continental Perrnian deposits of Bulgaria and Romania– pagina 269
Capitolo 12.
Antoneta SEGHEDI, Mihai POPA, Gheorghe OAIE and Ionel NICOLAE
The Permian System in Romania – pagina 281
Capitolo 13.
Natalia K. ESAULOVA, Boris V. BUROV and Valentina I. GUBAREVA
Upper Permian type sections of the East European Platform and their correlation – pagina 295
Capitolo 14.
Vladlen R. LOZOVSKY, Valentin A. KRASSILOV, Sergey A. AFONIN, Boris V. BUROV and Olga P. YAROSHENKO
Transitional Perrnian-Triassic deposits in European Russia, and non-marine correlations – pagina 301
Capitolo 15.
Elena O. MALYSHEVA
The continental Permian of northeast Europe – pagina 311
2. NON-EUROPEAN TERRITORIES AND GLOBAL MATTERS
Capitolo 1.
Michael T. DUNN, Claude SPINOSA and Bruce R. WARDLAW
Invertebrate faunas and preliminary palynology, Carboniferous-Permian boundary stratotype, Aidaralash creek, Kazakhstan – pagina 319
Capitolo 2.
John UTTING
Permian and Early Triassic palynomorphassemblages from Canadian Arctic Archipelago, Alaska, Greenland, and Arctic Europe – pagina 327
Capitolo 3.
Zhuoting LIAO and Luijun LIU
Formation and evolution of the Permian strata of the eastern Tianshan mountain in Xinjiang, China – pagina 341
Capitolo 4.
Hartmut HAUBOLD and Spencer G. LUCAS
Early Permian tetrapod tracks – preservation, taxonomy, and Euramerican distribution – pagina 347
Capitolo 5.
Manfred MENNING
A Pennian Time Scale 2000 and correlation of marine and continental sequences using the Illawarra Reversal (265 Ma) – pagina 355
Capitolo 6.
Bruce R. WARDLAW and Tamara A. SCHIAPPA
Toward a refined Permian chronostratigraphy – pagina 363
Giuseppe CASSINIS
Meeting Report – pagina 367
Acknowledgements – pagina 375
Indice dei capitoli
Capitolo 1. Introduzione – pagina 11
Capitolo 2. Aggiornamenti sulla sistematica dei molluschi (Gastropoda, Prosobranchia, Hydrobiidae) presenti nel territorio bergamasco – pagina 13
Capitolo 3. Metodi applicati – pagina 31
Capitolo 4. Descrizioni delle stazioni e la loro fauna – pagina 35
Capitolo 5. Commento alle carte di distribuzione – pagina 157
Capitolo 6. Considerazioni paleobiologiche – pagina 169
Capitolo 7. Habitat ed ecologia della malacofauna presente nelle acque sotterranee e nelle scaturagini della Bergamasca – pagina 171
Capitolo 8. Frequenza e distribuzione delle specie censite – pagina 175
Capitolo 9. Bibliografia – pagina 179
Capitolo 10. Tabelle e appendici – pagina 185
Capitolo 11. Dati geografici – pagina 187
Capitolo 12. Dati chimico-fisici dell’acqua delle stazioni – pagina 205
Capitolo 13. Distribuzione dei molluschi Hydrobiidae nella Bergamasca – pagina 221
Capitolo 14. Valutazione numerica dei nicchi della tanatocenosi di alcune stazioni – pagina 229
APPENDICI
Appendice 1.
a cura di Fabio STOCH
Appendice I. Isopodi ed anfipodi (crustacea, malacostraca) della provincia di Bergamo: nota sulle specie rinvenute nelle grotte e nelle sorgenti – pagina 231
Distribuzione dei crostacei associati alle stazioni del Censimento dei molluschi Hydrobiidae – pagina 239
Appendice 2.
a cura di Enrico PEZZOLI
Appendice II. Hydrobiidae e crustacea risorgive e “fontanili” della piana alluvionaledella provincia bergamasca e cremonese – pagina 243
Indice dei capitoli
Capitolo 1. Presentazione – pagina 5
Capitolo 2. Premessa – pagina 7
Capitolo 3. Discussione – pagina 13
Capitolo 4. Tavole – pagina 17
Capitolo 5. Schede distributive – pagina 33
Capitolo 6. Ringraziamenti – pagina 222
Capitolo 7. Bibliografia – pagina 223
APPENDICI
1. Appendice 1. Elenco dei quadranti del territorio considerato conquota minima, quota massima, dislivello e numero di specie rilevate – pagina 241
2. Appendice 2. Elenco alfabetico dei toponimi citati con riferimentoalla cartografia LG.M. 1:50.000 – pagina 246
3. Indice analitico delle specie – pagina 253
Indice dei capitoli
Capitolo 1.
Paolo BIAGI
Premessa – pagina 9
Capitolo 2.
Mauro MARCHETTI
Geomorfologia del territorio – pagina 10
Capitolo 3.
Paolo BIAGI
Le strutture – pagina 15
Capitolo 4.
Richard I. MACPHAIL
Soil report – pagina 20
Capitolo 5.
Elisabetta STARNINI
L’industria ceramica – pagina 21
Capitolo 6.
Paolo BIAGI
The flint assemblages – pagina 43
Capitolo 7.
Barbara A. VOYTEK
The microwear analysis – pagina 51
Capitolo 8.
Paolo BIAGI
L’industria litica non scheggiata – pagina 87
Capitolo 9.
Claudio D’AMICO
Petroarcheometria dei reperti in pietra levigata – pagina 92
Capitolo 10.
Paolo BIAGI
L’industria su osso e su conchiglia – pagina 96
Capitolo 11.
Paolo BIAGI
Le figurine fittili – pagina 98
Capitolo 12.
Gillian CLARK
Early Neolithic subsistence – pagina 99
Capitolo 13.
Renato NISBET
I resti macrobotanici – pagina 104
Capitolo 14.
Paolo BIAGI
Conclusioni generali – pagina 106
Capitolo 15.
Richard I. MACPHAIL
Appendix 1. Micromorphological description: Pit IV, sample I – pagina 111
Capitolo 16.
Tiziano MANNONI
Appendix 2. Analisi di campioni ceramici in sezione sottile – pagina 111
Capitolo 17.
Elisabetta STARNINI
Appendix 3. Catalogo dei reperti ceramici – pagina 112
Capitolo 18.
Paolo BIAGI
Appendix 4. Flint catalogue – pagina 118
Capitolo 19.
Paolo BIAGI
Appendix 5. Flint colours according to CAILLEUX and TAYLOR (n.d.) – pagina 130
Capitolo 20.
Barbara A. VOYTEK
Appendix 6. Abbreviations used in figs. 30-57 – pagina 131
Capitolo 21.
Elisabetta STARNINI
Appendix 7. Catalogo dell’industria su pietra non scheggiata – pagina 132
Summary – pagina 134
Bibliografia – pagina 135
Indice dei capitoli
PARTE I
1.1. Introduzione – pagina 11
1.2. Lettura delle registrazioni – pagina 12
1.3. Repertori bibliografici delle pubblicazioni periodiche – pagina 14
1.4. Ringraziamenti – pagina 15
1.5. Bibliografia – pagina 16
PARTE II
2.1. Catalogo – pagina 19
PARTE III
3.1. Indice enti – pagina 149
Indice degli articoli
Editorial foreward – pagina 7
Michel CHARDON
L’exploitation de la haute montagne, l’utilisation des eaux et les changements depaysages dans la région de l’Alpe d’Huez (Alpes, France)– pagina 9
John NANDRIS
The land of mountains in the island of languages: aspects of comparative ethnoarchaeologyin Daghestan and the Caucasus – pagina 21
Małgorzata KACZANOWSKA and Janusz K. KOZŁOWSKI
Environment and highland zone exploitation in the westernCarpathians (VII-VI millennium BP) – pagina 49
Stefanie THIEBAULT
L’exploitation des hautes terres: l’exemple des Prealpes sudoccidentales Françaises. L’apport de l’anthracologie – pagina 73
Hansjörg KÜSTER
Highland and lowland exploitation in the Alps: the evidence from pollen data – pagina 95
Klaus OEGGL
The palynological record of human impact on highland zone ecosystem – pagina 107
Lucia WICK
Vegetation development and hurnan impact at the forest limit: palaeoecological studies in the Splügen Pass area (northern Italy) – pagina 123
Paolo BIAGI, Renato NISBET and Rob SCAIFE
Man and vegetation in the southern Alps: the Valcamonica-Valtrornpia-Valsabbia watershed (northern Italy)– pagina 133
Rob SCAIFE and Paolo BIAGI
Pollen analysis of the Rondeneto Mesolithic site and dating of peat accumulationin the Valcamonica region (northern Italy) – pagina 143
Clare WATSON, Nicholas BRANCH and John J. LOWE
The vegctation history of the northern Apennines during the Holocene – pagina 153
John J. LOWE, Nicholas BRANCH and Clare WATSON
The chronology of human disturbance of the vegetation of the northern Apennines during the Holocene – pagina 169
Lanfredo CASTELLETTI, Alfio MASPERO e Carlo TOZZI
Il popolamento della Valle del Serchio (Toscana settentrionale) durante il Tardiglaciale Würmiano e l’Olocene antico – pagina 189
Graeme BARKER
The exploitation of the Matese Mountain and upper Biferno Valley from prehistoric timesto the present day: environment, economy and society – pagina 205
Marco PERESANI
Flint exploitation at Epigravcttian and Mesolithic sites on the Asiago Plateau (Venetian Prealps) – pagina 221
Mauro CREMASCHI, Raffaella POGGIANI KELLER, Mauro ROTTOLI e Luisa ZUCCOLI
Il sito preistorico di Casere Sasso in alta Val Biandino (Como): mutamenti ambientali e frequentazione antropica nelle Prealpi Lombarde durante l’Olocene antico e medio – pagina 235
Renato NISBET
Alcuni aspetti dell’ambiente umano nelle Alpi Cozie fra quinto e quarto millennio BP – pagina 259
François DE LANFRANCHI
Pastoralisme et paysannerie a l’ aube de l’age du Bronze – pagina 273
Nikos VUTIROPULOS
Evidence of Neolithic pastoralism in Greece on the Island of Euboea – pagina 297
Polydora BAKER
A preliminary assessment ofthe role ofhunting in early Medieval subsistence in the alpine, prealpine and lowland areas of northern Italy on the basis of zoo-archaeological data – pagina 307
Hassan SIDI MAAMAR
La conservation et le stockage des viandes: techniques pastorales et gestion des biensalimentaires dans Ies sociétés paysannes alpines (Valais). Essai d’interpretation zooethnoarchéologique – pagina 317
Indice dei capitoli
Capitolo 1. Prefazione e criteri adottati – pagina 9
Capitolo 2. Ringraziamenti – pagina 12
Capitolo 3. Collezioni esaminate – pagina 13
Capitolo 4. Abbreviazioni – pagina 14
Capitolo 5. Elenco sistematico – pagina 15
Capitolo 6. Catalogo delle specie – pagina 25
Capitolo 7. Analisi faunistica – pagina 259
Capitolo 8. Gradiente faunistico – pagina 272
Capitolo 9. Attitudini alimentari delle larve – pagina 294
Capitolo 10. Elenco dei vegetali citati e dei taxa a questi legati – pagina 297
Bibliografia – pagina 303
Indice analitico – pagina 309
Indice dei capitoli
Parte I – INTRODUZIONE
1.1. Premessa – pagina 13
1.2. Materiali e metodi – pagina 14
1.3. Simboli e abbreviazioni – pagina 16
1.4. Ringraziamenti – pagina 17
Parte II – MORFOLOGIA
2.1. Morfologia immaginale – pagina 20
2.2. Morfologia larvale – pagina 42
Parte III – SISTEMATICA
3.1. Scelta e analisi critica dei caratteri – pagina 44
3.2. Posizione sistematica della sottofamiglia Anemadinae – pagina 49
3.3. Nuove ipotesi per una classificazione della famiglia Cholevidae Kirby, 1837 – pagina 53
3.4. Sistematica della sottofamiglia Anemadinae – pagina 58
3.5. Sottofamiglia Anemadinae Hatch, 1928 (sensu novo) – pagina 60
3.6. Specics inquirendae – pagina 222
3.7. Taxa erroneamente attribuiti alla sottofamiglia Anemadinae – pagina 224
Parte IV – ECOLOGIA
4.1. Sintesi dei dati disponibili – pagina 230
Parte V – BIOGEOGRAFIA
5.1. Origine dei Cholevidae – pagina 242
5.2. Influenza dei fattori climatici sulla distribuzione dei Cholevidae – pagina 252
5.3. Influenza dei fenomeni di vicarianza e di dispersione sulla distribuzione dei Cholevidae – pagina 259
5.4. Zoogeografia delle sottofamiglie – pagina 262
5.5. Zoogeografia della sottofamiglia Anemadinae – pagina 274
5.6. Zoogeografia della linea filetica di Anemadus – pagina 281
5.7. Zoogeografia della linea filetica di Speonemadus – pagina 293
Riassunto – pagina 300
Summary – pagina 302
Bibliografia – pagina 305
Indice – pagina 312
Indice dei capitoli
Capitolo 1.
Franco PREVITALI
I suoli – pagina 7
Capitolo 2.
Andrea GALLI e Luca TOSI
Le unità di paesaggio – pagina 43
Capitolo 3.
Domenico D’ALESSIO
Il dissesto idrogeologico – pagina 57
Capitolo 4.
Franco PREVITALI
Conclusioni – pagina 69
Ringraziamenti – pagina 71
Riassunto – Summary – pagina 72
Bibliografia – pagina 73
Indice dei capitoli
Introduzione – pagina 9
Ringraziamenti – pagina 10
PARTE PRIMA
1.1. Inquadramento geografico – pagina 14
1.2. Inquadramento geologico – pagina 14
1.3. Cenni climatici – pagina 14
1.4. Idrografia – pagina 16
1.5. Cenni sulle origini, le trasformazioni e l’attuale tipologia dei suoli – pagina 18
1.6. Evoluzione della copertura vegetazionale – pagina 19
1.7. Note relative al paesaggio agrario e alla vegetazione – pagina 20
1.8. Forma biologica – pagina 35
1.9. Corologia – pagina 37
1.10. Elenco delle località – pagina 39
PARTE SECONDA
2.1. Elenco sistematico – pagina 46
2.2. Segnalazioni alle specie non confermate – pagina 167
Riassunto – Summary – pagina 184
Bibliografia – pagina 185
Indice alfabetico dei taxa – pagina 188
Indice dei capitoli
Presentazione – pagina 5
Capitolo 1. Premessa – pagina 7
Capitolo 2.
Sergio RESOLA
Aspetti chimico-fisici – pagina 9
Capitolo 3.
Mario GROTTOLO
Aspetti microbiologici – pagina 45
Capitolo 4.
Gaetano BARBATO
Notizie sul fitoplancton – pagina 69
Indice dei capitoli
Introduzione e scopi – pagina 4
Capitolo 1. Metodologia – pagina 4
Capitolo 2. Risultati generali – pagina 5
Capitolo 3. Collaboratori – pagina 10
Capitolo 4. Ringraziamenti – pagina 10
Capitolo 5. Caratteristiche fisiche del territorio provinciale – pagina 10
Capitolo 6. Considerazioni sui risultati dell’inchiesta – pagina 13
Capitolo 7. Specie svernanti rilevate durante l’inchiesta e relativa cartografia – pagina 14
Capitolo 8. Corologia delle specie svernanti – pagina 100
Appendice: Specie rilevate in inverno esclusivamente in periodi antecendenti l’inchiesta – pagina 101
Riassunto – Summary – pagina 102
Bibliografia – pagina 103
Indice sistematico delle specie trattate – pagina 110
Indice degli articoli
Introduction – pagina 5
John G. NANDRIS
Practical and theoretical considerations in highland zone exploitation from ethnoarchaeological fieldwork in south-east Europe – pagina 7
Alain GALLAY
La piace dcs Alpes dans la Néolithisation de l’Europe – pagina 23
Carlo BARONI, Paolo BIAGI, Renato NISBET and Robert G. SCAIFE
Laghetti del Crestoso: a high altitude Castelnovian camp in its environmental setting (Brescia – northern Italy) – pagina 43
Alberto BROGLIO e Michele LANZINGER
Considerazioni sulla distribuzione dei siti tra la fine del Paleolitico superiore e l’inizio del Neolitico nell’Italia nord-orientale – pagina 53
Mauro CREMASCHI
Pedogenesi medio olocenica ed uso dei suoli durante il Neolitico in Italia settentrionale – pagina 71
Ruth DRESCHER-SCHNEIDER
L’influsso umano sulla vegetazione neolitica nel territorio di Varese dedotto dai diagrammi pollinici – pagina 91
Graeme BARKER, Paolo BIAGI, Gillian CLARK, Roberto MAGGI and Renato NISBET
From hunting to herding in the Val Pennavaira (Liguria – northern Italy) – pagina 99
Royston CLARK
The beginnings of agriculture in sub-alpine Italy: some theoretical considerations – pagina 123
Alfredo RIEDEL
Remarks on some neolithic faunas of north-eastern Italy and on the neolithisation process – pagina 139
Lawrence H. BARFIELD
The lithic factor: a study of the relationship between stone sources and human settlement in the Monti Lessini and the southern Alps – pagina 147
Dominique BAUDAIS, Philippe CURDY, Mireille DAVID-EL BIALI et Olivier MAY
La Néolithisation du Valais: modèles de peuplement et premier bilan de la prospection archéologique du Valais (Suisse) – pagina 159
Bernardino BAGOLINI e Francesca BRESSAN
Aspetti ambientali nei siti neolitici del Friuli – pagina 175
Bernardino BAGOLINI
Il Neolitico nelle Prealpi varesine – pagina 187
Daria BANCHIERI
Il Neolitico del Pizzo di Bodio nelle Prealpi varesine – pagina 191
Giampiero GUERRESCHI
Nuovi dati sulla stratigrafia dell’Isolino di Varese – pagina 197
Lanfredo CASTELLETTI
Relazione preliminare sui resti macroscopici vegetali dell’Isolino di Varese: scavi 1977-1985 – pagina 207
Annaluisa PEDROTTI
L’insediamento di Kanzianiberg: rapporti culturali fra Carinzia ed Italia settentrionaledurante il Neolitico – pagina 213
Bernardino BAGOLINI
Nuovi aspetti sepolcrali della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata a La Vela di Trento – pagina 227
Indice degli articoli
Marco CASSANI
Abisso dei Ghiri – 2453 LoVA – pagina 5
Massimo GALIMBERTI e Alessandro UGGERI
Contributo alla conoscenza del fenomeno carsico nella provincia di Varese: il Monte Orsa-Pravello – pagina 17
Speleo club “I Protei” SSI Milano
Quarto contributo alla conoscenza del fenomeno carsico in provincia di Como – pagina 45
Adolfo MERAZZI
Contributo alla conoscenza del fenomeno carsico minore nel calcare maiolica dell’Alpe Turati e dintorni (Provincia di Como) – pagina 63
Alfredo BINI, Giulio CAPPA, Alberto PELLEGRINI
Osservazioni sui “plastici” argillo-limosi presenti in alcune grotte comasche – pagina 87
Alfredo BINI e Giulio CAPPA,
Osservazioni su alcuni “ciottoli di fango” (mud-balls) trovati in grotte comasche – pagina 97
Claudio CATELLANI
Lazzaro Spallanzani (1729-1799) pioniere della speleologia comasca – pagina 105
Giovanna CARNATI
Note su alcuni casi di inquinamento di aree carsiche del comasco – pagina 113
Ives QUINIF
Le karst du Monte Cancervo – Expedition 1986 de l’Equipe Spéléo du Centre et deMons (ESCM) – pagina 121
Nevio BASEZZI e Laura SONZOGNI
Descrizione di alcune cavità nei dintorni di Selvino (Valle Seriana) – pagina 131
Alfredo BINI, Paolo FORTI e Enrico PEZZOLI
Genesi di alcune pisoliti rinvenute in una grotta della Valle Imagna (Bergamo) – pagina 159
Gilberto CALANDRI
Appunti sul carsismo della Concarena (Lombardia, Brescia) – pagina 177
Paolo BIAGI
Una stazione dell’età del Bronzo finale nel cavernone d’accesso del Büs del Quài a Iseo (30 Lo-Bs) – pagina 187
Ezio BOTTAZZI, Silvano BUFFA e Mauro CAVALLERI
Le grotte della Valvestino (Brescia) – pagina 193
Mauro CAVALLERI e Paolo SEGALINI
La speleologia della regione compresa fra Tesio di Serle e Gavardo (Brescia) – pagina 219
Mauro CAVALLERI, Bruno CONFORTINI e Giuseppe SERAMONDI
Note sulle grotte di Monte Spino, Monte Marmera e Malga Gardoncello – pagina 247
Giampietro MARCHESI e Giuseppe SERAMONDl
Nuove cavità del Monte Pizzoccolo (Brescia – Lombardia) – pagina 265
Giampietro MARCHESI e Valter PASINETTI
Il Büs del Béer (Val Carobbio – Brescia) – pagina 277
Valter PASINETTI
Ulteriori sviluppi al 330 Lo Fieraröl di Vesalla (Lombardia – Brescia) – pagina 283
Rosario ABBATE, Antonio MARINO e Roberto ZIGLIOLI
Proposte per l’utilizzo turistico dell’ex miniera “Osso di Grignaghe” (Pisogne, Brescia) – pagina 289
Renato BANTI, Gianni COMOTTI, Dante VAlLATI, Marco VALLE
Il Troglophilus cavicola (Kollar) in Lombardia: nuove stazioni e nuovi interrogativi – pagina 303
Dario CROCI e Luigi NAVA
La Sezione Speleologica del C.N.S.A. in Lombardia – pagina 309
Augusto BINDA
Tecnologia speleornetrica – Apparecchiature e metodi per rilevamenti speleologici con sistemi ottici – pagina 315
Augusto BINDA
Un attrezzo per disostruzione – pagina 329
Indice dei capitoli
Premessa – pagina 6
Capitolo 1. Introduzione – pagina 7
Capitolo 2. Materiali e metodi – pagina 9
Capitolo 3. Cenni storici e stato attuale delle conoscenze – pagina 12
Capitolo 5. Situazione sistematica e tassonomica – pagina 16
Capitolo 6. Sistematica – pagina 27
Capitolo 7. Ecologia – pagina 264
Capitolo 8. Biogeografia – pagina 290
Riassunto / Summary – pagina 316
Bibliografia – pagina 318
Appendice: catalogo sistematico-genomico – pagina 323
Indice dei capitoli
Riassunto / Summary – pagina 4
Capitolo 1. Il lago Moro – pagina 5
Capitolo 2. Popolamento planctonico – pagina 46
Capitolo 3. Considerazioni conclusive – pagina 81
Bibliografia – pagina 83
Indice dei capitoli
Introduzione – pagina 3
Capitolo 1. Regione Piemonte (Provincie di Novara, Torino, Alessandria, Cuneo, Aosta) – pagina 7
Capitolo 2. Regione Liguria (Provincie di Imperia, Savona, Genova, La Spezia) – pagina 17
Capitolo 3. Regione Emilia-Romagna (Provincie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia) – pagina 39
Capitolo 4. Regione Lombardia (Provincie di Varese, Milano, Como) e Canton Ticino – pagina 45
Capitolo 5. Regione Lombardia (Provincia di Bergamo) – pagina 53
Capitolo 6. Regione Lombardia (Provincie di Brescia e Mantova) – pagina 73
Capitolo 7. Regione Veneto Occidentale (Provincie di Verona, Vicenza, Padova) e Regione Trentino Alto Adige (Provincie di Trento e Bolzano) – pagina 87
Capitolo 8. Regione Veneto Orientale (Provincie di Belluno, Treviso, Venezia) e Regione Friuli Venezia Giulia (Provincie di Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste) – pagina 97
Breve cenno sui molluschi crenobionti e stigobionti presenti nell’Italia appenninica e insulare – pagina 129
Appendice – pagina 136
Summary – pagina 142
Bibliografia – pagina 143
Indice dei capitoli
Capitolo 1. Introduzione e scopi – pagina 3
Capitolo 2. Metodologia – pagina 5
Capitolo 3. Risultati – pagina 5
Capitolo 4. Collaboratori – pagina 11
Capitolo 5. Ringraziamenti – pagina 11
Capitolo 6. Sistema Provinciale delle aree protette – pagina 11
Capitolo 7. Aspetti territoriali e demografici provinciali – pagina 12
Capitolo 8. Morfologia e vegetazione delle territorio bresciano – pagina 13
Capitolo 9. Specie nidificanti (1980-84) e relativa cartografia – pagina 22
Capitolo 10. Cronologia delle specie nidificanti – pagina 103
Capitolo 11. Specie non confermate, escluse o introdotte – pagina 103
Riassunti – pagina 105
Bibliografia – pagina 106
Indice – pagina 109
Indice dei capitoli
Premessa – pagina 3
Capitolo 1. Le specie citate (con l’indice sistematico dei nomi latini) – pagina 4
Capitolo 2. Le fonti – pagina 6
Nota a cura di O. VALETTI
Grafia dialettale usata e relativa pronuncia – pagina 7
Capitolo 3. Repertorio alfabetico delle specie arboree arbustive – pagina 9
Capitolo 4. Indice dei nomi italiani – pagina 112
Capitolo 5. Indice dei nomi dialettali – pagina 115
Indice dei capitoli
Riassunto – pagina 5
Premessa – pagina 7
Capitolo 1. Materiali e metodi – pagina 8
Capitolo 2. Analisi fisico-chimiche – pagina 11
Capitolo 3. Popolamento delle acque – pagina 15
Capitolo 4. Conclusioni – pagina 19
Bibliografia – pagina 20
Indice dei capitoli
Sommario e introduzione – pagina 3
Capitolo 1. Oro-idrografia della regione – pagina 4
Capitolo 2. Studi precedenti – pagina 13
Capitolo 3. Fattori morfogenetici – pagina 14
Capitolo 4. Geomorfologia delle valli di Pezzo, Viso, delle Messi, Cané – pagina 47
Bibliografia – pagina 77
Indice dei capitoli
Sommario – pagina 3
Capitolo 1. L’elenco sistematico – pagina 4
Capitolo 2. Conclusioni – pagina 87
Bibliografia – pagina 88
Indice dei nomi delle piante – pagina 91
Indice dei capitoli
Premessa – pagina 3
Capitolo 1. I materiali – pagina 6
Capitolo 2. Le sintassi decorative nella cultura V.B.Q. – pagina 8
Capitolo 3. Elementi per un raffronto culturale – pagina 33
Capitolo 4. Considerazioni – pagina 49
Capitolo 5. Conclusioni – pagina 57
Appendice – pagina 64
Commento – pagina 69
Summary – pagina 70
Indice dei capitoli
Premessa – pagina 5
Capitolo 1. Le fonti e i limiti – pagina 6
Capitolo 2. Grafia del dialetto bresciano – pagina 7
Capitolo 3. Repertorio dei termini dialettali – pagina 8
Bibliografia citata – pagina 90
Indice delle specie descritte – pagina 91
Indice dei capitoli
Premessa – pagina 3
Capitolo 1. I funghi e gli avvelenamenti – pagina 6
Capitolo 2. Classificazione dei funghi tossici e delle sindromi – pagina 13
Capitolo 3. La sindrome falloidea – pagina 17
Capitolo 4. La sindrome parafalloidea – pagina 32
Capitolo 5. Le intossicazioni muscariniche – pagina 41
Capitolo 6. Le intossicazioni gastrointestinali – pagina 70
Capitolo 7 – Altri funghi da evitare o consumare con cautela – pagina 107
Capitolo 8 – La sindrome giromitrica – pagina 115
Capitolo 9 – La sindrome coprinica – pagina 120
Capitolo 10 – Funghi tossici allo stato crudo – pagina 126
Capitolo 11 – La sindrome narcotico-psicotropica (o intossicazioni allucinogene) – pagina 134
Capitolo 12 – L’ergotismo (o fuoco di S. Antonio) – pagina 148
Glossario e indici – pagina 153
Bibliografia citata – pagina 178
Indice delle specie citate – pagina 179
Natura Bresciana 2024 – Volume 47
Indice degli articoli
Matteo INDELICATO, Paolo SCHIROLLI, Mario ROSSI, Giuseppe SANTI
Overview on the cave bears from the “Buco del Frate” cave (Brescia province, Lombardy, Italy): morphometry and morphodynamic of the skulls, mandibles and teeth
Riassunto – Studio degli orsi delle caverne del Buco del Frate (Brescia, Lombardia, Italia): morfometria e morfodinamica di crani, mandibole e denti.
Gli orsi delle caverne del settore orientale della Lombardia non sono stati, ad oggi, intensamente studiati; per ridurre almeno parzialmente questa lacuna si propone un’analisi univariata e multivariata che ha coinvolto i crani, le mandibole e i denti provenienti dal Buco del Frate (Brescia). La popolazione ad orsi è stata confrontata con altre provenienti da località italiane, europee e caucasiche.
Gli orsi del Buco del Frate mostrano, come le altre popolazioni italiane, un mix di caratteri primitivi (specialmente relativi al cranio e alle mandibole) e più moderni nei denti e negli indici corrispondenti. In particolare il range degli indici P4/4 delle popolazioni italiane è molto simile a quello di taxa delle regioni alpine come U. s. eremus e U. s. ladinicus.
La mancanza di analisi genetiche impedisce, purtroppo, di assegnare ad uno o più taxa gli orsi delle caverne dal Buco del Frate.
Nunzio GRATTINI, Claudia DE BATTISTI, Federico NOVELLI
Valore ornitologico e conservazionistico per le specie nidificanti in provincia di Mantova (Lombardia, Italia Settentrionale)
Riassunto – In questa breve comunicazione si intende proporre una valutazione dello stato di conservazione e del valore ornitologico di 145 specie di uccelli (80 non-Passeriformi e 65 Passeriformi) nidificanti in provincia di Mantova.
La classificazione di ciascuna specie è stata compilata attraverso l’applicazione di un nuovo indice riassuntivo dei dati raccolti dagli anni ’80 del secolo scorso fino al 2024, riferiti a dimensioni delle popolazioni, andamento demografico, fenologia e habitat di riproduzione.
Per l’elaborazione dell’indice ci si è basati sui criteri utilizzati nei principali sistemi di attribuzione di valore ornitologico e conservazionistico alle specie ornitiche adottati sul territorio nazionale e in ambito europeo.
Dopo aver esposto le principali caratteristiche dell’indice, si presenta una panoramica dello stato di conservazione e dell’andamento demografico complessivo delle specie esaminate.
Riassunto – Il presente studio intende fornire un quadro riassuntivo di 32 anni di raccolta dati sulla distribuzione e l’andamento delle popolazioni di Ardeidae e Phalacrocoracidae coloniali nidificanti in provincia di Brescia, valutando lo status delle popolazioni locali dovuto a fattori quali la diminuzione della coltivazione di riso con il metodo classico a sommersione costante nelle risaie. Dal 1991 al 2023 si sono riprodotte 8 specie coloniali: Nitticora, Garzetta, Sgarza ciuffetto, Airone cenerino, Airone rosso, Airone guardabuoi, Cormorano e Marangone minore che nidificano in garzaie mono e plurispecifiche, oltre a due specie non coloniali (Tarabusino e Tarabuso) che si riproducono a coppie isolate o raggruppamenti sparsi. Per ogni singola specie vengono esposti dati relativi alla distribuzione provinciale e all’andamento annuo della popolazione nidificante.
Per ciascuno dei 44 siti di colonie riscontrati a partire dal 1991, sono state raccolte informazioni relative a coordinate, specie nidificanti, numero di nidi per ciascuna specie, ambiente dove è insediata la colonia, eventuali fonti di disturbo e tecnica di censimento utilizzata a cui viene assegnato un valore conservazionistico.
La specie più abbondante è risultata Ardea cinerea con 12.547 nidi complessivi censiti durante l’intero periodo di studio. Le garzaie sono state suddivise in base alla localizzazione in due zone (“Fiumi” e “Alta pianura”) e in base a 7 tipi di ambiente del sito (ambienti umidi, cave, alberi, boschi collinari, parchi, ambiti fluviali e canneti).
Le garzaie maggiormente rappresentate si trovano in zona “Fiumi” (35) e nella tipologia ambientale “Alberi” (17, il 38,6% del totale), a dimostrazione della notevole banalizzazione territoriale.
Nel 2023 erano attive 34 colonie, delle 44 identificate dal 1991, mentre non erano più attive 10 colonie tutte monospecifiche di cui una di Airone rosso e 9 di Airone cenerino.
Eccetto la garzaia della Riserva Naturale Torbiere del Sebino, tutte le altre sono prive di tutela o sottoposte a vincoli di tutela puramente formali, pertanto continuamente a rischio di disturbo o modifiche dell’ambiente.
Spartaco GIPPOLITI, Francesco VERGNAGHI, Melania MASSARO
La collezione primatologica del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia storia, analisi e prospettive culturali
Riassunto – Questo studio analizza la storia, la composizione e il valore culturale della collezione primatologica del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia.
La collezione, che comprende 16 esemplari di primati, rappresenta un contributo storico e didattico, soprattutto per la sua connessione con i Giardini Zoologici di Brescia, attivi nel corso del XX secolo.
Attraverso un’analisi sulle origini degli esemplari e un confronto con altre collezioni italiane, viene posta attenzione sull’importanza di queste testimonianze zoologiche non solo per la conservazione della biodiversità, ma anche per la comprensione dell’evoluzione della primatologia in Italia. Nonostante le sue ridotte dimensioni, la collezione bresciana riveste un ruolo importante per la sensibilizzazione sulle problematiche ambientali e di conservazione, in linea con la missione educativa dei musei moderni.
Stefano ARMIRAGLIO, Claudio PERLOTTI, Mario FERRARI
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano
Claudio PERLOTTI, Mario FERRARI (a cura di)
Segnalazioni floristiche per il territorio bresciano: 222-232
Riassunto – A distanza di quasi quindici anni dall’ultima segnalazione floristica per il territorio bresciano pubblicata su questa rivista, si ripropongono segnalazioni di nuovi taxa, riconferme storiche e recenti, significativi ampliamenti di areale per alcuni taxa e nuove specie esotiche per la provincia di Brescia.
Davide PEDERSOLI, Mario GROTTOLO
Prima segnalazione per la Lombardia di Aplotarsus incanus (Gyllenhal, 1827) (Coleoptera: Elateridae)
Riassunto – Nel presente documento si discute brevemente sul ritrovamento di un esemplare maschio di Aplotarsus incanus. Si tratta della prima segnalazione per la Lombardia.
Arturo GARGIONI, Michelangelo LAMERA, Paolo ZUCCA
Probabile nidificazione di cutrettola capinera, Motacilla flava feldegg, in provincia di Brescia (Lombardia).
Riassunto – Si descrive la prima probabile nidificazione della Cutrettola capinera, Motacilla flava feldegg, sulle colline moreniche del Lago di Garda, provincia di Brescia.
Arturo GARGIONI, Pierandrea BRICHETTI, Francesco SOTTILE
Resoconto ornitologico bresciano 2023
Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la Provincia di Brescia relative al 2023.
I NOSTRI LUTTI
Massimo TEDESCHI, Dante VAILATI, Mario GROTTOLO
In ricordo di Pierfranco Blesio
Natura Bresciana 2020 – Volume 43
Indice degli articoli
Guido BRUSA
Segnalazioni notevoli di epatiche dell’ordine Marchantiales per l’Italia settentrionale.
Riassunto – Il contributo riporta segnalazioni di epatiche dell’ordine Marchantiales per l’Italia Settentrionale, tra cui nuove specie per la flora regionale (Lombardia: Conocephalum salebrosum, Mannia pilosa, Peltolepis quadrata e Riccia huebeneriana; Piemonte: Peltolepis quadrata e Riccia cavernosa; e Veneto: Asterella lindenbergiana). Inoltre, si riportano conferme per la flora di queste tre regioni e della Valle d’Aosta, e nuove segnalazioni sono fornite per Mannia californica, soltanto di recente rinvenuta in Italia.
Mario FERRARI, Elia LIPRERI, Federico MANGILI, Stefano ARMIRAGLIO
Phyteuma italicum Arv.-Touv. in Lombardia orientale.
Riassunto – La presenza di P. italicum in Lombardia orientale è stata a lungo sottostimata. Recenti segnalazioni di stazioni al di fuori dell’area di distribuzione sinora conosciuta hanno permesso di ridefinire il limite orientale dell’areale di P. italicum e di estenderlo dalle Prealpi Bresciane a quelle Gardesane. Lo studio delle popolazioni sino a ora note di P. italicum nelle Prealpi Lombarde Orientali ha consentito di definirne la sua geoecologia. Le popolazioni prealpine lombarde risultano essere insediate in radure o ai margini di boschi governati a ceduo e sono generalmente collocate sui versanti soleggiati dei rilievi prealpini più esterni, in un range altitudinale coincidente con la fascia alto-collinare. All’interno di tale fascia, la connotazione acidofila di questa specie ne limita la presenza alle aree di affioramento di formazioni che, sebbene siano di origine sedimentaria e perlopiù carbonatica, sono in genere ricche in selce, profondamente alterabili, i cui suoli vengono rapidamente decarbonatati e decalcificati.
Patrizia DIGIOVINAZZO, Mauro BELTRACCHINI, Paolo ROVELLI, Guido BRUSA, Carlo ANDREIS
I querco-carpineti collinari di Carpinion betuli Issler 1931 in Brianza (Lombardia).
Riassunto – L’uomo, direttamente o indirettamente, ha influenzato la presenza delle foreste naturali nella Pianura Padana. Di conseguenza, i querco-carpineti sono disseminati in aree boscate altamente frammentate e floristicamente degradate come sulle colline moreniche della Brianza. L’area di studio è anche una transizione biogeografica tra i boschi mesofili orientali (Erythronio-Carpinion) e occidentali (Carpinion betuli). Sono stati quindi analizzati rilievi fitosociologici inediti per delineare la classificazione fitosociologica dei querco-carpineti nell’area di studio.
Tutti i rilievi fitosociologici sono stati assegnati a Carpinion betuli, sebbene siano riconoscibili alcune differenze floristiche rispetto ai querco-carpineti dell’Europa centrale. Due associazioni, Symphyto tuberosi-Carpinetum betuli e Holco molli-Carpinetum betuli, sono descritte come nuove e un’altra, Salvio glutinosae-Fraxinetum, è invece più diffusa. Inoltre, tre sottoassociazioni sono state riconosciute nella prima associazione.
Riassunto – Lo studio ha analizzato le differenze in termini di composizione floristica ed ecologia tra le comunità vegetali in due habitat di interesse comunitario presenti in aree umide torbigene. Un’unica associazione (Cladietum marisci), suddivisa in due subassociazioni (typicum e schoenetosum nigricantis), è stata riconosciuta nell’habitat 7210. Sette associazioni (Anacamptido palustris-Schoenetum nigricantis, Bartsio alpinae-Caricetum nigrae, Bartsio alpinae-Trichophoretum cespitosi, Primulo farinosae-Schoenetum ferruginei, Soldanello alpinae-Caricetum davallianae, Triglochino palustris-Eleocharitetum quinqueflorae e Valeriano dioicae-Caricetum davallianae) sono state individuate nell’habitat 7230. La diversità floristico-vegetazionale è collegata alla variabilità ecologica locale e a differenze biogeografiche a scala regionale. È stata infine elaborata una chiave formale per il riconoscimento delle comunità vegetali presenti in ciascun habitat.
Michele DALLE FRATTE, Stefano ARMIRAGLIO, Magda ZANZOTTERA, Bruno E. L. CERABOLINI
Stato di conservazione degli habitat di interesse comunitario (direttiva 92/43/CEE) in relazione alle attività zootecniche.
Riassunto – L’abbandono delle tradizionali attività alpestri avvenuta negli ultimi decenni ha portato ad una drastica diminuzione dei pascoli alpini difficilmente raggiungibili, e ad un simultaneo sovrasfruttamento dei pascoli di più facile accesso. Molte delle comunità vegetali che costituiscono i pascoli alpini sono state riconosciute come habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE), ma tuttavia la loro conservazione è fortemente minacciata dall’attuale contesto socioeconomico. È pertanto essenziale il loro monitoraggio al fine di fornire misure gestionali che rispondano alle esigenze per il loro ottimale mantenimento. In questo studio è stata analizzata la composizione floristica delle comunità vegetali dei pascoli del Croce Domini (BS), per valutare lo stato di conservazione delle comunità vegetali riscontrate, e in particolare degli habitat di interesse comunitario, in relazione alla gestione zootecnica.
Matteo RUZZON, Stefano ARMIRAGLIO
Il ruolo delle aree verdi nella regolazione delle temperature a Brescia.
Riassunto – Con più della metà della popolazione mondiale che vive nelle città, appaiono sempre di maggiore importanza i servizi ecosistemici che le aree verdi nei centri urbani possono offrire per migliorare il benessere dei cittadini, in particolare la loro capacità di mitigare l’effetto “isola di calore” delle superfici urbanizzate, attraverso l’evapotraspirazione delle piante, facendo delle aree verdi “isole di raffreddamento urbano”. Nel presente articolo, a partire da una serie di immagini satellitari riportanti la temperatura a livello del suolo, si caratterizza il fenomeno dell’isola di calore urbano nel Comune di Brescia e si valuta l’efficacia di alcune aree verdi nel mitigarlo. Questi effetti si manifestano nel periodo estivo, durante l’attività vegetativa delle piante, mentre durante la stagione invernale, con il riposo vegetativo, gli effetti sono del tutto ininfluenti.
L’entità della capacità di mitigazione varia al variare dell’uso del suolo, e decresce dalle aree boscate e seminaturali, a quelle agricole e infine alle aree verdi urbane. Indipendentemente della loro superficie, queste aree di regolazione hanno un raggio di influenza che si estende anche alle aree costruite circostanti, mentre la capacità di mitigazione si riduce in genere proporzionalmente alle dimensioni dell’area stessa, ma anche all’eterogeneità delle aree che circondano quest’ultime. I risultati misurano per la prima volta l’entità del fenomeno dell’”isola di calore” nel Comune di Brescia, e sottolineano l’importanza che le aree verdi considerate hanno nel mitigare le temperature della città.
Mario GROTTOLO
Indagine sulla entomofauna della Riserva Naturale “della Rocca, del Sasso e Parco lacuale”.
Riassunto – La presente ricerca sintetizza un’indagine sull’entomofauna nella Riserva Naturale “della Rocca, del Sasso e del Parco lacuale” nel comune di Manerba del Garda (BS), condotta negli anni 2018 e 2019. La ricerca ha portato al censimento di 362 specie, delle quali 287 Coleoptera, 10 Odonata, 55 Lepidoptera e 10 Hemiptera. È stata quindi analizzata la presenza delle specie ripartite nei diversi ambienti caratterizzati da fattori omogenei su base vegetazionale e per ogni specie viene dato un sintetico commento. Anche se non è stato rilevato nessun taxon inserito nell’Allegato II della Direttiva Habitat 92/43/CEE, sono state individuate alcune specie interessanti e bioindicatrici. La ricerca ha permesso di rilevare la presenza di Longitarsus australis (Mulsant & Rey, 1874) (Coleoptera: Chrysomelidae) e Mordellistena (Mordellistena) brevicauda (Boheman, 1849) (Coleoptera, Mordellidae) prime segnalazioni per la Lombardia e di altre specie nuove per la provincia di Brescia. Tutti gli Odonati e i Lepidotteri rinvenuti sono classificati come “minor preoccupazione”(LC) nella Lista Rossa delle Libellule italiane e nella Lista Rossa delle Farfalle Italiane. L’analisi corologica ha mostrato una predominanza di elementi olartici e una presenza limitata di elementi a gravitazione mediterranea. Lo stesso risultato si è avuto confrontando i corotipi dell’entomofauna con quelli della vegetazione.
Al fine di dare indicazioni per una corretta gestione della riserva e per un incremento qualitativo e quantitativo dell’entomofauna del sito, che già presenta evidenti segni di disturbo antropico, viene consigliato non solo di ridurre l’asportazione del legno morto e incentivarne la caduta e il rilascio a terra, ma anche di regolamentare il passaggio dei mezzi invasivi e ridurre il danno dovuto a specie alloctone presenti nello stagno, procedendo, se non alla loro eliminazione, a un contenimento numerico.
Vincenzo FERRI, Christiana SOCCINI
I chirotteri del torrente Garza (Lombardia, Brescia). Risultati preliminari.
Riassunto – Si presentano i risultati preliminari delle ricerche sui chirotteri presenti, per spostamento o foraggiamento, lungo il corso del Torrente Garza, che origina dalle Prealpi Bresciane e dopo aver attraversato la città di Brescia ed il territorio dei comuni di Lumezzane, Agnosine, Caino, Nave, Bovezzo, Brescia, Borgosatollo, Castenedolo, Ghedi e Calvisano, conclude il corso nell’alta pianura, con un percorso di circa 45 km. L’area nell’immediato intorno del torrente è fortemente urbanizzata, con un’importante presenza industriale rappresentata da acciaierie e cartiere, di cui alcune ormai dismesse. Il Garza rappresenta per lunghi tratti l’unica linea di permeabilità ecologica e di collegamento tra i residui elementi di naturalità di questo settore del territorio bresciano. Sono state indagate 33 stazioni distribuite in tre tratti abbastanza distinti: montano, pedemontano e di pianura.
I rilevamenti con bat detector hanno permesso di contattare 10 taxa; Pipistrellus kuhlii, P. pipistrellus e Hypsugo savii sono risultate le specie più comuni; la più alta diversità è nel tratto montano, mentre è risultata interessante la frequentazione dell’area di spaglio finale, tra Ghedi e Calvisano, di Miniopterus schreibersii e Tadarida teniotis. Lo studio vuole essere un ulteriore approccio metodologico per la valutazione della qualità ecologica di questo corso d’acqua.
RESOCONTI E SEGNALAZIONI
Arturo GARGIONI, Pierandrea BRICHETTI, Francesco SOTTILE
Resoconto Ornitologico Bresciano 2019.
Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la Provincia di Brescia relative al 2019.
Carlo CHIARI
Presenza di Selysiothemis nigra (Van der Linden, 1825)(Anisoptera: Libellulidae) in provincia di Brescia (Pianura Padana, Lombardia, Italia settentrionale).
Riassunto – Nella presente nota si documenta il ritrovamento di una popolazione di Selysiothemis nigra (Odonata: Libellulidae) in ex bacini di cava in comune di Poncarale (BS). Si tratta della prima segnalazione accertata per la provincia di Brescia e per la Lombardia dove questa specie, notoriamente nomade e dotata di capacità migratoria, non era mai stata segnalata.
Carlo CHIARI, Alida PIGLIA, Fabio SACCHI, Michael L. SAND
Prime osservazioni di Trithemis annulata, Obelisco violetto (Palisot de Beauvois, 1805) (Anisoptera: Libellulidae) a Brescia.
Riassunto – All’inizio del mese di agosto 2018, alcuni individui di Trithemis annulata, un maschio ed una femmina, venivano osservati per la prima volta in provincia di Brescia al Fishing Club Laghi Mella in comune di Poncarale, (UTM WGS84: 32T593473.5034238, 98 m). Questi ex bacini di cava vengono ora utilizzati per la pesca sportiva. In seguito, dall’inizio di settembre, una importante popolazione riproduttiva è stata individuata nello stesso luogo dove sono stati osservati centinaia di individui adulti intenti ad attività di accoppiamento, ovideposizione e difesa del territorio da conspecifici e da Orthetrum cancellatum, Orthetrum albistylum, Crocothemis erythraea, Anax imperator ed Anax parthenope.
Contemporaneamente altri nuclei, composti dapiccole popolazioni o singoli individui, venivano individuati in altri sei bacini artificiali originatisi da ex cave di ghiaia e sabbia posti nell’alta e nella bassa pianura bresciana e localizzati nei comuni di: Brescia, Montirone, Bagnolo Mella, Roncadelle, Travagliato e Provaglio d’Iseo. La stazione con presenza di Trithemis annulata, posizionata più a nord nella provincia di Brescia, è stata individuata a Provaglio d’Iseo nelle “Lame” del SIC-ZPS – “Torbiere del Sebino”, ex cave di torba.
Christiana SOCCINI, Vincenzo FERRI
Prima segnalazione di Coronella girondica (Daudin, 1803) per il Parco Alto Garda Bresciano (Reptilia: Serpentes, Colubridae)
Riassunto – Viene segnalato per la prima volta nella parte meridionale del Parco Regionale Alto Garda Bresciano e riconfermato per la provincia di Brescia il Colubro di Riccioli, Coronella girondica (Daudin, 1803), un Colubride di difficile studio per i costumi particolarmente elusivi e con una distribuzione sparsa e localizzata nell’Italia settentrionale.
Paolo TROTTI
Prima nidificazione di canapiglia (Mareca strepera) in provincia di Brescia
Riassunto – Breve descrizione della prima nidificazione di Canapiglia Mareca strepera in Provincia di Brescia nella Riserva Naturale “Torbiere del Sebino”.
I NOSTRI LUTTI
Enzo BONA, Ismaele PEDRINI, Silvio FORMENTI, Sergio DANIELI, Fabrizio BONALI, Valerio FERRARI
In ricordo di Eugenio Zanotti, Filippo Tagliaferri e Franco Giordana
Natura Bresciana 2023 – Volume 46
Indice degli articoli
Guido BRUSA
I bambù negli ambienti naturali e seminaturali: specie, distribuzione ed ecologia
Riassunto – I bambù (Poaceae) sono considerate specie invasive in diversi paesi del mondo, ma la loro presenza è ancora poco conosciuta in Italia settentrionale dove i bambù sono stati di recente inclusi nella lista nera della Lombardia. Il presente studio ha pertanto analizzato la presenza dei bambù negli habitat naturali e seminaturali di un territorio della Lombardia (provincia di Varese) interessato da una intensa invasione di piante esotiche. Sono stati riscontrati bambù appartenenti a 8 generi (Arundinaria, x Phyllosasa, Phyllostachys, Pleioblastus, Pseudosasa, Sasa, Sasaella e Shibataea) per un totale di 22 specie, di cui Phyllostachys nigra con due varietà.
Tutte le specie appartengono a running bamboos rustici (tribù Arundinariae). Il 91% dei popolamenti appartiene a sole tre specie (Phyllostachys aurea, Phyllostachys viridiglaucescens e Psuedosasa japonica). Molti tipi di habitat sono invasi, anche se prevalgono gli habitat boschivi e soprattutto i boschi mesofili floristicamente degradati da esotiche (Chelidonio-Robinion). Il ruolo dell’uomo nella selezione e nella introduzione delle specie e in seguito nella gestione dei popolamenti è stato decisivo per invadere gli habitat naturali e seminaturali. L’inadatta posizione dei siti di coltivazione e/o la mancanza/ cattiva modalità di gestione sono stati cruciali nel determinare effetti negativi sulla biodiversità autoctona.
Elia LIPRERI, Guido BRUSA, Mario FERRARI, Roberta CERIANI, Stefano ARMIRAGLIO
L’orchidea Himantoglossum adriaticum H. Baumann in Lombardia
Riassunto – Nell’ultimo quinquennio è stato intrapreso un monitoraggio delle popolazioni lombarde di Himantoglossum adriaticum, in quanto questa orchidea è inserita negli Allegati II e IV della Direttiva “Habitat” (92/43/CEE). Le segnalazioni di H. adriaticum ottenute da diverse fonti hanno consentito di precisarne la distribuzione e di inquadrare la specie dal punto di vista geoecologico, così da confermare che H. adriaticum è strettamente confinato a suoli di natura carbonatica.
Nell’area alpina la distribuzione corrisponde in prevalenza al sistema collinare; quindi è presente a quote sensibilmente inferiori rispetto a quanto si riscontra nell’area appenninica, dove la distribuzione risulta più uniforme e condizionata dall’uso del suolo. Il numero di individui non varia tra le due aree analizzate, dove prevalgono piccole popolazioni con meno di dieci individui. Il confronto tra il modello di idoneità ecologica e la distribuzione delle popolazioni note evidenzia una ampia potenzialità, che potrebbe indicare una sottostima della presenza di H. adriaticum oppure zone non ancora colonizzate.
Sönke HARDERSEN
Le attuali conoscenze su Boyeria irene (Fonscolombe, 1838) (Odonata: Aeshnidae) nel territorio del Lago di Garda
Riassunto – Fino all’inizio del XXI secolo Boyeria irene era sconosciuta dal territorio del Lago di Garda, ma nel 2004 una larva della specie è stata campionata presso il Rio delle Pile (Tremosine). Dodici anni dopo, nel 2016, la specie è stata segnalata presso la riva del Lago di Garda, nel territorio del comune di Toscolano-Maderno. Successivamente, negli anni 2019-2022, B. irene è stata osservata presso due torrenti (Torrente Toscolano e Torrente della Valle di Faeno), dove la specie sembra essere presente con popolazioni stabili. Un’altra segnalazione è stata raccolta nel 2020 a Limone sul Garda a pochi passi dalla riva del lago. Le popolazioni riportate rappresentano le più orientali conosciute per l’Italia settentrionale e pertanto risultano d’ interesse biogeografico e rilevanti nel contesto del cambiamento climatico in atto.
Riassunto – Nel 2018-2022 è stata studiata l’odonatofauna della “Zona Umida IWC Cave di Montirone e Bagnolo Mella”. In totale sono state censite 30 specie.
La sintesi presenta i risultati ottenuti in questi cinque anni di monitoraggio effettuato a cadenza settimanale visitando i bacini presenti nei Comuni di Poncarale, Montirone e Bagnolo Mella. Questi sono di origine artificiale, sono ex cave di sabbia e ghiaia e compongono la Zona Umida IWC omonima come da catasto ISPRA delle zone umide italiane (BS0903) coordinate 45.26N10.12E.
I risultati ottenuti evidenziano come questa area, parzialmente indagata in passato, meriti in futuro un programma di ricerca più approfondito per verificare l’evoluzione del popolamento di alcune nuove specie di origine meridionale e africana individuate di recente, in particolare: Trithemis annulata, Selysiothemis nigra. Tra le libellule divenute sempre più localizzate in Italia (Galliani et. al., 2015) si evidenzia la presenza di Sympetrum depressiusculum (Sèlys, 1841). La maggior parte dei dati raccolti si riferisce a individui adulti. Per gran parte di queste specie osservate in accoppiamento e deposizione si può considerare attendibile la loro riproduzione nell’area di ricerca, per altre è probabilmente avvenuta negli stessi luoghi in siti adiacenti, mentre alcune specie con tendenze dispersive o migratorie compaiono solo occasionalmente con pochi o singoli individui.
I campionamenti si sono svolti soprattutto per verificare la presenza delle specie e possibilmente la loro abbondanza con l’obiettivo primario di realizzare una prima check-list. Tenuto conto della mole di dati disponibili si è provveduto ad elaborare le mappe di presenza per ogni singola specie e così avere un primo quadro sulla distribuzione delle comunità di Odonati presenti nell’area di studio.
Mario GROTTOLO, Davide PEDERSOLI
Anthribidae della provincia di Brescia, del bacino Nord del fiume Oglio e delle aree limitrofe (Coleoptera, Curculionoidaea, Anthribidae, Anthribinae, Choraginae) IV contributo alla conoscenza della coleotterofauna del bresciano
Riassunto – Vengono riportati i dati riguardanti i coleotteri Anthribidae noti per la provincia di Brescia e del bacino nord del fiume Oglio. Come risultato attualmente sono noti in territorio bresciano 9 taxa contro i 2 segnalati precedentemente. Per ogni specie vengono forniti l’elenco delle località in cui è stata rinvenuta, notizie sulla geonemia e biologia e una mappa della sua distribuzione in provincia di Brescia. Tra i taxa inediti per il territorio in esame, 4 appartengono alla provincia di Brescia e 2 alla provincia di Bergamo. L’analisi corologica ha mostrato una predominanza di elementi a distribuzione Europea. L’Indice di Similarità di Sørensen tra il territorio indagato e quello della provincia di Sondrio è risultato 0,8 evidenziandone una forte analogia.
Arturo GARGIONI, Pierandrea BRICHETTI, Francesco SOTTILE
Resoconto Ornitologico Bresciano 2022
Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la Provincia di Brescia relative al 2022.
I NOSTRI LUTTI
Carlo COLOSINI
In ricordo di Adolfo Gallinari († novembre 2023)
Natura Bresciana 2022 – Volume 45
Indice degli articoli
Carlo CHIARI, Matteo LONATI, Daniele TONELLI
Segnalazioni di istrice (Hystrix cristata L., 1758) (Mammalia, Rodentia, Hystricidae) In provincia di Brescia (Lombardia, Italia settentrionale) Secondo aggiornamento, 30 settembre 2021
Riassunto – Viene proposto un aggiornamento al 30 settembre 2021 delle segnalazioni di Istrice (Hystrix cristata L., 1758) in provincia di Brescia (Lombardia, Italia settentrionale). Dopo la prima osservazione del 2011 in località Castelletto di Leno (Bollin & Leo, 2013), la specie presenta un notevole incremento del numero delle segnalazioni che si è verificato a partire dal dicembre 2017.
Nunzio GRATTINI, Federico NOVELLI
Gli uccelli nidificanti in provincia di Mantova: fenologia, habitat, popolazione e trend
Riassunto – Viene presentata e commentata la situazione dell’avifauna nidificante in provincia di Mantova aggiornata al 2022. Vengono forniti dati su: fenologia, habitat riproduttivo, consistenza e trend delle popolazioni relative a due periodi (1980- 1999 e 2000-2022). L’avifauna nidificante mantovana risulta attualmente composta da 145 specie (80 non-Passeriformi e 65 Passeriformi). Le specie nidificanti regolari sono 98 (68%), le irregolari 38 (26%), le nidificanti probabili 9 (6%).
Arturo GARGIONI, Pierandrea BRICHETTI, Francesco SOTTILE
Resoconto ornitologico bresciano 2021
Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la Provincia di Brescia relative al 2021.
Fabio GATTI, Giorgio SPERANDIO, Isabella GHIGLIENO, Gianni GILIOLI
Le iniziative a favore degli impollinatori nell’area urbana di Brescia: un’analisi delle attività nel periodo 1990-2021
Riassunto – Gli impollinatori sono animali che nutrendosi di nettare o polline, lo trasferiscono tra le piante fanerogame e ne garantiscono la riproduzione. La maggior parte degli impollinatori è rappresentata da invertebrati, prevalentemente insetti, tra i quali gli Apoidei sono la componente di maggior rilievo. Il servizio ecosistemico di impollinazione ha un valore economico globale che si aggira tra i 180 e i 360 miliardi di Euro nel mondo. Si stima che circa il 90% delle angiosperme selvatiche e l’87% delle colture a scopo alimentare dipendano dall’impollinazione mediata da un organismo animale.
Il calo di abbondanza e diversità delle comunità di insetti che si sta registrando negli ultimi decenni ha coinvolto anche gli impollinatori ed è imputabile alle attività umane. Fattori come la frammentazione e perdita di habitat l’uso di fitofarmaci, l’azione di parassiti, patogeni e specie aliene invasive sono responsabili di questa diminuzione. Organismi internazionali come La Convenzione per la Biodiversità, l’Organizzazione per il Cibo e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite, si sono concentrate sul declino degli impollinatori elaborando documenti tecnici di valutazione, sostenendo attività di ricerca e promuovendo azioni e strategie finalizzate al supporto delle comunità di impollinatori.
Rispetto a siti circondati da usi agricoli intensivi, l’ambiente urbano può sostenere comunità diversificate di impollinatori, potendo fornire siti diversificati e abbondanti di alimentazione e di riproduzione. La Comunità Europea (CE) riconosce l’importanza nel fornire tale supporto e ha prodotto una guida per città favorevoli agli impollinatori. Il documento individua quattro categorie di buone pratiche favorevoli agli impollinatori come:
i) la conservazione degli habitat di impollinatori esistenti
ii) il ripristino, la creazione e la connessione di nuovi habitat
iii) la sensibilizzazione della cittadinanza
iv) monitorare gli impollinatori urbani.
Si è svolta un’indagine nel periodo 1990-2021 nel territorio che comprende la città di Brescia e i comuni limitrofi, individuando numerose iniziative coerenti con le buone pratiche riportate nelle policies internazionali. Le 187 misure intraprese nella città di Brescia costituiscono una base solida per lo sviluppo di azioni molto efficaci a favore degli impollinatori. Ulteriori iniziative basate su un metodologie scientifiche come programmi di monitoraggio degli impollinatori urbani o lo sviluppo di strumenti di supporto alle decisioni potrebbero portare importanti miglioramenti nella strategia locale e rendere Brescia una delle città più sensibili a questo tema.
Francesco VERGNAGHI, Melania MASSARO
La collezione ornitologica del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia – Conservazione, studio, analisi e valorizzazione
Riassunto – Il Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia conserva, tra le collezioni di Vertebrati, la Collezione Ornitologica che è costituita da oltre 2000 reperti di uccelli tassidermizzati provenienti da tutta Italia. Gli esemplari sono muniti di cartellino, in buono stato di conservazione e per molte delle specie sono presenti le diverse livree in relazione ad età, sesso, stagione e sottospecie. Gli esemplari sono stati raccolti sin dalla fine dell’Ottocento, e tra di essi figurano diverse specie rare o estinte. La Collezione si è formata grazie al contributo nel corso del tempo di Ornitologi illustri, tra cui Pierandrea Brichetti, i quali hanno costituito una collezione particolarmente rappresentativa dell’avifauna italiana. Ad accompagnare la collezione era presente un catalogo organizzato in ordine sistematico che è stato rivisto e aggiornato prendendo in esame ogni singolo esemplare, la documentazione e le pubblicazioni di complemento.
Dopo un attento lavoro di revisione e aggiornamento dei dati del catalogo si è proceduto alla conservazione dei reperti, operando una manutenzione e pulizia degli esemplari. Questi sono stati oggetto di una campagna fotografica realizzata allo scopo di rendere fruibile la raccolta via Web. L’innegabile valore storico-scientifico della collezione ha permesso di ricavare dati utili sulla distribuzione e composizione dell’ornitofauna passata in provincia di Brescia. Volendo valorizzare possibili dati inediti di nidificazione, è stata effettuata una opportuna selezione con conseguente approfondimento, e attraverso la riproduzione in carta del dato di presenza-assenza delle specie con i dati attuali, visualizzare le dinamiche di espansione e diminuzione delle popolazioni.
Christiana SOCCINI, Vincenzo FERRI, Marco PESENTE, Gianni PAVAN
Monitoraggio bioacustico dei chirotteri e degli insetti ortotteri nel bosco di Castenedolo (Brescia)
Riassunto – Si riportano i risultati delle ricerche bioacustiche sui Chirotteri e Ortotteri, svolte dalla primavera alla tarda estate del 2022 all’interno dell’area interessata da una estesa piantumazione arboreo-arbustiva mirata alla costituzione di una grande foresta di pianura: l’Ex Cava di Santa Giustina a Castenedolo, poco a sud della città di Brescia. I sensori acustici utilizzati sono stati i microfoni audio-ultrasonici Dodotronic Ultramic 384K programmati per una registrazione continuativa in automatico. Complessivamente sono stati acquisiti e distinti 11952 contatti acustici relativi a 7 specie di Chirotteri La specie più rilevata è stata Pipistrellus kuhlii (43,10%), seguita da Tadarida teniotis (30,38%) e Pipistrellus pipistrellus (25,65%).
Interessanti i rilevamenti per questa parte della provincia di Brescia di Myotis emarginatus e di Miniopterus schreibersii. Le 22 specie di Ortotteri segnalate rappresentano il 6% del totale conosciuto per l’Italia e sono rappresentative della ricca artropodofauna presente. Tra esse 11 specie localizzate o dal canto flebile, come Platycleis grisea, Pholidoptera aptera, sono state accertate solo grazie a un monitoraggio bioacustico complementare che si rivela una metodologia essenziale per i censimenti faunistici di un territorio.
Natura Bresciana 2021 – Volume 44
Indice degli articoli
Simone BALBO e Nunzio GRATTINI
Gli uccelli della fascia fluviale del Po delle provincie di Cremona-Mantova (Lombardia, Italia settentrionale)
Riassunto – Viene presentata sotto forma di check-list, la situazione dell’avifauna presente lungo il corso del fiume Po nelle province di Cremona e Mantova, relativa al periodo 2000-2020. Le specie citate sono 254 (152 non-Passeriformi e 102 Passeriformi), appartenenti a 21 ordini e 58 famiglie. Le specie nidificanti, comprese quelle irregolari e probabili, sono 98 (54 non-Passeriformi e 44 Passeriformi); quelle svernanti regolari e irregolari 115. I migratori regolari sono 167, gli irregolari 36, gli accidentali 37.
Mario GROTTOLO e Davide PEDERSOLI
Gli Elateridi del bacino superiore del fiume Oglio (Coleoptera Elateridae) – III Contributo alla conoscenza della coleotterofauna del bresciano
Riassunto – Nel presente lavoro vengono riportati i dati relativi alla fauna a Coleoptera Elateridae del bacino superiore del fiume Oglio. La variegata situazione ambientale con diverse tipologie di ecosistemi ha portato al censimento di ben 92 specie, che rappresentano il 35,80 % dei taxa di questa famiglia in Italia e il 70,23 % per la Lombardia. Sono state reperite alcune specie di rilevanza biogeografica e particolarmente rare e numerose sono risultate le segnalazioni di prime località puntuali note per taxa nuovi per le provincie di Brescia (43) e/o Bergamo (19); 3 di queste non risultavano, inoltre, ancora indicate per la regione Lombardia.
L’analisi dei corotipi ha evidenziato una predominanza di elementi ad ampia distribuzione Olartica con la prevalenza di quello Sibirico-Europeo (SIE); lo studio corologico è stato confrontato con quello della Val di Genova e della Valle d’Aosta dimostrando come le ripartizioni percentuali tra i differenti corotipi siano, in regioni geograficamente e geomorfologicamente differenti, sostanzialmente sovrapponibili. Anche il quoziente di similarità di Sørensen ha rilevato che il grado di associazione tra gli Elateridae del bacino superiore del fiume Oglio, della Val di Genova e della Valle d’Aosta presenta una similarità abbastanza elevata con un valore dell’indice superiore a 0,5 e quindi qualitativamente quasi del tutto uguali, anche se probabilmente quantitativamente molto diversi. Mentre il confronto dello stesso indice tra le macroaree con cui abbiamo suddiviso il territorio evidenzia un valore sempre superiore allo 0,65. Il 23% delle specie presenti nel territorio sono inserite nella “Lista Rossa IUCN dei Coleotteri Saproxilici Italiani”.
Questo studio, rapportato anche ai nostri due precedenti, dimostra come l’alto bacino idrografico del fiume Oglio abbia una valenza ecologica di notevole importanza.
Mario GROTTOLO
Sciaphobus (Schiaphobus) scitulus (GERNAR, 1824): Curculionidae entiminae sciaphilini – Prima segnalazione per la Lombardia
Riassunto – Si segnala il ritrovamento di una specie nuova per la Lombardia.
Mario GROTTOLO, Davide PEDERSOLI
Nuovi dati sulla presenza di specie aliene in Lombardia (Coleoptera bruchidae)
Riassunto – Si segnala il ritrovamento di una specie nuova per la Lombardia.
Mario GROTTOLO, Fabrizio FANTI
Un interessante ritrovamento di Phaeopterus unicolor A. Costa 1856 sulle Alpi Marittime
Riassunto – Nel presente documento si discute brevemente sul ritrovamento di un esemplare maschio di Phaeopterus unicolor. Si tratta della prima segnalazione per la Liguria e per l’intero arco alpino.
Arturo GARGIONI, Pierandrea BRICHETTI, Francesco SOTTILE
Resoconto ornitologico bresciano 2020
Riassunto – Vengono riportate le segnalazioni ornitologiche più interessanti per la Provincia di Brescia relative al 2020.
Riassunto – Si presentano i risultati di una approfondita ricerca sugli Odonati svolta dal 1° aprile 2017 al 31 ottobre 2021. I dati ottenuti dal presente monitoraggio consentono l’aggiornamento delle attuali conoscenze su questo importante gruppo faunistico presente nell’area di studio, in prospettiva di nuove campagne di ricerca.
Questa nuova indagine, svolta dal 2017 al 2021 nell’ambito del Progetto Ge.R.T.: Generare Reti Territoriali – Biodiversità Brescia, progetto di Citizen Science per una raccolta dati sulla biodiversità del PLIS “Parco delle Cave di Buffalora e San Polo, Brescia”, aggiorna le conoscenze sugli Odonati presenti e risulta utile per colmare le precedenti lacune.
In questi cinque anni di ricerca, con l’individuazione di 11 nuove specie censite nell’area di studio, il numero di libellule comprese nell’Ordine (Odonata) risulta ora di 29, appartenenti ai 2 Sottordini presenti in Italia (12 Zygoptera e 17 Anisoptera) e 7 famiglie che rappresentano più del 30% delle 92 specie attualmente presenti nel nostro paese.
Recentemente riconosciuta dalla Provincia di Brescia con Decreto del Presidente n. 97 del 8 maggio 2018: PLIS “Parco delle Cave di Buffalora e San Polo”, Brescia, con notevole ampliamento dell’estensione dell’area già sottoposta a monitoraggi costanti in campo ornitologico e denominata: “Zona Umida IWC Cave di S. Polo, Brescia” (secondo codifica ISPRA BS0901) – coordinate 45.29N10.15E.
IN RICORDO DI
Pierandrea BRICHETTI
In ricordo di Laura (Livia) Voltolini