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Natura Bresciana 1980 – Volume 17

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Indice degli articoli

BERRUTI G.

Osservazioni sulla litozona inferiore del Servino nelle Alpi Meridionali bresciane.


D’AVERSA A.

Tentativo di interpretazione paleontologica della “Pietra Simonana”.


CASTELLI M.

Ammoniti del Pliensbachiano della Collezione Paleontologica del Museo Civico di Storia Naturale di Brescia.


ZAMBELLI R.
Note sui Pholidophorifonnes. V contributo: i Pholidophoridae dell’alta Valvestino (Brescia, Italia).

Riassunto – Si esaminano i pesci Pholidophoridae del Trias superiore dell’Alta Valvestino (Brescia, Italia). La fauna è simile a quella raccolta nella vicina provincia di Bergamo e comprende: Pholidophorus latiusculus Ag. nelle «Argilliti di Riva di Solto» (formazione che si estende anche ad est della linea della Giudicarie) e Pholidorhynchodon malzannii Zamb. nel « Calcare di Zorzino ». Pholidophorus gervasuttii Zamb. e Pholidophorus pusillus Ag. passano in sinonimia con Pholidophorus latiusculus Ag., specie che si divide in due sottospecie: latiusculus e gervasuttii nov. ssp. Infine Pholidorhynchodon presenta un evidente dimorfismo.


BARBATO G.
Il placton del lago d’Idro.

Riassunto – Nell’arco di 10 anni è stato esaminato il plancton del lago d’Idro, allo scopo di identificarne le caratteristiche e le eventuali variazioni temporali. Sono state prese in considerazione sia la densità che la biomassa nell’intento di includere questo lago nelle classifiche fatte in base ai livelli trofici. I risultati ottenuti con lo studio del fitoplancton, sia per quanto riguarda le specie che la biomassa, tendono ad escludere che l’Eridio sia un lago eutrofizzato. Il gruppo più numeroso dello zooplancton è quello dei Rotiferi, che comunque hanno scarsa importanza per la biomassa che, viceversa, dipende dai Copepodi e soprattutto dai Cladoceri: questi ultimi sono favoriti nel loro sviluppo dall’assenza dei Copepodi diaptomidi. Vengono anche date alcune informazioni sul benton.


PACE R.
Nuovo contributo alla conoscenza delle specie bresciane del genere Leptusa Kraatz ( Coleoptera, Staphylinidae).

Riassunto – Descrizione di 5 specie e 3 sottospecie nuove del genere Leptusa Kraatz delle Alpi bresciane, raccolte da M. Kahlen di lnnsbruck. L. (Ectinopisalia) trumplinensis n. sp. del M. Guglielmo è affine a L. baldensis Ganglbauer, L. (Scoliophallopisalia subgen. nov.) blesioi n. sp. del M. Guglielmo a L. montiscathedrae Pace del Trentino meridionale, L. (Emmelopisalia) camunnensis n. sp. di Esine e affine a L. pasubiana Scheerpeltz, L. (Megacolypisalia) tusculanensis n. sp. del M. Pizzocolo a L. kahleni Pace di Cima Tombea, L. (Toxophallopisalia) pizzocolensis n. sp. a L. laticeps Scheerpeltz delle Alpi bergamasche. Le sottospecie sono: L. ( Typhlopasilia) pinkeri transmontana n. ssp. del M. Spino, L. (Typhlopasilia) pinkeri pavesii n. ssp. di Cima Tombea, L. (Rhombopisalia) mandli golemiensis n. ssp. del M. Gueglielmo.


BRUNO S. e PERCO F.
Considerazioni ecologiche ed etologiche sul Biancone (Circaetus gallicus).

Riassunto – Circaetus gallicus – specie che in Europa esercita attività specialmente nell’area delle sclerofille sempreverdi e delle latifoglie eliofile – è l’unico Falconiforme paleartico che si nutre quasi esclusivamente di Rettili e, soprattutto, di Ofidi. Sebbene non sia immune al veleno dei Serpenti, talvolta preda anche Viperidae e, in Africa e in Asia, Elapidae.

Scopo di questo studio è essenzialmente quello di stabilire quali sono i Serpenti più cacciati dal rapace e se egli ricorre a qualche tecnica per riconoscere un Colubridae da un Viperidae. A tale proposito gli AA. analizzano criticamente la letteratura ornitoerpetologica specifica, forniscono numerosi dati bromatologici inediti e descrivono i risultati di varie esperienze eco-etologiche originali svolte in natura sn vari esemplari selvatici [al bosco delle Ninfe (presso Savona, Liguria, Italia NW), ai Monti della Tolfa (Antiappennino Laziale, Italia centro-W), all’isola di Cres ( =Cherso) e, specialmente, all’isola di Krk (=Veglia) situate entrambe nell’Adriatico settentrionale] e su l (; adulto sequestrato a un bracconiere che lo aveva preso pulcino da un nido nei Monti della Tolfa.

Sono quantificabili, tra i molti dati analizzati, solo quelli della Spagna, Francia, Italia e Jugoslavia: dai quali risulta che i Rettili, e i Serpenti in particolare, costituiscono rispettivamente il 9 2% e il 68,7% delle prede.

Nelle regioni dell’Europa a clima mediterraneo, il biancone si ciba essenzialmente di specie dei generi Coluber, Natrix, Malpolon, Elaphe, Lacerta e Podarcis, mentre in quelle a clima continentale soprattutto di Natrix, Anguis e compaiono anche, meno occasionali che nelle regioni a clima mediterraneo, specie del genere Vipera.

Il biancone caccia specialmente lungo i pendii assolati, ben esposti alle correnti dinamiche ascendenti, o ve volteggia di solito tra 20 e l 00 m e a quote inferiori con brutto tempo. Di regola, durante la ricerca della preda, ha il capo basso e le zampe più o meno distese. Piomba sulla preda a volo scivolato, anche da 400 m d’altezza, alla velocità media di 35-60 km/h. Arresta un Rettile arpionandogli la parte centrale o inferiore del corpo e contemporaneamente gli comprime contro il suolo, con l’altro artiglio aperto, la testa e la prima parte del corpo, o viceversa a seconda se caccia a piedi o in volo. Di solito, nell’area di nidificazione, caccia prevalentemente in volo, mentre nell’area estiva a piedi o in appostamento, tecniche — quest’ultime – che utilizza anche nell’Eurasia quando preda Viperidae o, più raramente, Colubridae di 150-200 cm che fronteggia spesso da terra a ali spiegate. Il biancone, prima di ghermire un ofidio, ne valuta la velocità e la forma:

1° caso. Serpente in movimento

A) Ofidio lungo, snello, veloce attacco → attacco
B) Ofidio corto, tozzo, lento → attacco / non attacco

2° caso. Serpente fermo

A) Ofidio in posizione srotolata e disordinata → attacco
B) Ofidio in posizione arrotolata e ordinata:

  • testa sopraelevata dal tronco o dal suolo → non attacco
  • testa appoggiata sul tronco o sul suolo → attacco

BRICHETTI P. e CAMBI D.
L’avifauna della Lombardia.

(4. Continua dal numero precedente)

Ordine FALCONIFORMI (Falconiformes)
Famiglia PANDIONIDI ( Pandionidae)


COLTORTI M.
Segnalazione di manufatti del Paleolitico inferiore-medio sulle colli ne moreniche di Carpenedolo (Brescia).

Riassunto – Alla sommità delle colline moreniche di M. S. Zeno, M. S. Giorgio, M. Fogliuto, che appartengono alla cerchia più esterna dell’Anfiteatro gardense, nei pressi di Carpenedolo, sono stati rinvenuti alcuni reperti che tipologicamente possono essere attribuiti al Paleolitico Inferiore e/ o Medio sebbene, data la loro scarsezza numerica, non sono possibili attribuzioni più dettagliate. l reperti di M. S. Giorgio, più numerosi, presentano comunque alcune analogie tipologiche e tipometriche con quelli raccolti sulla vicina collina di M. Rotondo e attribuiti al Riss. Al di là dei problemi di attribuzione questi reperti, oltre che pportare un modesto contributo alle conoscenze del Paleolitico della regione, localizzano nella cerchia più esterna dell’Anfiteatro gardense un’area dove esistono conservati depositi e industrie Etiche pleistoceniche.


PIA G. E.

Stazione dell’antica età del Bronzo ad Ostiano (Cremona), località San Salvatore. Nota preliminare sulla campagna dell’agosto 1980.


CLARK G.

A note on the animai bones from a group of pits at S. Salvatore, Ostiano (Cremona).


CAPITANIO M.

Qualche notizia su un inumato tardo-romano o medievale, rinvenuto a Ostiano (Cremona), in località S. Salvatore.


CAPITANIO M.

I reperti umani tardo-romani di S. Eufemia della Fonte (Brescia)